Visit Sponsor

Michele RodaWritten by: Reviews

Autostrada del Brennero, 50 anni di asfalto e paesaggio tra le Alpi

Una mostra a Trento, in uno spazio simbolico (una galleria stradale rigenerata come luogo di cultura), apre le celebrazioni per l’infrastruttura che ha segnato lo sviluppo territoriale

 

TRENTO. 314 chilometri raccontati in 50 metri. Un lungo e articolato nastro d’asfalto (“un’opera unitaria fatta di ponti, viadotti, gallerie, svincoli, stazioni autostradali, aree di sosta e di servizio, che si succedono lungo un rilevato continuo e originario”, come scrivono i curatori) “ridotto” e narrato in una piccola galleria.

Il luogo stesso che ospita la mostra “Autostrada del Brennero. Architetture e paesaggi” è simbolico, doppiamente. La Galleria Bianca si trova a pochi metri dalla A22 e racconta una storia d’infrastrutturazione e di rigenerazione: con la “sorella” Galleria Nera, costituivano parte integrante del percorso della SS 12, sotto il Doss Trento. Chiuse al traffico nel 2007, dal 2009 – con progetto di Elisabetta Terragni – sono uno spazio espositivo gestito dalla Fondazione Museo storico del Trentino.

 

Raccontare una strada

In questo contesto suggestivo, l’esposizione apre le celebrazioni dei 50 anni dell’Autostrada del Brennero: oltre 300 chilometri tra Campogalliano, a sud, dove si congiunge con la A1 (70 metri di altitudine) e il Passo del Brennero, dove, a 1372 metri di quota, si connette con la rete austriaca, tratto essenziale del corridoio europeo E45 che collega il Mare del Nord con lo Stretto di Messina. Gli ambienti e i paesaggi di questo percorso chiave della mobilità nazionale sono stati attentamente sondati nel lavoro di studio condotto, a partire dal 2019, dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, con il gruppo di ricerca coordinato da Andrea Gritti, il cui primo risultato “sviluppa un dialogo serrato tra cartografia tematica, modelli tridimensionali e fotografia, e restituisce un’accurata tomografia di tutto il percorso dell’autostrada e dei territori attraversati. Ne emerge […] un mosaico di molteplici paesaggi che si fondano di volta in volta su un rapporto in verticale figura-sfondo, fondovalle-montagna, oppure su un rapporto in orizzontale allargato ai campi agricoli della pianura veneto-padana”, come scrive Renato Bocchi nella prefazione del catalogo.

 

 

Mappe iconografiche

Nello spazio allungato della Galleria, il settore più ampio dell’esposizione ospita l’intensa sequenza di fotografie di Giovanni Hänninen. Il racconto del territorio e del paesaggio attraverso la campagna fotografica ha esempi alti e straordinari. Tra i più recenti, Gritti (nel saggio contenuto nel primo dei tre volumi che documenteranno la ricerca) ricorda due coppie, nella seconda metà degli anni ’90: James Corner e Alex MacLean in Nord America, Gabriele Basilico e Stefano Boeri sui paesaggi italiani. Queste le fonti d’ispirazione di un viaggio – condotto tra 2021 e 2022 – per documentare l’accelerazione delle trasformazioni, ai bordi dell’autostrada, nella megalopoli padana, così come il disegno dei suoli, anche agricoli, ai lati dei fiumi Adige e Isarco o gli sfondi maestosi dei paesaggi dolomitici.

L’autostrada non è il soggetto principale, ma il punto di osservazione per un racconto vivido e ricco dei luoghi attraversati, che proprio quei flussi di auto e camion modificano radicalmente. Vince un doppio sguardo, dell’oggetto e dall’oggetto, dell’interno e dell’intorno. Un approccio innovativo all’infrastruttura, che viene declinato anche in una sequenza di 15 modelli tridimensionali 1:2000, appesi, che rappresentano il territorio nel raggio di 500 metri dalle 22 aree di servizio, presidi e sentinelle del territorio, luoghi di sosta e di condensazione.

 

 

Palinsesti

Insieme alla celebrazione dei 50 anni dell’Autostrada e alla qualità dello studio e delle restituzioni (che rinnova quanto lo stesso gruppo di studio del Politecnico aveva fatto anni fa per il tratto autostradale A4 tra Milano e Bergamo), la mostra di Trento è l’occasione per un approfondimento storico che diventa lezione quanto mai attuale in tema di progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture.

Una sezione è dedicata ai documenti di progetto (disegni ma anche video delle fasi di cantiere), in cui si distinguono le figure, tra gli altri, dei fratelli Bruno e Lino Gentilini (progettisti principali) e di Costantino Dardi, cui si deve l’area di servizio Garda Ovest. Ma anche, forse soprattutto, di Pietro Porcinai. È il 1965 quando – con progetti esecutivi approvati e cantieri avviati – la Provincia di Bolzano ottiene la sospensione dei lavori e richiede una consulenza paesaggistica affidata al progettista fiorentino. “L’ampliamento della banchina spartitraffico nel tratto di pianura – scrive Gritti –, il rinverdimento delle scarpate laterali, l’inserimento di un elemento di protezione continuo in acciaio cor-ten, sono alcuni degli interventi progettuali […] trasformando la sede autostradale in un sistema di giardini lineari in grado d’interpretare le variazioni dei territori attraversati”.  Il metodo di lavoro, inedito per l’epoca, di progressiva integrazione tra le competenze ingegneristiche, architettoniche e del paesaggio sembra essere, ancora oggi, una lezione da perseguire, intendendo l’infrastruttura come un palinsesto dinamico (scritto e riscritto) dentro il palinsesto (ugualmente stratificato e in movimento) del territorio attraversato.

