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Tanja MarziWritten by: Reviews

Concrete Dreams, l’architettura finlandese degli anni settanta

Sogni e prospettive di un decennio poco esplorato in una mostra che invita a riflettere

 

HELSINKI. Il Museo di Architettura Finlandese celebra l’architettura degli anni settanta con la mostra “Concrete Dreams – And Other Perspectives on 1970’s Architecture”. Una scelta coraggiosa, incentrata su un decennio controverso dell’architettura finlandese, che apre importanti riflessioni sulla tutela di questo patrimonio che ha ormai 50 anni. Un decennio fino ad ora poco esplorato, vario e sorprendente, in cui per la prima volta vengono affrontati temi di grande attualità come il risparmio energetico, la tutela del patrimonio architettonico, l’accessibilità degli spazi pubblici, la sperimentazione tecnologica.

La mostra, curata da Petteri Kummala, Jutta Tynkkynen e Anni Vartola, costituisce la prima retrospettiva completa dedicata al decennio e intende riportare nuova luce su opere spesso dimenticate dalla critica, esplorando le ideologie di progresso sociale, prosperità e uguaglianza che ispiravano gli architetti dell’epoca, in un momento in cui lo stato sociale era in costruzione, le città crescevano, l’edilizia abitativa era al suo apice.

 

Quattro sezioni: abitazione, progettazione urbana, società e ruolo dell’architetto

La prima sezione è incentrata sull’abitazione. La migrazione verso le grandi città porta a una crescente carenza di alloggi, contrastata con progetti edilizi regionali che utilizzano metodi di prefabbricazione su larga scala. Nascono così grandi periferie residenziali con propri centri commerciali, scuole e servizi sociali. Pur rimanendo un forte legame con la natura circostante si assiste ad un progressivo ritorno ad un impianto planimetrico più compatto, impostato su una griglia modulare, dove i percorsi per auto e pedoni sono separati.

La necessità di diminuire tempi e costi di cantiere porta allo sviluppo di nuovi sistemi costruttivi basati su elementi prefabbricati. I primi anni settanta furono caratterizzati da interessanti sperimentazioni. Alluminio e materiali plastici, disponibili in svariati colori, forme e dimensioni, consentirono di realizzare strutture innovative. Tra gli esempi più originali troviamo la Aluminium House di Ilkka Salo, la Low-cost Experimental House di Raimo Kallio-Mannila e la Venturo House, modulo abitativo prefabbricato della serie Casa-Finlandia, progettata da Matti Suuronen in poliestere rinforzato con fibra di vetro, commercializzata e prodotta in diverse parti del mondo.

La seconda sezione esplora gli ideali alla base della progettazione dei quartieri e dei loro servizi, immaginando come si sentissero i primi residenti dei quartieri suburbani, in alloggi spaziosi, con planimetrie funzionali ed elementi di arredo che ne caratterizzano la qualità abitativa, con saune condominiali e spazi destinati ai giochi all’aperto per bambini particolarmente apprezzati ancora oggi. La mostra presenta anche diverse tipologie edilizie, tra cui teatri, municipi, architetture per il tempo libero, complessi scolastici, centri sanitari, chiese, fabbriche e torri d’acqua, in cui l’evoluzione della tecnologia costruttiva consente di realizzare forme e strutture innovative.

La terza sezione esamina la società dell’epoca. Gli eccessi della demolizione incontrollata nei centri storici hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo della legislazione e delle pratiche di tutela degli edifici. Proprio negli anni settanta manifestazioni pubbliche di protesta consentono di salvare dalla demolizione quartieri storici, come il Puu-Käpylä di Helsinki, e intere aree iniziano ad essere vincolate. La riforma degli enti preposti e nuove normative consentiranno la tutela e il recupero anche di opere del Novecento i cui problemi di conservazione iniziavano a palesarsi proprio allora.

La comprensione dei limiti delle risorse naturali avvia i primi esperimenti di costruzione ecologica. Con la crisi petrolifera del 1973, in Finlandia vennero emanati nuovi regolamenti edilizi che incrementavano i requisiti d’isolamento termico. Se questa politica portò ad una migliore efficienza energetica, allo stesso tempo emersero problemi di conservazione dovuti all’utilizzo d’isolanti poco compatibili con i materiali e le tecnologie originarie degli edifici esistenti. Errori che apriranno la strada a soluzioni progettuali consolidate negli anni seguenti.

