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Mara Patrizia CorradiWritten by: Progetti

Indonesia: 100 microbiblioteche per innestare cultura nelle città

Indonesia: 100 microbiblioteche per innestare cultura nelle città

Il punto sul progetto di studio SHAU per gli spazi pubblici dei quartieri urbani decentrati del paese

 

L’inaugurazione della nuova capitale dell’Indonesia, Nusantara, sull’isola del Borneo, è in programma per la metà del 2024. Meno esposta alle calamità naturali rispetto a Giacarta, che sta letteralmente sprofondando sotto il livello del mare, questa città di fondazione, il cui completamento è previsto nel 2045 sulla base di un concorso di pianificazione vinto da URBAN+, punta a offrire ai suoi abitanti una maggiore salubrità dell’aria ma anche spazi verdi e luoghi culturali, drammaticamente assenti nella vecchia capitale. Tra i progetti più interessanti in questo senso quello di una biblioteca interreligiosa firmata da SHAU, lo studio con sedi in Olanda, Germania e infine in Indonesia che, per conquistarsi questo traguardo, da tempo riflette e sperimenta sul potere trasformativo delle biblioteche oggi. Si chiama “100 microbiblioteche” il suo progetto di innesto di spazi di lettura nella città dell’Asia sudorientale.

 

Colmare una carenza

Era il 2012 quando Florian Heinzelmann e Daliana Suryawinata (SHAU) ragionarono pubblicamente di questo argomento al primo Congresso della diaspora indonesiana a Los Angeles, un momento fertile dove costruire il futuro di questo paese, che per Suryawinata, membro del direttivo, fu anche il luogo in cui riprendere i contatti con la propria nazione di origine. Le discussioni riguardavano il problema della scarsissima diffusione di luoghi di cultura. La fotografia generale mostrava la presenza di poche biblioteche centrali cittadine e la completa assenza di sedi decentralizzate, a servizio dei quartieri e delle aree più marginalizzate. Una condizione che aveva allontanato la popolazione contribuendo al preoccupante disinteresse verso la lettura.

La proposta fu inserirsi con un progetto che fosse a metà tra la scala della grande istituzione centrale cittadina e quella delle piccole biblioteche temporanee e mobili. Ispirandosi al modello europeo, realizzare microbiblioteche in ogni quartiere, un tipo di diffusione completamente inesistente in Indonesia, che gli abitanti potessero gestire direttamente, affiancandovi attività economicamente redditizie come la vendita di snack e bevande. La comunità avrebbe dunque potuto viverle come proprie e allo stesso tempo sentirsi parte attiva nel mandarne avanti il funzionamento.

 

A Bandung la prima sopra un campo da gioco

Al congresso si affacciarono i primi partner locali, come Dompet Dhuafa, una delle principali organizzazioni umanitarie dell’Indonesia, e ben presto il progetto ottenne l’interesse dell’allora sindaco della città di Bandung, l’architetto Ridwan Kamil. All’inizio del suo mandato, Kamil si stava facendo conoscere per la riprogettazione di una serie di spazi pubblici inutilizzati, per esempio quelli sotto i cavalcavia cittadini, come spazi per la promozione del senso di comunità.

Il sito scelto per il prototipo di microbiblioteca fu Taman Bima, una piazzetta con funzione di campo di gioco, strappata all’edilizia in un quartiere residenziale densamente popolato. Il dato evidente fu che lo spazio pubblico era già vissuto dalla comunità locale per attività sportive e ritrovi, sicché invece di sostituire un’attività con un’altra, SHAU capì che sarebbe stato giusto aggiungere interesse per chi frequentava già. La microbiblioteca Bima (2016) fu allestita all’interno di una struttura minima in acciaio e cemento sospesa sopra la tribuna per gli spettatori del campo, che potesse all’occorrenza costituire ombreggiatura e riparo dalla pioggia per le abituali attività. Sfruttando poi il clima tropicale della città, SHAU impiegò duemila vaschette per il gelato in plastica bianca per la costruzione delle facciate. Questi oggetti riciclati si sono rivelati un modo economico per diffondere la luce e l’aria all’interno, creando un clima adatto alla lettura. Di notte l’architettura sembra un gioiello che brilla e identifica uno spazio già amato dalla gente.

