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Ilaria La CorteWritten by: Progetti

Álvaro Siza mette le ali a Serralves (e trova “casa”)

Visita alla nuova ala del Museo di Porto, che celebra il suo progettista con una delle due mostre inaugurali

 

PORTO. Quella tra Álvaro Siza e il Museo Serralves è una relazione affettiva che dura da quasi 30 anni. Dopo la realizzazione (nel 1999) del Museo di Arte Contemporanea (MACS), Siza firma e dà il nome al suo ampliamento, segnando un’altra importante data di questa liaison e facendo di Serralves il luogo con la maggior concentrazione, al mondo, di sue opere realizzate.

Inaugurata ad ottobre 2023, la nuova ala del Museo Serralves, o Ala Álvaro Siza, finora era rimasta vuota per permettere la fruizione appieno dei suoi spazi e ospitare una serie di eventi dedicati all’architettura. Finanziata in parte da fondi comunitari, l’addizione è stata costruita in tempi record per un progetto di questa dimensione (solo tre anni dalla firma del contratto all’inaugurazione). Con i suoi tre piani, di cui uno interrato, il nuovo edificio aumenta del 44% la superficie espositiva del museo e del 75% l’area riservata agli archivi che ospitano, tra gli altri, una parte importante dell’archivio di Siza, da lui stesso affidato alla Fondazione Serralves nel 2015. I circa 1.900 mq di spazi espositivi, oltre alla collezione permanente della fondazione, rappresentata attraverso una successione di mostre tematiche, saranno dedicati all’architettura. Lo scopo è quello di avere un nuovo spazio espositivo flessibile, in cui si fondano le tre arti plastiche: pittura, scultura e architettura.

 

Un omaggio all’arte plastica

Installata in una radura del Parco Serralves, ad ovest dell’attuale museo, la struttura della nuova Ala Álvaro Siza sembra essere, essa stessa, un omaggio all’arte plastica. I suoi volumi si articolano delicatamente l’uno con l’altro e si snodano tra gli alberi del parco integrandosi senza soluzione di continuità nel paesaggio naturale protetto. Un’integrazione resa possibile anche grazie alla mano dell’architetto paesaggista João Gomes da Silva, lo stesso che 25 anni fa era nel gruppo di progettisti che pianificò la localizzazione del museo.

L’Ala Álvaro Siza si presenta come l’espressione della crescita naturale del museo esistente. Una galleria sospesa funge da ponte tra i due edifici, definendo una zona di passaggio al termine della quale un ampio varco triangolare segna l’accesso vero e proprio all’estensione giocando visivamente con una finestra, anch’essa a forma di triangolo rovesciato, che si apre sul giardino. È una delle poche aperture, localizzate in punti strategici, che inquadrano in modo essenziale il giardino e il parco circostante. Anche formalmente il nuovo edificio mantiene uno stretto rapporto con il complesso edilizio esistente: le facciate esterne, bianco puro, sono rivestite con una boiserie in granito, lungo tutto il perimetro.

Siza, nel progetto del 1999, con la lungimiranza dei grandi maestri sembrava aver previsto la possibilità di un futuro ampliamento, predisponendo un punto in cui la galleria espositiva arrivava alla parete esterna dell’edificio. Il risultato è che le due parti formano non solo un unico museo, ma anche lo stesso “corpo”, facendo scomparire, in qualche modo, l’immagine del museo come lo conoscevamo finora. Nonostante sia stata concepita in continuità con il museo esistente, la nuova ala non rinuncia ad avere un’espressione autonoma, frutto degli anni di differenza che separano i due edifici, offrendo un’esperienza di circolazione molto diversa, articolata, in particolare nel piano dedicato alla collezione permanente, in una successione di spazi espositivi di dimensioni relativamente modeste e dagli angoli aperti che permette di fruire simultaneamente del contenuto delle diverse sale e di liberare il visitatore da percorsi predefiniti.