La quarta sezione indaga invece il ruolo dello studio dell’architetto e la ricerca di un equilibrio tra le pressioni contrastanti dei requisiti di efficienza, il perseguimento di un bene comune, i nuovi progressi tecnologici e le mutevoli tendenze teoriche che portano a dibattiti sempre più accesi.

Per una comprensione più profonda degli ideali che hanno segnato il paesaggio urbano di Helsinki negli anni settanta, il Museo organizza visite guidate in alcuni quartieri iconici (tra questi Itä-Pasila, Olari e Vuosaari) indagando come le aspirazioni sociali di un’epoca siano in alcuni casi ancora leggibili nel patrimonio costruito.

 

Un invito a riflettere

La serie di eventi invita a riflettere sul valore e sul ruolo che queste architetture assumono ora che hanno raggiunto un’età in cui necessitano d’interventi indirizzati al loro recupero. Un’azione di sensibilizzazione e partecipazione che sarebbe necessaria anche in Italia, dove la tutela dell’architettura del secondo Novecento è ostacolata da una normativa nazionale che limita il vincolo agli edifici con più di settant’anni e dove assistiamo quotidianamente a ingiustificate demolizioni e riqualificazioni energetiche che alterano irreparabilmente i caratteri percettivi e i materiali originari non solo delle architetture degli anni settanta, ma anche di quelle degli anni sessanta e cinquanta.

Immagine di copertina: © Volker von Bonin, 1976 / Helsinki City Museum

 

“Concrete Dreams – And Other Perspectives on 1970’s Architecture”
fino al 15 ottobre 2023
Museum of Finnish Architecture, Kasarmikatu 24, Helsinki
A cura di: Petteri Kummala, Jutta Tynkkynen, Anni Vartola
mfa.fi/en/

 

Petteri Kummala (a cura di), Murrosten vuosikymmen – Suomen arkkitehtuuri 1970-luvulla (A Decade of Upheaval – Finnish Architecture in the 1970s), Arkkitehtuurimuseo, Helsinki, 2023. Un’approfondita e originale indagine dei significati ed eventi legati all’ambiente costruito del decennio attraverso saggi di svariati esperti, che presentano nessi inattesi. Nel volume, così come nella mostra, l’identificazione di opere spesso meno note o pubblicate, insieme a uno specifico approfondimento conoscitivo, assume particolare rilevanza in vista di una loro auspicata tutela.

 

Architecture Walking Tours, fino a ottobre 2023: mfa.fi/en/events/

 

Incontro/dibattito “1970s architectural ideas and everyday life today”: mfa.fi/en/events/debate-1970s-architectures-ideas-and-everyday-life-today/

Proprio nel quartiere di Vuosaari, il 16 settembre è previsto un evento, organizzato in collaborazione con Docomomo Suomi Finland, con la rivista “Arkkitehti”, con il collettivo Architectural Democracy e con Vuotalo, che riflette sull’architettura, le idee e la vita quotidiana dell’epoca.

 

Il centenario di Reima Pietilä

Il 25 agosto si celebra il 100° anniversario della nascita di uno dei più originali interpreti dell’architettura finlandese del secondo Novecento che, insieme alla compagna di vita e di lavoro Raili, ha realizzato importanti opere proprio negli anni settanta. In occasione del centenario il Museo di Architettura Finlandese dedica l’esposizione “Verbal Sketching, Image Sketching, Imagination – Reima Pietilä’s Sketches and Aphorisms” (curata da Kaisa Broner-Bauer e Marja-Riitta Norri) con schizzi e aforismi che illustrano il processo creativo dell’architetto. La mostra è accompagnata da un volume che presenta nuovi spunti sul pensiero e la produzione artistica di Pietilä e, nel giorno del centenario, si svolge il seminario “Reima Pietilä 100 – Architect, Philosopher, Futurist” proprio all’interno di uno dei suoi capolavori, il Centro Dipoli a Otaniemi.
mfa.fi/en/exhibitions/verbal-sketching-image-sketching-imagination-reima-pietilas-sketches-and-aphorisms/

 

 

Autore

  • Tanja Marzi

    Architetta, è dottore di ricerca in Innovazione tecnologica per l’ambiente costruito presso il Politecnico di Torino, dove svolge attività di ricerca e didattica nel Dipartimento di architettura e Design. Partecipa a numerosi progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale sui temi del recupero e della valorizzazione dei beni culturali appartenenti al patrimonio storico, alle strutture lignee e all’architettura moderna.

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Last modified: 17 Agosto 2023