In pochi anni si progettano nuovi “innesti”. Nel 2018 è inaugurata una microbiblioteca a Bojonegoro, che riprende la tipologia del selasar, il corridoio coperto che protegge da sole e pioggia mediante facciate filtranti. L’anno dopo, ancora a Bandung, grazie ai fondi della responsabilità sociale d’impresa di Manila Water, SHAU realizza Hanging Gardens su un piccolo terreno lungo una via trafficata, accanto a un parcheggio per gli scooter, una scuola elementare, un piccolo ospedale, un distretto militare, e poi negozi e uffici. Costruita con blocchi di cemento disposti a scala che ospitano giardini pensili, orti urbani, spazi gioco e un belvedere, è un’architettura permeabile che si lascia colonizzare piano dopo piano dai residenti.

 

Modulari e di facile manutenzione, ma soprattutto attraenti!

Nel 2020, il tipo tradizionale di costruzione chiamato localmente rumah panggung (casa su palafitte) si dimostra ideale a Semarang, nella piazza del Kampung Pelangi, una sorta di luna park con ristoranti, bancarelle e anche una scuola. Sul terreno di proprietà pubblica sorge la microbiblioteca Warak Kayu, finanziata dalla Fondazione Arkatama Isvara e gestita da volontari. L’architettura sopraelevata libera il piano della strada per accogliere eventi come il cinema all’aperto e un’altalena per bambini e adulti. Per SHAU diventa evidente l’importanza di progettare strutture prefabbricate, perché veloci, poco impattanti sul suolo e di facile manutenzione. Un insegnamento che verifica nel 2021 con Moka: un sistema versatile, che porta all’estremo il concetto di modularità e di minimo uso di materiale e spazio, in grado di abbattere i costi al fine d’innestare la funzione della biblioteca idealmente in ogni angolo frequentato delle città indonesiane.

 

Le strategie per arrivare a 100

Ad oggi le microbiblioteche costruite sono 7, mentre altre 2 sono in costruzione e alcune in progetto.

Quella interreligiosa di Nusantara sarà un elemento innestato all’interno di un masterplan che abbraccerà architetture di molteplici fedi. Il suo volume cilindrico rialzato su palafitte, con rampa circolare, sovrasterà uno spazio coperto per dialoghi interreligiosi.

Sul futuro delle “100 microbiblioteche” Heinzelmann e Suryawinata rispondono che la chiave sta nella strategia. Il progettista è un facilitatore di sinergie tra il contesto e tutti gli attori coinvolti: ONG, amministrazioni pubbliche, settore privato, artigiani locali a cui affidarne la costruzione e piccoli commercianti o volontari per la gestione. “Apriamo di continuo trattative con singole realtà, diverse caso per caso. La complessità sta nel fatto che è necessario sviluppare parti del modello organizzativo in parallelo. La nostra ambizione è quella di diffondere il progetto in tutto il Sudest asiatico e in generale nel Sud del mondo in cui si ritrovino condizioni culturali simili, condividendolo con altri architetti, altre comunità, altre municipalità”.

Autore

  • Mara Patrizia Corradi

    Giornalista pubblicista, scrive di architettura e design. Si è occupata di archivistica curando il Fondo Disegni del Museo Kartell e per dieci anni l’Archivio di Michele De Lucchi. All’interno dello studio aMDL ha curato testi, pubblicazioni e eventi in Italia e all’estero. Ha scritto per riviste di settore edite da Faenza Editrice, Il Sole 24 Ore Business Media, Font Edizioni, Sprea e per il portale internazionale di architettura Floornature, ove dal 2010 cura la sezione progetti. Nel 2017 ha co-fondato la casa di produzione indipendente ImmagicaFilm che realizza documentari d’architettura. Negli ultimi anni si occupa anche di comunicazione per l’Ordine degli Architetti di Parma

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Last modified: 19 Settembre 2023