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Gianluca FredianiWritten by: , Reviews

Hans Hollein, disinibito ed eclettico

Hans Hollein, disinibito ed eclettico

All’Architekturzentrum di Vienna una mostra su una delle voci più provocatorie del dibattito internazionale tra anni settanta e novanta

 

VIENNA. L’AzW-Architekturzentrum ospita un’ampia mostra dedicata ad Hans Hollein (1934-2014), architetto e docente universitario che, con i suoi scritti e i suoi lavori, è stato una delle voci più provocatorie del dibattito internazionale tra gli anni settanta e novanta.

Il suo rifiuto del funzionalismo e la sua ricerca sul linguaggio (post)moderno sono stati sin dall’inizio accompagnati da accese critiche ed encomi solenni, culminati nell’assegnazione del Pritzker Prize nel 1985. I forti legami con la cultura americana lo hanno incoraggiato ad interagire con intellettuali e artisti per rivoluzionare la tradizione architettonica. La forza iconoclasta dei suoi lavori suscita, ancora oggi, passioni pubbliche così intense che risulta quasi impossibile assumere una posizione neutrale nei confronti della sua opera.

 

Un confronto con gli studi emergenti

Per superare questa difficoltà interpretativa, i curatori della mostra (Lorenzo De Chiffre, Benni Eder e Theresa Krenn) hanno proposto una felice chiave di lettura, traghettando i suoi progetti nel contesto contemporaneo e mettendoli a reagire accanto al lavoro di alcuni studi di architettura emergenti. Da questi confronti ravvicinati emergono sintonie e contrasti inaspettati che, lasciando sullo sfondo il fin troppo frequentato tema della reintepretazione del passato, mettono in primo piano altre sfumature della ricerca di Hollein, come la sperimentazione sui materiali o il rapporto col paesaggio.

Ospitata nel bello spazio voltato delle antiche scuderie imperiali (1713-25) di Johann Bernhard Fischer von Erlach, la mostra ripropone la complessa versatilità del lavoro di Hollein nell’intersezione di diversi media: modelli, disegni, video, testi, schizzi, fotografie ed altro ancora. La struttura del percorso espositivo e la suddivisione dei materiali in mostra è articolata per settori: allestimenti, fotografia, arredamenti, materialità, città, modelli, riferimenti, arte, insegnamento, lavoro di gruppo, pubblicità.

Al centro della sala, i curatori hanno selezionato quindici fra i principali progetti usciti dall’Atelier Hollein, che spaziano dal negozio Retti (1965) a Vienna, che segnò l’inizio della sua carriera, al progetto per il parco scientifico Vulcania (1994), realizzato nell’Auvergne francese.

Il ricco catalogo che accompagna la mostra è suddiviso in tre parti distinte: la prima raccoglie le interviste e le discussioni sviluppate con gli ospiti internazionali; la seconda affronta i temi centrali del discorso architettonico; la terza, infine, illustra i progetti di Hollein con materiali inediti o poco noti provenienti dal suo archivio personale che, piuttosto che insistere sulle immagini patinate delle numerose realizzazioni, cercano di esplorarne soprattutto il metodo di lavoro e la complessità del processo progettuale.

Ne emerge il profilo ambivalente di un architetto disinibito ed eclettico, contraddittorio e controverso, che cerca il proprio riscatto, ad ogni costo, nella libertà creativa. Ed è per questo motivo che, in occasione dell’attribuzione del Pritzker Prize, la giuria gli riconobbe il merito di essere “(…) un superbo insegnante, che con il suo esempio spinge i giovani a correre grandi rischi e a fare in modo che non il progettista ma la cosa progettata rimanga di primaria importanza”. Sottolineando anche che “senza esitazioni, egli continua a praticare ciò che proclamò a nome dei suoi colleghi architetti un quarto di secolo fa, all’inizio della sua illustre carriera: Restituiamo all’uomo la gioia di costruire”.

Immagine di copertina: © Reiner Riedler

 

Hollein Calling. Architectural Dialogues

21 settembre-12 febbraio 2024
Architekturzentrum Wien
azw.at/en/event/hollein-calling/

Ideazione e allestimento: Lorenzo De Chiffre, Benni Eder, Theresa Krenn
Grafica: Studio Polimekanos
Coordinamento: Katrin Stingl, AzW
Fonti archivistiche: Claudia Lingenhöl, AzW
Materiali: archivio Hans Hollein, AzW e MAK, Vienna
Progetti in mostra: Kerzengeschäft Retti (1964-65), Richard Feigen Gallery (1967-69), Austriennale (1968), Carl Friedrich von Siemens Stiftung (1969-72), Media-Linien (1971-72), Juwelier Schullin I (1972-74), Städtisches Museum Abteiberg (1972-82), MAN transFORMS (1974-76), Österreichisches Verkehrsbüro (1976-79), Museum für Glas und Keramik Teheran (1977-78), Volksschule Köhlergasse (1979-90), Juwelier Schullin II (1981-82), Museum für Moderne Kunst Frankfurt (1982-91), Haas Haus (1985-90), Vulcania (1994-2002)
Architetti a confronto: Almannai Fischer Architekt:innen, Monaco di Baviera / baukuh, Milano / Bovenbouw Architectuur, Anversa / Claudia Cavallar, Vienna / Aslı Çiçek, Bruxelles / Conen Sigl Architekt:innen, Zurigo / doorzon interieur architecten, Gent / Expanded Design, Vienna / Martin Feiersinger, Vienna / David Kohn Architects, Londra / Kühn Malvezzi, Berlino / Lütjens Padmanabhan Architekt:innen, Zurigo / Manthey Kula, Oslo / Monadnock, Rotterdam / OFFICE Kersten Geers David Van Severen, Bruxelles
Catalogo: Lorenzo De Chiffre, Benni Eder, Theresa Krenn e Architekturzentrum Wien (a cura di), Park Books Ed., Zurigo, 2023

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Last modified: 3 Ottobre 2023