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Francesca PetrettoWritten by: Professione e Formazione

DAM Preis 2024: quando università fa rima con minimalismo e flessibilità

Il principale premio tedesco alla Studierendenhaus della Technische Universität di Braunschweig, firmato da Gustav Düsing e Max Hacke

 

FRANCOFORTE SUL MENO (GERMANIA). Dal 2007 il Deutsches Architektur Museum assegna il Premio DAM ad architetture di spicco costruite in Germania: candida ogni anno circa 100 edifici notevoli realizzati negli ultimi dodici mesi; tra questi una giuria di esperti effettua una prima scrematura, selezionando i migliori 24 al fine di giungere a una rosa di 5 candidati al premio finale.

Quest’anno non c’erano restrizioni in fase di candidatura, riguardanti specifiche tipologie di edificio, dimensioni minime o importo massimo dei lavori; unica richiesta inderogabile era la loro data di compimento e consegna, entro la primavera 2023.

La giuria, dopo aver selezionato prima 104, poi 26 progetti esemplari, è rimasta particolarmente colpita da quello di Gustav Düsing e Max Hacke per la Studierendenhaus (centro studentesco) della TU-Technische Universität (corrispettivo del nostro Politecnico) di Braunschweig, ateneo tra i più prestigiosi e antichi, in ambito architettonico, della Germania. La loro casa dello studente “meravigliosamente luminosa e aperta, nel campus dell’Università Tecnica [dalla] struttura in filigrana è inoltre estremamente sostenibile, poiché la costruzione in acciaio e vetro può essere completamente smontata e riutilizzata”. La storia di questo edificio comprende una procedura di concorso insolita ed esemplare, pubblicizzata e organizzata dalla Facoltà di Architettura tra il personale accademico di cui i due giovani architetti Gustav Düsing (1984) e Max Hacke (1986) fanno parte.

La loro leggerissima struttura (progettata su un modulo quadrato di 3×3 metri e composta da travi e colonne dalla medesima sezione cava quadrata di 10×10 cm) si propone come preludio urbanistico al campus centrale dell’università. Era originariamente destinata ad essere una sala da disegno e un luogo d’incontro esclusivo per gli allievi della Facoltà di Architettura ma fu in seguito deciso di metterla a disposizione degli studenti di tutti i corsi ed indirizzi di studio della TU per farla diventare un centro per l’apprendimento e soprattutto per l’interscambio tra giovani e con il personale docente. Lo spazio su due piani dell’edificio è diventato così multifunzionale, con postazioni di lavoro (per seminari, lavori di gruppo) e di incontro e relax.

 

Minimo indispensabile, ma di grande qualità

In linea con il principio del “design for disassembly”

, la costruzione ibrida in acciaio e vetro può essere, come detto, completamente smontata e rimontata in un altro luogo. L’idea del minimo indispensabile ma di grande qualità sotto ogni punto di vista (costruttivo, stilistico, ambientale e, in un certo senso, anche simbolico) ha convinto la giuria del premio. Düsing e Hacke avevano vinto già nel 2015 il concorso aperto ai docenti dell’Università di Braunschweig mostrando negli anni, in seguito alla scelta di una diversa ubicazione dell’edificio finale dentro il campus e di un’altra, più ampia destinazione d’uso, molta competenza, attenzione e soprattutto flessibilità, una dote assai ricercata dal Premio DAM che gli architetti coinvolti siano chiamati a rispondere a un cambiamento dello stile di vita del committente e delle sue nuove necessità, oppure di passare da una destinazione d’uso a un’altra, da una collocazione precisa nel medesimo contesto, come nel nostro caso, a una nuova.

La decisione di assegnare il Premio 2024 ai due giovani professionisti, ciascuno col suo proprio studio con sede a Berlino, non ha stupito più di tanto il pubblico di settore in quanto il loro progetto per Braunschweig aveva già vinto negli ultimi mesi il German Architecture Prize 2023, il BDA Prize Lower Saxony e l’Heinze Architecture Award 2023. Certo è che il loro progetto minimalista e altamente funzionale sviluppato insieme allo studio di ingegneria Knippershelbig di Stoccarda è stato dai più elogiato (vedi comunicato stampa del Premio) come un “miracolo, nonostante tutte le norme e i regolamenti: risolve tutti i problemi contemporanei, dal risparmio energetico all’irraggiamento solare, dalla reversibilità alla riutilizzabilità”.

Ora il nuovo centro studentesco della TU di Braunschweig deve dimostrate la sua validità nel tempo sia in termini di utilizzo che, soprattutto, di prestazioni tecniche, ma i 12 membri della giuria del DAM Preis non hanno voluto pensarci più di tanto, conquistati anche dal coraggio del duo di professionisti e dall’audacia dimostrata nella sperimentazione progettuale, doti che sembrano aver impressionato anche la giuria del Premio biennale Mies van der Rohe, 2024 capitanata da Frédéric Druot, che ha appena annunciato la rosa dei candidati dove, ancora una volta, Düsing & Hacke la fanno da padrone.

Immagine di copertina: vista esterna della Casa dello studente nel campus della TU Braunschweig (© Iwan Baan)

 

 

Architettura: Gustav Düsing (Berlino) & Max Hacke (Berlino)
Gestione del sito: Iwb-Ingenieure (Berlino)
Ingegneria strutturale: Knippershelbig (Stoccarda)
Ingegneria dei servizi di costruzione: energydesign-bs (Braunschweig)
Fisica dell’edificio: energydesign-bs
Acustica: energydesign-bs
Sicurezza antincendio: Dehne, Kruse & Partner – Brandschutzingenieure (Braunschweig), Sika Deutschland
Struttura acciaio: Cornils (Bergen)
Facciate: MTG Metalltechnik, Raico, Schüco
Porte, aperture, raccordi: Raico, Schüco, Reinaerdt, Hafi
Illuminazione: Börner, Xal, Zumtobel, iGuzzini
Rivestimenti pareti e soffitti: Lignotrend
Design interni: Création Baumann

 

Autore

  • Francesca Petretto

    Nata ad Alghero (1974), dopo la maturità classica conseguita a Sassari si è laureata all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Ha sempre affiancato agli aspetti più tecnici della professione la passione per le humanae litterae, prediligendo la ricerca storica e delle fonti e specializzandosi in interventi di conservazione di monumenti antichi e infine storia dell'architettura. Vive a Berlino, dove esegue attività di ricerca storica in ambito artistico-architettonico e lavora in giro per la Germania come autrice, giornalista freelance e curatrice. Scrive inoltre per alcune riviste di architettura e arte italiane e straniere

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Last modified: 7 Febbraio 2024