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Federica CiavattiniWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. Fano orizzonte 2030

Ritratti di città. Fano orizzonte 2030

Con il piano strategico e il nuovo PRG, una rassegna d’interventi tra valorizzazione del patrimonio storico e ripensamento del lungomare

 

La terza città delle Marche è Fano, più popolosa cioè di tre capoluoghi di provincia come Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. All’interno della provincia di Pesaro e Urbino ha sempre avuto una sua autonomia politica sia antica (ex città della Pentapoli bizantina alleata con Venezia, dominata dai Malatesta, praticamente mai asservita ai Montefeltro) sia moderna (isola bianca in una provincia tradizionalmente rossa). Dopo i fasti tardo novecenteschi di Giancarlo De Carlo a Urbino e di Carlo Aymonino a Pesaro, l’autonomia fanese sta per trovare ora una propria espressione architettonica grazie all’azione della nuova amministrazione comunale diretta dal sindaco Massimo Seri, convinto che le sfide del futuro cittadino sono improntate sulla cultura che è riferimento per l’economia e la politica.

Fondamentale, però, come nei casi precedenti di Urbino e Pesaro, è il nodo dei problemi nell’urbanistica italiana, ovvero la continuità amministrativa incarnata qui da Stefano Marchegiani, architetto ed ex assessore, oggi consigliere delegato alla cultura per il Comune, il quale, nello specifico, si occupa del progetto europeo (ITI) per la Fabbrica del Carnevale, del Teatro romano, dello studio e delle indagini sulla zona archeologica in Piazza XX Settembre. Suo obiettivo è fare in modo che la “dimensione storica” della città sia anche “una guida nell’immaginare la Fano del domani”.

Per capire l’impostazione complessiva dei vari cantieri bisogna risalire al 2017, anno in cui il Comune incarica la società Avanzi di Milano di redigere il piano strategico “Orizzonte Fano 2030” che si trasformerà nella variante del nuovo Piano regolatore comunale. Quest’ultimo è stato presentato alla città il 23 aprile scorso, mentre verrà definitivamente adottato tra fine 2023 e inizio 2024. Prima tappa, il “Foro urbano”, che prevede varie fasi di progettazione partecipata, a cominciare dal centro storico.

 

La Fabbrica del Carnevale

Il piano strategico concentrato sul centro storico si fonda sull’istituzione del Carnevale di Fano, tra i più antichi d’Italia, con l’obiettivo di farlo diventare il più moderno puntando sulla meccatronica e di renderlo sia un nuovo settore in grado di generare posti di lavoro nonché una festa all’insegna della sostenibilità. Per il progetto della nuova sede istituzionale del Carnevale, il Comune ha incaricato l’architetto milanese Italo Rota, il quale ha dichiarato che “il nuovo Sant’Arcangelo sarà molto concentrato e molto piccolo, … pensato per la scala di Fano e fatto per i suoi cittadini”. L’edificio ospiterà inoltre il centro di documentazione del Carnevale, archivio vivente e mutevole grazie alla presenza di light box in grado di accogliere le memorie dei fanesi legate al Carnevale. Sull’onda di quanto già realizzato ai Musei civici di Reggio Emilia, ci sarà posto per conservare le foto di famiglia, i super8, i ricordi della collettività su una festa preromana qui particolarmente sentita.

Il progetto (che nella versione definitiva ed esecutiva è opera di un gruppo guidato da 3TI Progetti con Dunamis Architettura) riguarda il riutilizzo di un edificio preesistente che viene riconfigurato e arricchito da diversi elementi: la torre dei venti, rivestita in legno, alta 14 m, a base quadrata di circa 4 m per lato che attraversa l’intero edificio e che incanalerà i moti naturali del vento, svolgendo un’azione termoregolatrice per l’intero museo; un orto verticale che fungerà anche da camino climatico; uno spazio polifunzionale con laboratori, attività di divulgazione, formazione, sperimentazione (compresi quelli del riciclo: “costruiamo insieme un carro per il futuro, tra arte, robotica e meccatronica”), esposizioni e intrattenimento pensato per il Carnevale; un’accademia musicale in collaborazione con il Conservatorio di Pesaro, per generi diversi come il jazz, di cui Fano annualmente propone un’importante rassegna estiva; un piccolo hub della mobilità sostenibile; infine, un bookshop, un ciclo parking e l’area ristorazione. La facciata sul corso principale ha vetrate con elementi prismatici colorati e monitor che racconteranno storie carnevalesche.

