Un originale format che permette di scoprire territori di margine, ripensando la relazione tra il grande e il piccolo
In un tempo non lontano il neologismo “glocale” era giunto a confortarci di fronte alla dilagante globalizzazione e a permetterci di guardare ancora attorno a noi. Almeno in termini economici, il termine ha dimostrato i propri limiti e – ora che la globalizzazione è stata demonizzata a dovere e che il nostro panorama si è riportato drammaticamente, almeno durante la pandemia, all’ambito domestico – siamo riusciti a ritrovare un equilibrio con i nostri territori, tornando a guardarli e ad amarli con la giusta attenzione.
Per l’incedere lento e colto a Varese e provincia
Chi, da tempi non sospetti, aveva sempre esercitato queste pratiche, si trova ora a godere di una ritrovata considerazione e di un giusto seguito. Salutiamo, così, la pubblicazione di Atlante delle architetture e dei paesaggi dal 1945 a oggi in provincia di Varese – 200 luoghi da non perdere per i tipi di Silvana Editoriale con la curatela di Luciano Crespi. “Tra i laghi e le Prealpi c’è un museo a cielo aperto”, si esordisce in quarta di copertina, e così è, per chi abbia la voglia e la capacità d’inoltrarsi nel tessuto minuto che da Varese e dai laghi scende, seguendo il fiume Olona, verso Milano. Sono duecento i luoghi – architetture, interni, spazi urbani, ambienti per l’arte e la cultura – che, muniti di atlante, non di semplice guida, si possono scoprire per imparare a vedere, visitare, amare e proteggere. Un utile strumento che contiene un esplicito invito all’incedere lento, al procedere colto, alla lettura di dettaglio di un territorio che, teatro della prima industrializzazione lombarda e italiana, ha poi subìto nei decenni del dopoguerra un inevitabile declino, venuta meno la spinta propulsiva delle aziende e dei grandi gruppi. Ciò che non è mancata negli anni è, invece, una continuità nella realizzazione di opere di architetti, più o meno mediaticamente noti, ma tutti accomunati da qualità e capacità, che hanno disseminato i luoghi di punti di riferimento di una cultura che non è mai mancata. Qualche opera è persa, altre sono compromesse, non poche godono di buona salute. Nel volume, i saggi critici di docenti universitari e curatori d’arte permettono di capire ragioni, vicende e dislocazione di un ingente patrimonio che deve essere prima di tutto conosciuto per essere poi salvaguardato. Prima d’intraprendere il viaggio non mancate, però, di leggere le nitide pagine che il curatore dedica a sintetizzare, con lucida precisione e secondo un’innovativa partizione geografica, una storia che, dal ‘45 a oggi, vede incrociarsi a Varese e provincia più d’uno dei temi caratterizzanti il dibattito architettonico moderno e non pochi dei suoi protagonisti. In chiusura del volume si apprezzano un bell’album fotografico e alcuni approfondimenti tematici.
Atlante delle architetture e dei paesaggi dal 1945 a oggi in provincia di Varese. 200 luoghi da non perdere, a cura di Luciano Crespi, Silvana Editoriale, 2023, 216 pagine, 28 €
Frammenti di un paesaggio unitario: Pisa e dintorni
In altro territorio e con altro approccio, ma con simile accorata attenzione, si colloca la collana di ANCE Pisa e Pacini Editore, Guida all’architettura nel territorio pisano – Itinerari di architettura e paesaggio che negli ultimi anni annovera una serie d’interessanti pubblicazioni. Lettura tematica e specialistica, l’operazione si è aperta con la guida all’architettura contemporanea a Pisa (2020), per poi passare ai luoghi di spettacolo e intrattenimento (2022), e arrivare alle architetture religiose novecentesche (2023), dopo che si erano già esaminati le terme del territorio (2019) e i borghi (2021). Gli autori – Federico Bracaloni, Massimo Dringoli, Stefano Renzoni – affrontano un notevole corpus di opere che, dal tardo Ottocento, li porta ad indagare la contemporaneità con tutti i problemi metodologici annessi. Per l’architettura il criterio di scelta si basa su “la capacità di un intervento di rappresentare istanze al momento riconoscibili… senza… che questo impedisca di esprimere un giudizio critico sull’opera descritta…” (Dringoli), mentre per chiese, borghi e terme la componente paesaggistica e naturale acquista rilevanza per il riconoscimento. In particolare, la lettura dei borghi rivaluta il “frammento” e l’elemento “al margine” come parti fondamentali “dell’unitaria conoscenza storica dell’intero paesaggio”. Particolare l’indagine sui luoghi di spettacolo che si applica anche a quelli perduti, delineando una storia sociale e del costume che s’innesta sulla cultura diffusa dell’otium. Una conoscenza per parti che stimola ad un approfondimento il quale richiede tempo e interessi molteplici: è questo un metodo che, se da una parte offre al lettore/visitatore la possibilità di multiformi percorsi, lascia però allo stesso il compito di riportarli a quell’unità che il territorio offre e richiede. Lo specialista riconoscerà in questo approccio uno studio dei “tipi”, alla base di una riflessione critica, perché, come sosteneva Aldo Rossi ne L’architettura della città, “nessun tipo si identifica con una forma”, ma “tutte le forme architettoniche sono riconducibili a dei tipi”. Ben sappiamo come è stata proprio la lettura tipologica dei tessuti urbani a costituire la base scientifica per tutte le esperienze degli anni sessanta e settanta che, partendo da Saverio Muratori, Gianfranco Caniggia e Paolo Maretto, arriva a Rossi, Vittorio Gregotti, Carlo Aymonino, Giorgio Grassi, declinando la tipologia con espressioni diverse, ma “tipologiche” appunto, così come faranno sulla scena internazionale Oriol Bohigas, Rafael Moneo e Oswald Mathias Ungers. Per fortuna ci si può ancora perdere per la città di Pisa e i suoi territori, dimentichi di teorie e visioni, per scoprire architetture e paesaggi, muniti, appunto, di preziose guide ad hoc.
Guida alle architetture religiose novecentesche nel territorio pisano, a cura di Federico Bracaloni, Massimo Dringoli e Stefano Renzoni, Pacini Editore, 2023, 6° titolo della collana Guida all’architettura nel territorio pisano – Itinerari di architettura e paesaggio, 176 pagine, 25 €
Tra storia e pellicole: nel cinema di Guadagnino
Merita di essere citata anche una variante particolare che, attraverso la figura di Luca Guadagnino, architetto e regista, ha una sua singolare e particolare rilevanza. La guida Le tre case di Timothée ci accompagna in tre architetture del paesaggio lombardo (Villa Albergoni a Moscazzano, Villa Necchi Campiglio a Milano e il Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese) che vengono presentate però nel loro ruolo di presenza centrali di altrettanti film. Tra questi Bones and All pluripremiato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2022. Sono luoghi reali e mitizzati allo stesso tempo, in qualche modo astratti dalla loro essenza di mattoni e pietra, grazie al ruolo narrante dell’attore Timothée Chalamet.
Le tre case di Timothée. Un itinerario onirico tra le architetture di Luca Guadagnino in compagnia di Timothée Chalamet, di Luca Manduca, NeP edizioni, 2023, 130 pagine, 14 €
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atlanti , guide , libri , lombardia , patrimonio , pisa
Last modified: 18 Marzo 2024