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Christine DesmoulinsWritten by: Reviews

Notre-Dame de Paris, il cantiere in mostra

Notre-Dame de Paris, il cantiere in mostra

La Cité de l’Architecture et du Patrimoine illustra storicamente l’intervento che nel 2024 riporterà alla vita la cattedrale di Parigi andata in fiamme

 

PARIGI. Tutti ricordano lo sconcerto dei parigini nell’aprile 2019 quando la cattedrale di Notre-Dame è andata in fiamme. Oggi, i lavori di restauro continuano sotto l’egida dell’ente pubblico dedicato, che si è impegnato a restituire il luogo di culto ai fedeli e ai visitatori di tutto il mondo entro il 2024.

La mostraNotre-Dame de Paris, dai costruttori ai restauratori” fa seguito alla prima fase che la Cité de l’Architecture et du Patrimoine aveva dedicato a questo importante cantiere, con la mostra “Omaggio a Notre-Dame”, che aveva permesso di ripercorrere la plurisecolare storia di questo monumento significativo e di mettere in luce il processo di restauro.

Sotto la guida della sua curatrice Isabelle Marquette, conservatrice del patrimonio, questa nuova presentazione ritorna alla storia dell’edificio, che fin dai suoi albori è stato caratterizzato da vere innovazioni.

 

Un cantiere moderno fin dalla nascita

La mostra è nata da una coproduzione tra la Cité e l’ente pubblico. All’interno del percorso delle collezioni permanenti, nella grande navata situata al piano terra del Palais de Chaillot, l’obiettivo è anche di esaminare gli aspetti, la metodologia e le tecniche adottate in questo cantiere emblematico, che ha coinvolto, oltre agli architetti e agli ingegneri, le competenze d’innumerevoli artigiani e operai specializzati.

Quando, intorno al 1160, l’arcivescovo di Parigi Maurice de Sully decise di ricostruire la cattedrale, fece una scelta decisamente moderna adottando i principi dell’architettura gotica nascente. Già all’inizio del XIII secolo si eresse il coro, mentre il corpo si sviluppò con le sue cinque navate e le torri della facciata si eressero gradualmente. Questo per integrare le ultime innovazioni e far penetrare abbondante luce nell’edificio. Una modifica del progetto originale avrebbe presto reso la cattedrale ancora più slanciata, concedendo ampio spazio all’ampliamento delle grandi finestre.

A metà del XIII secolo, Jean de Chelles e Pierre de Montreuil ricostruirono il transetto. Nella giunzione tra il coro e la navata, imponenti rose vetrate consentirono all’edificio di essere invaso da una luce multicolore.

Il nome dell’architetto Eugène Viollet-le-Duc è indissolubilmente legato alla cattedrale, che ha completamente restaurato tra il 1843 e il 1865 trasformandola in un manifesto delle sue allora innovative idee sul restauro. Lasciando un’impronta duratura su questo monumento, ne cambiò il corso della storia, e la famosa guglia da lui progettata sarà ricostruita all’identico.

La seconda parte della mostra si conclude con l'”Angelo sorridente” di Reims, un’icona del vandalismo tedesco il cui calco è conservato presso il Museo dei monumenti francesi, una delle istituzioni che fanno parte della Cité de l’Architecture et du Patrimoine. Quest’opera introduce il concetto di “reliquia”, illustrato da una guglia che sputa piombo, ricordo dell’incendio che ha distrutto la cattedrale di Reims il 19 settembre 1914 a seguito dei bombardamenti dell’esercito tedesco.

Immagine di copertina: © David Bordes

 

 

“Notre-Dame de Paris, dai Costruttori ai Restauratori”
fino al 2 giugno 2024
Cité de l’Architecture et du Patrimoine
Palais de Chaillot 1 Place du Trocadéro et du 11 Novembre
citedelarchitecture.fr/fr/agenda/exposition/notre-dame-de-paris-des-batisseurs-aux-restaurateurs

 

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 25 Ottobre 2023