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Christine DesmoulinsWritten by: Reviews

Metro! Tutte le sfide del Grand Paris Express

In mostra alla Cité de l’Architecture et du Patrimoine il progetto dell’infrastruttura che dal 2030 cambierà la vita di 12 milioni di abitanti

 

In attesa del 2030, data annunciata per il completamento delle stazioni del Grand Paris Express, i cantieri di questi nuovi impianti che circonderanno la capitale proseguono per favorire gli spostamenti tra le periferie, alleviare linee sovraffollate, decongestionare territori e collegare vari poli di sviluppo. Con quattro nuove linee e l’estensione di due esistenti, un percorso a doppio anello di 200 chilometri, 68 stazioni e lo sviluppo di quartieri attorno a questi futuri poli urbani, i titanici lavori avviati nel 2009 dal presidente Nicolas Sarkozy si presentano come il più grande progetto infrastrutturale in Europa.

La Cité de l’Architecture et du Patrimoine e la Société du Grand Paris, creata dallo Stato nel giugno 2010 per gestirlo, ci offrono oggi una visione d’insieme in una mostra panoramica avvincente. Per comprendere meglio ciò che è in gioco, il percorso ritorna sulla metropolitana e sulla sua storia, dai grandi lavori dell’ingegnere Fulgence Bienvenue (1852-1936), alla nascita della metropolitana parigina nel 1897 e alle mutazioni urbane che ne derivano.

«Guidando il pubblico nel passaggio dalla metropolitana alla metropoli, questa mostra permette di comprendere come questa metropolitana veloce trasformerà la percezione delle distanze e dei territori. Al centro del percorso, il Grand Paris Express si svela attraverso diverse tipologie di stazioni. Si sviluppano in profondità e avviano sequenze di paesaggio che creano nuovi spazi pubblici e intessono nuovi legami sociali», precisano Dominique Perrault e Francis Rambert, che condividono la curatela della mostra con lo storico Jean-Marc Hofman, assistente conservatore presso la galleria dei calchi della CAPA.

Per passare dalla città del Barone Haussmann alla metropoli del Grand Paris, dove vivono oggi circa 12 milioni di abitanti, hanno unito immaginazione ed exploit tecnici. Cinque grandi sequenze affrontano l’avventura urbana sui binari, l’immaginario, la realtà e una visione cinematografica della metropolitana, l’articolazione tra il sottosuolo e lo spazio pubblico, “l’arcipelago del Grand Paris” e infine, le sue voci e i suoi volti.

 

Dall’epopea dei pionieri al Grand Paris Express

La prima sala, che assume la forma di un’immersione nel paesaggio delle infrastrutture con i suoi escavatori di tunnel, è un omaggio all’ingegneria francese contemporanea. Pur evocando altri affascinanti cantieri come quello del tunnel sotto la Manica, fa eco alla memoria dei primi cantieri della metropolitana parigina in relazione all’evoluzione della capitale e alla sua crescente permeabilità con la periferia. Dalla realizzazione delle linee all’estetica delle stazioni Art Nouveau disegnate da Hector Guimard (1867-1952), attraverso le grandi sfide tecniche domate dagli ingegneri dell’epoca, modelli, piani e foto ripercorrono l’epopea dei pionieri: scalinata circolare che si tuffa negli abissi alla stazione Abesses, record di profondità alla stazione Danube, passaggio sotto la Senna….

Le nuove stazioni di oggi sono luoghi d’imprese paragonabili, ma a differenza delle stazioni del XIX secolo che s’inserivano in una città preesistente, queste federano la nascita di nuovi quartieri. Una carta architettonica elaborata dall’architetto e urbanista Jacques Ferrier ha quindi guidato la progettazione delle stazioni e la loro articolazione con lo spazio pubblico, affrontando la sfida di conferire un’identità globale a questa rete dove ogni stazione firmata da un architetto diverso si radica in un territorio particolare con un’architettura specifica.

5 tipologie di stazioni

La sequenza dell'”arcipelago del Grand Paris” testimonia questa diversità attraverso un panorama di 16 stazioni collocate nell’evoluzione del paesaggio circostante entro un raggio di 800 metri. Possono essere declinate in cinque tipologie. Le stazioni “piranesiane” si tuffano fino a 50 metri di profondità, come quelle di Bagneux – Lucie Aubrac progettate dall’Atelier Marc Barani o quella di Villejuif Gustave Roussy di Dominique Perrault Architecture. Come quelle de La Courneuve Six-Routes di ChartierDalix, le “stazioni-paesaggio” integrano l’idea di città naturale quando altre, come quelle dell’ospedale Bicêtre dell’agenzia Viguier o quella di Villejuif Louis Aragon di Philippe Gazeau, sono piuttosto “stazioni-passaggio” che sviluppano lo spazio pubblico. Altre ancora sono “stazioni-ponte o aeree” che, come Parc des Expositions di Dietmar Feichtinger o CEA Saint-Aubin di Atelier Novembre, fanno eccezione in un network prevalentemente sotterraneo. Alcune, infine, rafforzano “hub” di mobilità, come quelli dell’Aeroporto di Orly con François Tamisier, del Pont de Sèvres con l’agenzia Duthilleul e del Bourget con Elizabeth de Portzamparc/2Portzamparc.

 

Un’importante commissione di opere d’arte

Questo nuovo metrò si distingue anche per l’importanza delle commissioni pubbliche affidate agli artisti che hanno collaborato con gli architetti su ciascuna delle stazioni. Tatiana Trouvé interviene sul pavimento della stazione di Bagneux, dove Marc Barani ancorerà una costruzione in cemento matriciale a 33 metri di profondità, ispirandosi alle strutture trogloditiche. A Villejuif, dove la stazione di Dominique Perrault, fatta di una copertura a sbalzo leggera e trasparente, fluttua sopra un ampio pozzo centrale di ampi spazi a maglia metallica, 58 cassonetti luminosi e riflettenti dell’artista Ivan Navarro scandiranno i soffitti circolari dei livelli sotterranei. La stazione dell’ospedale Bicêtre firmata da Viguier si allunga lungo la copertura dell’autostrada A6, scandita da alti paraventi in cemento color terra, la cui tela di fondo cinematografica guida i viaggiatori attraverso le circolazioni verticali. Due di questi muri sono stati affidati a Eva Jospin, che ha creato un fianco di roccia in cemento ritmato a cui si aggrappano liane di bronzo.

Immagine di copertina: © Gaston Bergeret – Cécile Septet

LEGGI L’ARTICOLO IN FRANCESE

Métro ! Le Grand Paris en movement8 novembre – 2 giugno 2024Cité de l’Architecture et du Patrimoinecitedelarchitecture.fr/fr/agenda/exposition/metro-le-grand-paris-en-mouvement

 

 

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 13 Dicembre 2023