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Margherita ToffolonWritten by: Reviews

Arrigo Arrighetti, un eroe in incognito a Milano

Il Politecnico di Milano omaggia l’opera sociale dell’autore di oltre 150 edifici per la città

 

MILANO. Una mostra per rendere merito all’opera di uno dei suoi laureati forse meno conosciuti, ma sicuramente più prolifici.

L’esposizione “Arrigo Arrighetti Architetto” presso lo Spazio Mostre del campus della Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano ci riporta all’atmosfera del cantiere e agli anni del dopoguerra, quando l’architettura veniva rappresentata con china, normografi e retini. Anni da cui prende slancio l’attività progettuale e costruttiva di Arrighetti a partire dalla ristrutturazione e trasformazione di palazzo Sormani in sede della Biblioteca centrale (1948-56) che era l’argomento della sua tesi di laurea.

Allo Studio Ibsen sono bastati pochi e semplici strumenti di cantiere (mattoni alveolari, pannelli di rivestimento, cinghie di ancoraggio, tavolati in MDF) e didascalie a mano su nastro adesivo di carta per realizzare un allestimento d’impatto che costituisce un tuffo in un passato prossimo, ricco di opere vive, tuttora ampiamente utilizzate e spesso ben conservate, a eccezione della torre in largo Treves in fase di demolizione per lasciare spazio a un nuovo edificio residenziale.

Fino al 25 marzo la mostra, a cura di Adriana Granato e Marco Biraghi, ci accompagna alla scoperta della prolifica attività di Arrighetti (1922-1989), che dal 1948 fino al 1979 ha elargito competenze e ingegno costruttivo nel Comune di Milano prima come direttore dell’Ufficio tecnico e poi dell’Ufficio urbanistico. Una carriera in ascesa all’interno dell’apparato amministrativo della città di cui ha modificato l’assetto soprattutto nelle zone marginali, dalla Spina centrale del quartiere Gallaratese alla sistemazione del Monte Stella al QT8 sino al quartiere Sant’Ambrogio, a dispetto dei voti del libretto universitario.

 

11 progetti per 31 anni di prolifica attività

Una selezione di undici progetti sugli oltre 150 del regesto qui consultabile, che vengono illustrati da disegni originali provenienti da tre archivi cittadini (Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, Cittadella degli archivi, Archivio Storico MM), modelli e nitidissime fotografie in bianco/nero che esaltano i particolari architettonici delle singole opere. Tutte realizzazioni pubbliche in economia, ovvero utilizzando materiali “correnti”, dove sono evidenti i riferimenti ai grandi maestri da Le Corbusier a Walter Gropius, da Alvar Aalto a Oscar Niemeyer.

Sezioni, piante, schizzi, disegni di particolari costruttivi per scuole, impianti sportivi, uffici pubblici, mercati e complessi edilizi di un architetto nato razionalista che negli anni si è saputo evolvere fino a raggiungere una grande maestria costruttiva soprattutto nell’uso del cemento armato, come dimostrano le coperture, alcune vere opere d’arte: a ombrello su pilastro centrale per la scuola materna di Santa Croce (1957-59), con 24 moduli triangolari di resina poliestere rinforzata con fibre di vetro per la stazione MM Amendola, la grande tenda con punta verso il cielo della chiesa di San Giovanni Bosco nel quartiere Sant’Ambrogio (con Leo e Marco Finzi nel 1964), oppure la copertura “a sella” (un paraboloide iperbolico) della piscina Solari (1960), sorretta da due grandi archi inclinati quale collaborazione ante litteram con strutturisti parigini. Tutto questo non è frutto di un caso ma di un costante aggiornamento tecnico e urbanistico presso il suo Politecnico, prima come assistente alla cattedra di Tecnica delle costruzioni e Tecnologia dei materiali di Mario Cavallè e poi del corso di Urbanistica di Enzo Cerutti.

 

“Il Bidoncino” di largo Treves

In centro città è in fase di demolizione l’ex quartier generale del Welfare del Comune, già prima sede dell’Università Bocconi. È la torre di largo Treves nel quartiere di Brera progettata da Arrighetti nel 1955 che, durante lo scorso Fuorisalone, ha avuto un ultimo sprazzo di vita con un’installazione artistica. Al suo posto sorgerà un nuovo edificio residenziale di nove piani, su progetto di Matteo Giuseppe Paloschi (M2P Architetti Associati). È forse questa una delle opere meno riuscite di Arrighetti in un sito talmente strategico da far gola a molti, che ha concentrato il meglio del suo saper fare nello spazio a doppia altezza del piano terra sorretto da una selva di esili colonne.

Immagine di copertina: © Sosthen Hennekam

 

 

Arrigo Arrighetti Architetto
Fino al 25 marzo

Politecnico di Milano, spazio mostre, via Ampère 2, Milano
Curatori: Adriana Granato e Marco Biraghi
eventi.polimi.it/events/arrigo-arrighetti-architetto

 

Autore

  • Margherita Toffolon

    Dopo la laurea allo IUAV di Venezia collabora con studi di progettazione a Treviso e a Milano dove per 10 anni partecipa al programma di inventariazione dei beni vincolati della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Milano per poi diventare giornalista pubblicista e senior account di un’agenzia di comunicazione integrata. Ha scritto per Mondadori, Mida Editore, Reed Business Information, Shinda Editore, Tecniche Nuove, Agepe, BE-MA editrice. Da anni collabora con DBInformation e le riviste del settore Horeca di New Business Media (Tecniche Nuove). Cogliere dettagli architettonici o atmosfere particolari dei locali food&beverage è la sua specializzazione e piacevole scoperta. Nel 2016 ha pubblicato il libro "Grandi pasticcerie del mondo" (ItalianGourmet), mentre nel 2022 è uscito "Cantine storiche d'italia. Un viaggio fra architettura ed enologia" (24OreCultura)

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Last modified: 13 Febbraio 2024