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Tommaso MauroWritten by: Reviews

Gino Valle, uno sperimentatore direttore d’orchestra

Gino Valle, uno sperimentatore direttore d’orchestra

A 100 anni dalla nascita dell’architetto friulano, Udine ne celebra la lunga carriera

 

UDINE. Nonostante la sua fama internazionale, è difficile – se non impossibile – scindere Gino Valle (1923-2003) dalla sua Udine e dal Friuli Venezia Giulia. Un legame, quello tra l’architetto e la città, che il Comune e i Civici Musei hanno voluto celebrare con la mostra “Gino Valle. La professione come sperimentazione continua” proprio nel centenario della sua nascita.

La mostra, visitabile fino al 28 aprile a Casa Cavazzini, sede del Museo d’Arte moderna e contemporanea di Udine, mette a fuoco alcuni temi che hanno caratterizzato la lunga e florida carriera di Valle, architetto capace di trasportare i cambiamenti tecnologico-stilistici dell’industria e della società all’interno dei propri lavori con un modus operandi che vede il progettista non come un interprete solista ma come un direttore d’orchestra in grado di far risuonare nell’architettura lo spirito del tempo.

 

12 progetti in 3 sezioni

Non stupisce, quindi, che nel raccontare una figura complessa e dalla carriera prolifica come quella dell’architetto friulano i curatori della mostra Francesca Albani e Franz Graf abbiano dovuto inquadrare il lavoro dello Studio Valle in tre macro-temi: “Architettura e luogo”, “Architettura e società” e “Architettura e modularità”. Questa necessità espositivo-narrativa ben illustra la ricerca internazionale finalizzata alla rilettura tematica dell’attività di Valle tra gli anni cinquanta e l’inizio degli ottanta: lo studio accademico e la collaborazione con l’Archivio Studio Valle si traducono così in un’esposizione che, nonostante l’essenzialità dell’allestimento, riesce a condurre il visitatore di progetto in progetto e di tema in tema. Infatti, osservando le teche dove dodici progetti scelti sono raccontati facendo dialogare il materiale d’archivio con le rielaborazioni degli studenti dell’Accademia di Mendrisio, è possibile approfondire ogni progetto passando dalla dimensione più formale delle tavole a una più intima, dove “il ventre dell’architetto” si formalizza con tutto il suo tormento progettuale (completo di macchie di caffè).

Al piano terra il percorso si apre con l’iconico – e ironico – ritratto di Valle che veglia sui visitatori tra la biglietteria e l’ingresso alle sale. Lasciandoci guidare dal suo sguardo entriamo nel primo e forse più approfondito nucleo tematico dell’esposizione: “Architettura e luogo”. Qui, a parete, troviamo esposte le enormi, appassionate e bellissime tavole redatte per il concorso del 1959 per il Monumento alla Resistenza di piazzale XXVI luglio a Udine, disegni visibili anche dall’alto grazie al ponte che congiunge le sale dell’esposizione permanente di Casa Cavazzini. Nelle altre pareti, sotto al colonnato e poi nella teca posizionata al centro della sala, troviamo invece disegni e modelli delle architetture che secondo i curatori hanno caratterizzato maggiormente il fare città e il progettare “in continuità” con il passato di Valle.

Spostandosi poi nei restanti spazi espositivi ci si immerge prima nel tema “Architettura e società”, che rivela la capacità di Valle e del suo studio di proiettarsi verso un’architettura che non vuole dare risposte assolute ma che trova nella ricerca e nella sperimentazione le chiavi per rispondere alle specifiche esigenze di una società in continua trasformazione. Poi, con lo stesso escamotage espositivo delle due sale precedenti, e sempre nel dialogo tematico tra archivio e ricerca accademica, si entra nella sala dedicata a “Architettura e modularità”. Quest’ultimo è forse il tema più emblematico e meno valorizzato della mostra che meglio potrebbe raccontare alla nostra contemporaneità la necessità di mettersi “in continuità” con Valle e la sua sperimentazione costruttivo-formale.

 

Uno studio che prosegue

La ricerca presentata a Casa Cavazzini certo non preclude future nuove collaborazioni, esposizioni e approfondimenti dedicati all’Archivio Valle. Anche perché, se si considera che a Udine sono esposti “solo” 120 tra tavole, modelli, disegni e fotografie relativi a una selezione di 12 progetti di un archivio che accoglie oltre 40.000 disegni e 500 rotoli, si può immaginare che siano ancora tanti gli aspetti da raccontare per ripercorrere un’attività intellettuale durata più di cinquant’anni. L’esposizione stessa, inoltre, potrebbe ancora essere arricchita da ulteriori contenuti, approfondimenti biografici o didascalie più attente a chi si avvicina all’architettura dello Studio Valle per la prima volta.

Un suggerimento conclusivo: la mostra dedicata all’architetto udinese può essere anche l’occasione per approfondire la conoscenza di Casa Cavazzini e della sua mostra permanente. Le Collezioni Marangoni, Astaldi e FRIAM presentano un’interessante e ricca raccolta d’arte che spazia da opere di fine Ottocento fino agli anni settanta del Novecento.

Immagine di copertina: © Tommaso Mauro

 

 

Gino Valle. La professione come sperimentazione continua
7 dicembre 2023 – 28 aprile 2024
Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea
Curatori: Francesca Albani e Franz Graf
civicimuseiudine.it/it/mostre-eventi/21-casa-cavazzini/1350-gino-valle-la-professione-come-sperimentazione

 

 

Autore

  • Tommaso Mauro

    Architetto tra Bassano del Grappa ed Asiago. Dopo gli studi a Ferrara e São Paulo si laurea in Architettura nel 2019 con Alessandro Tessari, Romeo Farinella e Marcio Kogan con una tesi sul riassetto del viadotto Presidente João Goulart di São Paulo. Durante il percorso di formazione universitario ha partecipato a workshop internazionali come "DEEPBrera" (Politecnico di Milano e Accademia di Belle Arti di Brera), e "Horizonte Habana" (Università degli Studi di Ferrara e Universidad Tecnológica de La Habana). Nel 2016 ha co-fondato Järfälla con cui, oltre a sviluppare progetti d’allestimento e intervento artistico, edita l’omonima rivista. Dal 2017 è parte della redazione di "Artwort"

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Last modified: 9 Gennaio 2024