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Monica ZerboniWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. La ricrescita felice di Eindhoven

Nel quinto centro dei Paesi Bassi l’energia creativa circola libera tra Dutch Design Week, riconversione dell’ex Philips e piani urbani innovativi

 

EINDHOVEN (OLANDA). Se siete fra coloro che di una città apprezzano la modernità e il dinamismo, Eindhoven è il posto per voi. Qui infatti non trovate l’Olanda dei mulini a vento e dei campi di tulipani, ma i Paesi Bassi del futuro, fatti di architetture avveniristiche, design sperimentale e alta tecnologia. A Eindhoven l’energia creativa non è confinata in un singolo museo o in un quartiere, ma circola libera in ogni luogo, trasforma edifici dismessi in spazi per la cultura e il tempo libero, fa convivere bar e ristoranti con gallerie d’arte, trasforma le periferie in stimolanti poli di attrazione.

La città si gira facilmente, soprattutto nel centro che ha una vasta area pedonale, mentre per i percorsi più lunghi basta procurarsi una bicicletta. Qui pedalare non significa solo spostarsi velocemente, ma anche accettare uno stile di vita, con piste ciclabili estese su tutto il territorio urbano e spesso più ampie delle corsie per auto.

 

La quinta città dei Paesi Bassi

Con poco più di 230.000 abitanti, Eindhoven è, per dimensioni, la quinta citta dei Paesi Bassi. Si trova nella provincia del Brabante settentrionale e, anche se è lontana dalle classiche mete turistiche, attira ogni anno grandi flussi di visitatori. Merito della Dutch Design Academy, grande campus universitario fucina di start up e nutrice di protagonisti del design internazionale come Marcel Wanders e Hella Jongerius. E merito soprattutto della Dutch Design Week, che è oggi l’evento del settore più importante del Nord Europa. L’edizione di quest’anno, tenutasi dal 21 al 29 ottobre con il titolo “Picture this! Invertiamo la tendenza”, ha offerto eventi dislocati in oltre 100 sedi fra mostre, laboratori e conferenze sui temi della sostenibilità.

 

Strijp S, la nuova vita dell’ex Philips

Poiché a volte basta un singolo quartiere per capire una città, per raccontare Eindhoven e la sua storia occorre partire da Strijp S, l’area degli ex stabilimenti Philips. Qui sul finire dell’Ottocento nacque l’omonima fabbrica di lampadine e apparecchi radio e poi televisivi che, nel corso di un secolo, fece la ricchezza della città e ne disegnò l’identità urbana, fatta d’insediamenti industriali e quartieri operai. Ma quando una trentina d’anni fa la ditta decise di chiudere tutti gli impianti e di trasferirli ad Amsterdam, Eindhoven reagì alla pesantissima crisi economica e sociale ricorrendo alla fantasia. Afferma Cees Donkers, designer e urbanista che ha contribuito a far risorgere la città, che “a volte c’è bisogno di una calamità per creare qualcosa di nuovo”. Così, chi aveva perso il lavoro sfruttò le sue conoscenze tecnologiche per creare nuove imprese, mentre architetti e urbanisti in un laboratorio aperto anche ai cittadini si misero a studiare come ripianificare il territorio e recuperare il grande patrimonio industriale lasciato dalla Philips.

Gli impianti che occupavano i 270.000 mq dell’ex polo industriale sono così diventati punti di riferimento per progettare nuovi pezzi di città in cui, sulla base del masterplan West 8, massicci interventi di edilizia contemporanea come il nuovo complesso S-West di Orange Architects si alternano a vecchie fabbriche riconvertite in entità polifunzionali. In esse vita, lavoro e cultura s’intrecciano fra negozi alla moda e ristoranti multietnici, lussuosi loft e impianti sportivi, laboratori artigianali e incubatori d’impresa di nuova generazione. Tutto questo in un progetto dinamico che non rinnega la sua storia, valorizzandola attraverso tour e visite organizzate ai luoghi simbolo della metamorfosi urbana.

È Strijp S il quartiere che meglio illustra il DNA stratificato della Eindhoven odierna. In questa ex cittadella dell’industria, un tempo accessibile ai soli dipendenti Philips, sono rinati a nuova vita alcuni degli edifici più rappresentativi del vecchio parco industriale. Il Klokgebouw, ex torre direzionale ospita oggi più di cento modernissimi uffici; l’Apparatenfabriek, l’officina di produzione, è stata trasformata in un articolato campus aziendale, mentre nelle maestose strutture dell’ex centrale elettrica hanno trovato sede alcune imprese dedicate allo sviluppo sostenibile.

Nell’attigua area chiamata Strijp R, là dove un tempo si producevano radio e televisori, sono invece concentrati studi e aziende dedicati al design e alla progettazione industriale. Fra questi anche il laboratorio multitasking del famoso designer Piet Hein Eek, che ha aperto qui anche un ristorante e un hotel.