Immagine di copertina: Autostrada A22 da un cavalcavia nei pressi Carpi (MO) © Giovanni Hänninen

 

Autostrada del Brennero. Architetture e paesaggi

Fino al 3 marzo 2024, presso la Fondazione Museo storico del Trentino, Le Gallerie, Piazza di Piedicastello, Trento

Promossa da: Autostrada del Brennero SpA e DAStU (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano)

In collaborazione con: Alta Scuola Politecnica e Fondazione ing. Lino Gentilini

A cura di: Andrea Gritti, Elena Fontanella, Claudia Zanda

Fotografie: Giovanni Hänninen

Materiale d’archivio e collezioni: Archivio leStrade, Milano, Archivio Pietro Porcinai, Fiesole, Autostrada del Brennero SpA, Trento, Fondazione ing. Lino Gentilini, Trento, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma. Collezione MAXXI Architettura. Archivio Costantino Dardi.

Ordinamento scientifico a cura dell’Archivio Progetti Università IUAV di Venezia

Primo volume della ricerca: Autostrada del Brennero. Architetture e paesaggi. Mappe iconografiche, di Andrea Gritti, fotografie di Giovanni Hänninen, Rubettino, 2023, 128 pagine, 25 €

 

Nella galleria, una seconda mostra

Proseguendo longitudinalmente il percorso della galleria, s’incontra “Alps: comprendere le Alpi”. Fino al 25 febbraio, la mostra si propone di comprendere la montagna – quella vissuta, quella percepita e quella governata – in un momento storico attraversato da enormi accelerazioni e mutamenti, dove le Alpi, terra di mezzo, si presentano al centro del cambiamento. La presenza delle infrastrutture, delle industrie, del turismo di massa, delle vie di comunicazione e, più in generale, degli effetti moltiplicatori della forza umana connessa all’uso massiccio delle protesi tecnologiche, hanno portato i territori di montagna al centro dell’attenzione. In questo continuo cambiamento, le Alpi sono diventate un grande laboratorio di studio transnazionale e multietnico per la messa a punto di buone pratiche e per l’elaborazione di modelli di organizzazione territoriale ecosostenibili. Grazie a un eccellente allestimento, fatto di enormi pannelli lignei (inclinati a richiamare l’orografia montana) in dialogo con massicci basamenti e con l’intelligence sfruttamento delle pareti concave dello spazio, il percorso espositivo si concentra sugli ultimi secoli, dal basso Medioevo in avanti, quando la colonizzazione rurale della montagna pone le basi per la nascita del paesaggio alpino come noi lo conosciamo. I temi scelti si articolano in una serie di azioni che identificano altrettante aree: abitare, conquistare, governare, raccontare, lavorare e rappresentare le Alpi. C’è spazio anche per mostrare l’architettura dei rifugi alpini.

Mostra promossa da Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con Trento Film Festival, con la partecipazione di Club Alpino Italiano; Fondazione Dolomiti UNESCO; Museo etnografico trentino San Michele – METS; Parco Naturale Adamello Brenta; Parco Nazionale dello Stelvio; Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia autonoma di Trento; Società Alpinisti Tridentini; Slow Food Editore e Slow Food Trentino Alto Adige; Tsm|step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio, con il contributo di Fondazione CaritroA cura di Alessandro de Bertolini; Luca Carascristi; Sara Zanatta

 

Autore

  • Michele Roda

    Nato nel 1978, vive e lavora a Como di cui apprezza la qualità del paesaggio, la tradizione del Moderno (anche quella svizzera, appena al di là di uno strano confine che resiste) e, soprattutto, la locale squadra di calcio (ma solo perché gioca le partite in uno stadio-capolavoro all’architettura novecentesca). Unisce l’attività professionale (dal 2005) come libero professionista e socio di una società di ingegneria (prevalentemente in Lombardia sui temi dell’housing sociale, dell’edilizia scolastica e della progettazione urbana) a un’intensa attività pubblicistica. È giornalista free-lance, racconta le tante implicazioni dei “fatti architettonici” su riviste e giornali di settore (su carta e on-line) e pubblica libri sui temi del progetto. Si tiene aggiornato svolgendo attività didattica e di ricerca al Politecnico di Milano (dove si è laureato in Architettura nel 2003), confrontandosi soprattutto con studenti internazionali. Così ha dovuto imparare (un po’) l’inglese, cosa che si rivela utilissima nei viaggi che fa, insieme anche alla figlia Matilde, alla ricerca delle mille dimensioni del nostro piccolo mondo globale

About Author

(Visited 522 times, 1 visits today)
Share

Tag


, , , ,
Last modified: 20 Dicembre 2023