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Christine DesmoulinsWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. Bastia metropoli del Mediterraneo

Ritratti di città. Bastia metropoli del Mediterraneo

Il ruolo marittimo e le politiche di valorizzazione del patrimonio rafforzano l’attrattività della seconda città della Corsica

 

BASTIA (FRANCIA). La seconda città della Corsica è stata un nodo cruciale del commercio insulare sotto il dominio genovese (dal XIII al XVIII secolo), al quale deve anche il suo piano a scacchiera. Nel XIX secolo, edifici borghesi sono sorti lungo ampi viali e l’ampliamento della place Saint Nicolas l’ha resa una delle piazze più grandi d’Europa. Tra mare e montagna, la città si sviluppa lungo il suo fronte marittimo caratterizzato dall’importanza economica dell’attracco tra il golfo del vecchio porto, il porto turistico e il porto commerciale. Se l’identità e la funzione marittima e portuale di Bastia contribuiscono al suo impatto come metropoli in Corsica e nel Mediterraneo, la città oggi sviluppa una politica urbana e architettonica molto volontarista che rafforza la sua attrattività.

 

Patrimonio e riconquista dei quartieri

Eletto nel 2014, il sindaco Gilles Simeoni è anche presidente della comunità della Corsica. Migliorare e modernizzare il suo patrimonio, densificare gli spazi esistenti e ricucire la Città sono i principali assi della sua politica urbana. Oltre al restauro del centro storico e del vecchio porto a cui partecipano anche gli attori privati, il ripristino degli spazi pubblici e degli ingressi urbani attrae ora promotori e investitori. La riqualificazione del centro e lo sviluppo di modalità di trasporto dolci hanno un impatto reale sulla mobilità quotidiana e sul modo di vivere la città. Bastia si sta anche dotando d’importanti infrastrutture metropolitane, come testimonia in particolare l’operazione in corso per ristrutturare e ampliare il teatro comunale“, afferma Natacha Casalta, direttore generale e delegata all’Urbanistica presso la Municipalità.

La città vecchia, gli allineamenti delle principali arterie, la piazza, i sobborghi e altre zone paesaggistiche o archeologiche sono etichettati come “sito patrimoniale notevole” (SPR). Attorno alla cittadella, al vecchio porto adiacente, alla piazza del mercato e al boulevard Paoli, il centro città beneficia del Programma nazionale di rivitalizzazione dei quartieri antichi degradati. Il Piano regolatore urbanistico (PLU) favorisce l’accesso alla proprietà per una popolazione giovane e il rispetto della legge sul clima e la resilienza, che prevede lo stop al consumo di suolo entro il 2050, incoraggia a preservare la natura in città e a sfruttare ciò che esiste già.

 

Mobilità dolce DOC

Per porre rimedio all’angustia dell’asse nord-sud, dove la barriera fisica della strada territoriale RT11 disturba la circolazione costiera, sono stati costruiti o programmati 19 km di piste ciclabili lungo il mare e nel cuore della città. Inaugurato nel 2018, lo Spassimare percorre così la costa lungo una pista ciclabile che si estende sinuosa per 10 km tra il porto turistico e il vecchio porto per affrontare il problema dei collegamenti pedonali tra i quartieri nord e sud. Dal 2020, questo percorso di loisir è collegato al centro città attraverso il lungomare di Aldilonda, un lungo balcone di 450 m sospeso sul mare che costeggia il basamento roccioso della cittadella. Collegando l’uscita del tunnel della RT11 alla spiaggia dell’Arinella, questo lungomare ha cambiato la vita quotidiana degli abitanti. “Percorrendo la nostra facciata marittima lungo questa via tra città e mare, lo Spassimare e l’Aldilonda hanno ripristinato un legame a lungo interrotto dalle infrastrutture, dalla costa e dalla cittadella”, aggiunge Casalta.

Co-finanziata dal FEDER (Fondo europeo di sviluppo regionale), l’Aldilonda è anche un’impresa geotecnica. Realizzata dall’architetto ingegnere Dietmar Feichtinger (mandante) e dai suoi collaboratori Buzzo-Spinelli, comprende diverse sequenze adattate al rilievo del sito vincolato della cittadella con rampe di accesso, una galleria sotterranea sotto il bastione e passaggi sopra i suoi contrafforti. Un lavoro d’ingegneria civile su misura ancora l’infrastruttura nell’acqua, nella roccia, nei contrafforti scavati, nel percorso costiero e nella diga. La struttura è composta da lastre di cemento precompresso gettate in opera, 23 mensole prefabbricate fissate tramite tiranti nella massa rocciosa e 18 cassoni prefabbricati per la soletta. Una griglia in acciaio inossidabile parzialmente mobile in caso di tempesta riempie lo spazio tra la scogliera e la parte in cemento.

