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Written by: Professione e Formazione Reviews

Il cemento non finisce mai di stupire: «IIC» ce lo ricorda

Il cemento non finisce mai di stupire: «IIC» ce lo ricorda

*** Rivista dedicata a un materiale indispensabile, sostenibile e innovativo, dal 2021 «IIC – L’Industria Italiana del Cemento» ha rilanciato le pubblicazioni cartacee

 

La rivista «IIC – L’Industria Italiana del Cemento» è dedicata a un materiale importante per l’Italia: un materiale di cui siamo ricchi, diffuso capillarmente sul nostro territorio, che è stato capace di caratterizzare la nostra migliore architettura strutturale (si pensi alle opere di Pier Luigi Nervi e di Sergio Musmeci). Un materiale in continua evoluzione e che, oggi più che mai, in Italia e nel mondo, asseconda le nuove sperimentazioni formali, i linguaggi architettonici di tendenza, ma anche le rinnovate sfide strutturali e le tecnologie di avanguardia. Riconosciuto indispensabile strutturalmente, è al centro delle ricerche scientifiche e applicative più avanzate, mirate alla decarbonizzazione.

La rivista ha l’ambizione di documentare i cambiamenti del materiale, i progressi in tema di sostenibilità, i risultati in termini di espressività architettonica ed arditezza strutturale. Per questo tra le sue pagine viene dato ampio spazio alle migliori opere di architettura realizzate in Italia – soprattutto dagli studi più giovani – ma anche all’estero, in ogni continente, per comprendere la capacità del cemento di adattarsi alle condizioni locali più diverse.

Ogni numero riserva sempre uno spazio importante per la sostenibilità ambientale, in cui si documenta il dibattito e gli avanzamenti dei progetti di ricerca europei. Soprattutto, si presentano le soluzioni progettuali sostenibili più interessanti: dai cementi a facciavista di Modus Architects, che sfruttano gli inerti in esubero di cantieri paralleli, a quelli della sede di BIG in Danimarca, che ottengono il riconoscimento Gold del più importante ente certificatore europeo di sostenibilità; passando per esempio per i calcoli che – nella biblioteca pubblica di Oslo – dimostrano la riduzione di oltre il 50% del carbonio incorporato nella costruzione in cemento rispetto a soluzioni alternative, grazie al minor consumo complessivo di materiale, o ai prototipi realizzati in Germania con il nuovissimo C3 – Carbon Concrete Composite.

Uno spazio importante è dedicato ai restauri, che ci ricordano le enormi potenzialità di riuso e la durabilità di una struttura in cemento: si pensi al recente restauro della Torre Velasca a Milano, cui è dedicata anche la copertina dell’ultimo numero, in cui si spiega come l’intervento strutturale richiesto sia stato minimo, proprio perché l’edificio rispondeva ancora ottimamente, anche in caso di terremoto.

Non manca infine spazio per raccontare il ruolo del cemento nella cultura, anche presentando mostre che approfondiscono aspetti storico-costruttivi.

La rivista, è noto, ha una lunga storia. Nata nel 1929 per provare a contrastare l’attacco della propaganda fascista che favoriva i materiali tradizionali, non riuscì nell’intento e nel 1936, con l’avvento delle restrizioni autarchiche, il cemento armato fu proibito in Italia. Riprese le pubblicazioni nel dopoguerra, testimoniando i successi della scuola italiana di ingegneria dall’emergenza della ricostruzione all’entusiasmo del boom economico, fino agli anni della crisi e dei cambiamenti socio-politici. Nel 2008 la crisi dell’editoria ne ha interrotto la pubblicazione ma dal 2021 è ripartita.

La scelta del formato cartaceo è maturata anche dal desiderio di valorizzare l’immagine del materiale, attraverso l’occhio dei principali fotografi di architettura del mondo. La controcopertina, invece, è affidata a un’illustrazione, che con grazia interpreta il tema nel numero.

Il cemento, insomma, non finisce mai di stupire e la rivista ha il compito di ricordarlo!

 

*** articolo sponsorizzato

Autore

  • Tullia Iori

    Professoressa ordinaria presso la Macroarea di Ingegneria dell'Università degli studi di Roma Tor Vergata. Dal 1994 conduce le sue ricerche indagando la storia della costruzione e dell'ingegneria strutturale, con particolare riferimento alle applicazioni relative alla conservazione. Dal 2012 è Principal Investigator nel progetto SIXXI dedicato alla Storia dell'ingegneria strutturale italiana e cura i volumi della serie SIXXI con i risultati della ricerca. Autrice di centinaia di pubblicazioni, ha curato diverse mostre sui protagonisti della Scuola italiana di ingegneria e sulle loro opere

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Last modified: 9 Aprile 2024