 

Le esposizioni inaugurali

Quattro mesi dopo l’apertura al pubblico con i suoi spazi a nudo, l’Ala Álvaro Siza è stata inaugurata ufficialmente il 24 febbraio con due esposizioni che segnano la prova generale del funzionamento a regime del nuovo edificio. “Anagramas improváveis. Obras da coleção de Serralves” (Anagrammi improbabili. Opere della collezione di Serralves) è la prima esposizione della collezione, ospitata al piano superiore dell’ampliamento, sul prolungamento del percorso espositivo dell’edificio originale del museo. A partire dalla figura dell’anagramma, l’equipe curatoriale diretta da Philippe Vergne ha concepito la mostra come una serie di dialoghi tra artisti di diverse generazioni e nazionalità, accompagnando la natura stessa dell’architettura del museo: tra le opere s’instaurano, così, relazioni inedite che rispecchiano la fluidità e la simultaneità visiva degli spazi espositivi. La prima opera d’arte realizzata ad hoc per la mostra è un’esperienza uditiva: la voce dell’artista Luisa Cunha, diffusa nel corridoio di accesso alla nuova ala, traghetta il visitatore verso l’estensione.

 

Siza torna a C.A.S.A.

C.A.S.A. acronimo di “Coleção Álvaro Siza, Arquivo” è la mostra che rende omaggio alla lunga e prolifica carriera dell’architetto Premio Pritzker con la più grande antologia a lui mai dedicata. Oltre un chilometro di materiale espositivo tra modelli, disegni e foto provenienti dall’Archivio Siza della Fondazione Serralves e dalle collezioni private di Teresa Siza e Carlos Castanheiras (suo storico collaboratore), in un percorso espositivo che ruota intorno alla CASA intesa non solo come archetipo dell’architettura ma anche come spazio familiare che ospita le più diverse funzioni quotidiane. La mostra include un ampio spettro di progetti: oltre a quello della “Casa” Serralves, altre Case di Cultura, Case del Sapere, Case della Fede, Case del Tempo Libero, Case del Commercio, Case di Famiglia (quelle progettate ad inizio carriera nella sua Matosinhos), Case del Popolo (i complessi di edilizia sociale realizzati dopo la rivoluzione del 25 aprile 1974), Case del Lavoro. In nove sezioni, una per ogni decennio di vita di Siza, il curatore António Choupina, già responsabile di varie altre sue mostre, racconta un’esistenza interamente dedicata all’architettura, in un percorso espositivo che, grazie ai diversi punti di accesso, può essere seguito in senso cronologico, dai primi disegni d’infanzia fino agli schizzi più maturi, oppure al contrario.

Il disegno dell’allestimento, basato sul modulo quadrato, è un chiaro riferimento all’architettura degli spazi espositivi progettati da Siza: il quadrato, scalato, ruotato, scomposto o svuotato al centro, traccia la giacitura di grandi volumi specchiati che sollevano da terra plastici e maquette, liberandoli dalla loro gravità. Tra i tanti progetti conosciuti e alcuni “tesori” inediti, c’è spazio anche per un debutto assoluto, una scultura di due metri appositamente realizzata per l’occasione dall’architetto che “voleva essere scultore”.

Per i prossimi sei mesi (la mostra sarà visitabile fino ad agosto) l’architettura di Siza sarà, dunque, celebrata in pieno, dallo spazio all’opera esposta, in quella che si rivela sempre più come la sua principale “casa”.

Immagine in evidenza: @ FG+SG

Anagramas Improváveis. Obras da Coleção de Serralves
C.A.S.A. Coleção Álvaro Siza, Arquivo
dal 24 febbraio al 31 agosto

Ala Álvaro Siza, Museu de Serralves
serralves.pt/institucional-serralves/museu-ala-siza

Autore

  • Ilaria La Corte

    Dopo la laurea in Architettura all’Università di Roma Tre, prosegue la formazione professionale in Portogallo, dove vive e lavora. Dal 2017 svolge attività di ricerca come dottoranda presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Porto (FAUP), in co-tutela con lo IUAV di Venezia, con una tesi sui temi del dibattito architettonico internazionale, tra gli anni cinquanta e settanta, riletti attraverso l’opera di Giancarlo De Carlo e Nuno Portas. Dal 2015 svolge attività di supporto alla didattica presso il Politecnico di Milano nell’ambito della progettazione architettonica e urbana

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Last modified: 28 Febbraio 2024