Per Michèle Barbé, presidente della Maison d’architecture di Corsica, questo insieme illustra in modo notevole il modo in cui un progetto contemporaneo può affrontare le questioni della mobilità dolce. “Con lo Spassimare, l’Aldilonda e il Mantinum, che trasformano in modo decisivo l’immagine del lungomare, Bastia si è dotata di un trittico il cui impatto sulla notorietà della città è paragonabile a quello delle terme di Peter Zumthor a Vals”, afferma. “Molte persone vengono oggi a Bastia per scoprire queste nuove realizzazioni e gli abitanti hanno completamente adottato questo uso contemporaneo che mette in scena le vedute sul patrimonio e consente loro di riscoprire la cittadella che in passato generava una vera frattura nella città. Questo percorso segna un momento importante, e l’estensione di questa strategia di mobilità dolce a nord della città e nei quartieri periferici rafforzerà ulteriormente i punti di forza di Bastia“.

 

Il Mantinum e il vecchio porto

Su un dislivello di oltre 35 m, il Mantinum è collegato all’Aldilonda, al giardino Romieu restaurato e alla scalinata monumentale adiacente. Questo potente spazio pubblico – firmato dallo studio Buzzo Spinelli (mandante) con Antoine Dufour, la Direzione regionale degli affari culturali e l’architetto dei Monumenti storici – si adatta al livello dei muri esistenti, continuando il bastione e il percorso pedonale. Per unire un teatro verde e la torre di un ascensore urbano tra il vecchio porto e la cittadella nella città alta, il progetto attinge dal genius loci la materialità di un cemento locale gettato in strati orizzontali di 16 cm, che si armonizza con le mura e la roccia della scogliera. In cima al sito, il teatro verde fa eco al camminamento di ronda delle mura.

Uno dei punti chiave della politica urbana di Bastia risiede davvero nella nostra fortuna di aver preservato il patrimonio storico“, sottolinea Vincent Circo, direttore generale dei servizi tecnici. Dopo il Mantinum, la riqualificazione del vecchio porto prosegue per valorizzare questo gioiello e collegarlo allo Spassimare, all’Aldilonga e alla piazza Galetta. Sotto la guida degli studi In Situ (mandante), ADP e Artelia, sono anche in cantiere il restauro degli edifici che ne include uno di Fernand Pouillon, così come una riqualificazione sobria e di qualità dello spazio pubblico. Si tratta di favorire l’interfaccia tra i negozi e il porto, ripristinare il molo romano, armonizzare i percorsi pedonali e l’illuminazione e contenere intelligentemente le terrazze dei ristoranti.

 

La riabilitazione e l’ampliamento del teatro municipale

Con il suo convento e il teatro municipale, il quartiere Saint-François non sfugge a questo valore patrimoniale. “Costruito su un promontorio roccioso nel 1879 dall’architetto Andrea Scala, questo teatro bombardato nel 1913 è stato trasformato in tribunale negli anni settanta, prima di tornare a essere un teatro nel 1981. Riunisce tre corpi di edifici: il colonnato d’ingresso, la sala all’italiana e il palcoscenico“, precisa Circo. Il restauro, affidato allo studio Huit et demi (mandatario) e all’architetto dei Monumenti storici Pierre-Antoine Gatier, è un progetto territoriale destinato a creare un grande polo culturale che associa al teatro un conservatorio di musica, danza e arte drammatica. Saranno possibili una pluralità di utilizzi ed eventi, in connessione con altre strutture dedicate all’arte e alla cultura, come l’Alb oru aperto nel 2015 nei quartieri sud. “Liberato dai suoi detriti, il teatro riacquisterà la sua maestosità, le sue gallerie e i negozi della sua facciata laterale sulla strada. La sala, adeguata alle normative, manterrà la sua configurazione originale e l’ex foyer ospiterà un auditorium condiviso tra il conservatorio e il Comune. Aggiungiamo agli 8.000 mq esistenti la soprelevazione di tre piani in metallo e vetro destinata al conservatorio. Quest’ultimo avrebbe potuto essere situato nell’ex convento di Saint-François, di proprietà dello Stato, ma il suo cattivo stato che richiede investimenti costosi ha portato a uno studio di programmazione in corso. Questa ristrutturazione pesante rimodellerà i percorsi pedonali del centro città. Di fronte al colonnato, libererà l’area alberata dal parcheggio che la deturpa“, conclude Circo.

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Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 3 Aprile 2024