A Berlino, il collettivo Assemble ha coinvolto giovani esuli ucraini in un progetto partecipato di spazio comunitario
BERLINO. All’indomani dell’invasione russa molte famiglie, in particolare donne e minori, hanno lasciato l’Ucraina per trovare rifugio in Europa dalle bombe e dalla distruzione. L’abbandono della propria casa, del proprio paese ha comportato per molti bambini l’esigenza di abituarsi in fretta a una realtà diversa, continuare la scuola in altri paesi, in una lingua spesso estranea, con nuove relazioni sociali.
In risposta all’emergenza il collettivo Assemble – un gruppo internazionale composto da giovani architetti, urbanisti e paesaggisti che operano nella capitale tedesca – nel 2022 ha dato vita al progetto “Design Club for Kids”, pensato per offrire ai bambini e ragazzi ucraini rifugiati uno spazio comunitario in cui interagire per esercitare la propria creatività.
Il progetto di architettura come occasione di crescita
Questo è l’’elemento interessante di “Design Club for Kids”, che coinvolge un gruppo di giovanissimi tra i 9 e i 14 anni che si trovano in una condizione di sradicamento in seguito al loro trasferimento a Berlino. I partecipanti, nel corso del workshop articolato in 9 incontri, sono stati chiamati a realizzare un vero e proprio progetto di architettura e città in un percorso suddiviso in tre fasi di conoscenza intersecate: l’analisi della città, la consapevolezza del sito attraverso la costruzione di maquette e infine l’elaborazione di una proposta progettuale individuale.
Nel corso del workshop i giovani architetti del collettivo Assemble e i giovanissimi partecipanti hanno lavorato con gli strumenti propri del progetto architettonico e urbano – il disegno, la scala, i modelli – con un intento delineato come un programma politico: il processo di crescita dei bambini e degli adolescenti, attraverso una sperimentazione costante, può produrre un profondo impatto nella costruzione di una società inclusiva, basata sull’empatia per i nostri vicini e sull’amore per il pianeta.
Lo scorso autunno si è tenuta la prima edizione pilota del workshop e, a seguito della risposta positiva del primo gruppo di 5 bambini e adolescenti che vi hanno preso parte, il collettivo Assemble ha proposto una seconda edizione. Quest’ultima, svoltasi grazie al supporto dell’associazione Echoes Berlin, ha coinvolto 10 partecipanti che hanno lavorato tra marzo e maggio sul tema della relazione tra la città e l’acqua, affrontando come caso studio una sezione del canale navigabile che attraversa il quartiere berlinese di Neukölln.
I bellissimi disegni e maquette, esposti dal 7 al 9 luglio presso lo spazio espositivo A:D: Curatorial, mostrano in modo quasi commovente il successo dell’iniziativa. Le piante, le sezioni, i modelli rivelano come, attraverso l’introduzione al pensiero del progetto di architettura, i bambini acquisiscono la capacità di pensare criticamente allo spazio delle città che abitano, sia in termini valoriali – il rapporto città e natura, ad esempio – sia in termini prettamente spaziali: come si abita un waterfront, come lo si percorre e vi si sosta, quali oggetti ospita.
I materiali prodotti dai partecipanti al “Design Club for Kids” indicano l’interesse che si può suscitare nei bambini per lo spazio che vivono tutti i giorni e per quello in cui vorrebbero vivere. Il disegno, la costruzione di modelli, innescano nei giovanissimi il pensiero progettante per una città diversa, il desiderio di diventare membri attivi di una comunità consapevole.
Dal sostegno all’esperimento sulle potenzialità del pensiero progettuale
Il lavoro del collettivo Assemble ha il grande merito di trasformare una richiesta di sostegno, scaturita dall’emergenza, in un interessante esperimento sulle potenzialità del pensiero progettuale e del rapporto che i bambini possono avere con questo. L’iniziativa di Assemble merita attenzione per le ambizioni didattiche e politiche che si pone e per le domande che suscita. Il lavoro dei bambini che hanno preso parte al workshop permette d’interrogarsi su sguardi eterotropi sulla città, che spesso rimangono inespressi, e sulle potenzialità del pensiero architettonico – sui suoi attrezzi e sulla capacità di essere portatore di conoscenza ed elaborazione critica anche quando non è utilizzato dagli architetti. E, verso questi ultimi, infine, l’iniziativa dei giovani di Assemble pone un richiamo all’etica della nostra professione: le nostre capacità e i nostri strumenti di conoscenza dello spazio possono migliorare il presente e il futuro di chi oggi si trova sradicato.
Immagine di copertina: “By the water”, mostra finale, 2023 (© assemble.berlin)
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Last modified: 19 Luglio 2023