 

L’ex Filanda Bosone

Costruito sopra un’ala del Tempio eponimo dell’antica città romana di Fanum Fortunae connesso da un criptoportico all’edificio del Teatro romano, per l’intero complesso è prevista una rifunzionalizzazione a sede museale. L’area è diventata di proprietà comunale dopo un contenzioso, durato quasi venti anni, con la proprietà privata precedente. “Un obiettivo più immediato”, continua Marchegiani, “è la sistemazione per consentire la fruizione e la possibilità di visita del cantiere ai cittadini, dopo anni di chiusura”. Successivamente, di concerto con gli esisti dell’attuale campagna archeologica della soprintendenza, sarà definito il nuovo museo archeologico che comprenderà anche il percorso tra i resti del Teatro romano e del Tempio della Fortuna.

 

La Biblioteca Montanari

All’Augusteum (tempio romano di età imperiale, dedicato al culto dell’imperatore Claudio) è previsto il progetto di Mario Cucinella Architects, ovvero il recupero e nuovo ampliamento della Biblioteca Federiciana commissionata da un privato, la Navigazione Montanari che nel 2010 aveva già donato alla città una mediateca. L’idea di partenza era quella di mettere a norma la sede della biblioteca in via Nolfi, il cardo della città romana, un segno urbano importante con alle spalle le mura malatestiane che dividono il centro storico dal lungomare. L’ampliamento è un corpo trasparente all’interno del quale si succedono su vari livelli delle terrazze per la lettura, sospese e di forma organica, mentre in copertura si apre una terrazza panoramica con vista sul mare Adriatico. L’intervento risponde alle concezioni base di sostenibilità ambientale ed è stato soprannominato come il nuovo faro cittadino, perché all’occorrenza della luce artificiale il corpo trasparente s’illuminerà come un “faro del sapere”.

 

Il lungomare

Per la riqualificazione del waterfront urbano è stato indetto un concorso nazionale d’idee per il nuovo lungomare sud – chiamato Sassonia, al confine con il Comune di Mondolfo – vinto dal giovane studio milanese SuperSpatial. All’attuale viabilità si sostituiscono un parco lineare con vegetazione spontanea e una nuova piazza urbana. Invece, per la zona nord di Torrette-Pontesasso, un secondo concorso d’idee è stato aggiudicato alla romana 3TI Progetti in collaborazione con Proap Italia.

 

Ex caserma Paolini

Anche nelle Marche si pone il tema del riutilizzo delle ex caserme militari e qui ce n’è una di grandi dimensioni e da anni abbandonata, proprio all’ingresso del centro storico. Il Comune spera di ottenerla in dono, sostenendone la riqualificazione anche grazie alla convenzione con la Scuola di Architettura e Design “Eduardo Vittoria” di Ascoli Piceno che ha studiato un piano per incrociare cultura, sostenibilità e innovazione tecnologica coinvolgendo soprattutto un pubblico giovanile.

 

Le preesistenze, base di tutti i nuovi progetti

Oltre a questi cantieri, attraverso una collaborazione con l’Università di Urbino si stanno effettuando sondaggi in Piazza XX settembre: pur non trattandosi di un’ex area romana, le indagini tramite georadar hanno individuato cunicoli medievali che hanno forse trasformato delle terme o botteghe precedenti. Non si tratta solo di ricerche archeologiche: i sondaggi hanno come scopo principale la sicurezza statica, per capire meglio dove insiste la piazza odierna.

In generale, però, è interessante constatare come le preesistenze, archeologiche o meno, siano alla base di tutti i nuovi progetti fanesi, rinnovando il convincimento filosofico di Giorgio Agamben secondo cui l’archeologia è l’unica strada di accesso verso il presente. In altre parole, il passato torna a essere contemporaneo grazie al recupero del presente.

 

Immagine di copertina: Chiesa di Sant’Antonio abate a Fano (foto di Enrico Pighetti – fonte: flickr.com – licenza Creative Commons by 2.0)

Autore

  • Federica Ciavattini

    Architetta, designer e dottore di ricerca, collabora con l’Università degli studi di Macerata dove cura il laboratorio di Design e comunicazione nella creazione del valore. È stata programme coordinator dell'Architectural Association Adriatica Visiting School presso l'Architectural Association School of Architecture di Londra, e del progetto “Il legno, nuovo modello di sostenibilità e di economia circolare per gli Appennini” per Fondazione Symbola e Federlegno. Ha collaborato con le riviste "Domus", "Il Giornale dell’Architettura", "Artribune" e "Mappe"

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Last modified: 12 Giugno 2023