 

Boeri, Ponti, Fuksas, un po’ di Italia

È parte del piano di rinnovamento urbano della Strijp S anche la Trudo Vertical Forest di Stefano Boeri Architetti, che applica per la prima volta il modello del Bosco verticale all’edilizia sociale. Nei suoi 19 piani il palazzo ospita più di 100 appartamenti ad affitto calmierato, i cui costi di realizzazione sono stati ridotti grazie all’utilizzo di soluzioni costruttive prefabbricate e l’ottimizzazione delle risorse energetiche.

Anche se Eindhoven è una città millenaria, ben poco è rimasto della sua storia a causa dei pesanti bombardamenti subiti nella seconda guerra mondiale. La ricostruzione postbellica è stata caratterizzata da piani urbanistici e progetti architettonici all’insegna della modernità e non sono mancati nel corso degli anni gli interventi di nomi illustri chiamati a valorizzare il centro cittadino.

Oltre a Gio Ponti, incaricato nel 1967 di ridisegnare la facciata dei grandi magazzini De Bijenkorf e l’attigua piazzetta da lui trasformata in un teatro all’aperto, occorre ricordare il masterplan firmato da Massimiliano Fuksas nel 1998 che ha visto il ridisegno della centralissima piazza “18 settembre” con la realizzazione di un garage sotterraneo per le biciclette. Ma Fuksas è soprattutto l’autore dell’iconico De Blob, una nuvola spaziale di vetro e acciaio alta 25 metri che funge da portale d’ingresso alla torre De Admirant e al suo centro per lo shopping. All’innovativo design del complesso si contrappone la composta eleganza del vicino palazzo De Witte Dame (la Dama Bianca), architettura industriale degli anni venti, un tempo sede degli uffici direzionali Philips ed oggi vivace incubatore d’idee che ospita anche le aule della Dutch Design Academy. Una massiccia struttura di pietra grigia tutta angoli smussati e inclinazioni, realizzata nel 2003 dal progettista olandese Abel Cahen, costituisce invece l’ampliamento dell’importante museo d’arte contemporanea Van Abbe.

 

Dal 2015, il nuovo programma urbanistico

A partire dal 2015 il Comune ha intrapreso un nuovo programma urbanistico destinato a rinnovare l’immagine del centro storico, con la consulenza di Winy Maas, fondatore dello studio MVRDV di Rotterdam.

Con il contributo di un’azione partecipata di residenti, imprenditori ed esperti dei vari settori coinvolti, Maas ha elaborato tra il 2017 e il 2022 un masterplan che, definendo prioritario il benessere dei residenti, si sviluppa su due principali linee guida: la densificazione urbana e l’aumento delle aree verdi. Tra le azioni intraprese vi sono il ridisegno delle superfici orizzontali con precedenza alle aree pedonali e la trasformazione delle principali vie dello shopping in boulevard alberati per ridurre il traffico veicolare e favorire un aumento del 50% della mobilità lenta. Inoltre, per rendere il centro animato anche dopo la chiusura dei negozi è stata intrapresa la costruzione di decine di nuove abitazioni distribuite in edifici di altezze variabili.

È stata anche pianificata la valorizzazione del patrimonio esistente attraverso il completo restyling di alcuni edifici architettonicamente datati. In particolare, sarà lo stesso studio MVRDV a curare la riconversione del popolare shopping center De Huevel in un articolato polo culturale ad alta densità e sostenibilità. Le strutture esistenti saranno ampliate e aperte per connettersi con gli spazi pubblici circostanti. I passaggi coperti oggi esistenti saranno sostituiti da percorsi a cielo aperto, mentre i tetti saranno giardini pensili fruibili per aumentare il benessere e l’attrattiva della zona. Sopra all’esistente Muziekgebouw, l’auditorio comunale, prenderà forma un ulteriore spazio per concerti sormontato da una piramide di vetro “scalabile” e accessibile al pubblico. Nella visione di Maas il nuovo De Heuvel, tuttora in fase di progetto, diventerà un importante punto di riferimento nella vita della città. In esso shopping, cultura e tempo libero rappresenteranno un accattivante e modernissimo mix di funzioni e trasformeranno il cuore di Eindhoven in un accogliente salotto per residenti e turisti.

 

 

 

Autore

  • Monica Zerboni

    Nata a Torino e laureata presso l’Università Statale di Milano, è giornalista pubblicista, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. È stata corrispondente dalla Germania per le riviste “Abitare” e “Costruire”. Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione ed in particolare ha lavorato come addetta stampa presso importanti studi di architettura. Ha svolto attività di redazione, traduzione e coordinamento per varie case editrici. Scrive articoli e approfondimenti in italiano, inglese e tedesco per diverse testate specializzate e non, italiane e estere (Abitare, Costruire, Il Sole 24 Ore, In Town Magazine, Frame, Mark, Architektur&Wohnen, HOME, Home Journal, Perspective, Azure, Interiors, Urbis, Urbis Landscape, Vogue Australia ecc.)

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Last modified: 15 Novembre 2023