159 progetti finanziati su 271 proposte per riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale, ma sbilanciati verso l’intervento fisico
Il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PINQuA), avviato con la legge di bilancio 160/2019 e poi inserito nel PNRR, ricorda a grandi linee gli strumenti della programmazione complessa degli anni novanta: innovativi rispetto alla strumentazione urbanistica tradizionale, molto orientati a una trasformazione qualitativa dei contesti urbani o territoriali, volti a qualificare da un punto di vista sia fisico che sociale i quartieri residenziali d’intervento.
Ma se confrontiamo il PINQuA con i Programmi complessi rileviamo invece uno sbilanciamento verso l’intervento fisico a scapito di un approccio integrato, che invece caratterizzava i precedenti, anche se il PINQuA dichiara un’attenzione nei confronti dell’edilizia residenziale pubblica e sociale, onde favorire un modello nel quale la qualità dell’abitare riguarda anche gli spazi di vita e pubblici della città. L’abitare viene cioè inteso “come quotidianità delle relazioni fra i cittadini, affidando particolare rilevanza agli spazi a disposizione della comunità, ai servizi e agli spazi di socialità”.
271 proposte e 159 progetti finanziati
Riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale: sono questi gli obiettivi dichiarati e compresi nelle 271 proposte presentate (per un totale di 4.266.644.470,29 euro). Inizialmente era previsto uno stanziamento di 853,8 milioni, aumentato poi di 2,8 miliardi con il Fondo complementare e, ancora, di altri 20 milioni (derivanti da residui 2019 e 2020). I 159 progetti finanziati puntano alla riqualificazione dei centri storici attraverso il recupero di immobili da destinare a nuova residenza, a interventi sul patrimonio ERP non adeguatamente utilizzato o da riqualificare, a interventi per il social housing e per la valorizzazione degli spazi pubblici.
Nei 159 progetti finanziati, 8 sono classificati come “Progetti pilota ad alto rendimento” (articolo 14 del DL 395/2020), cioè ad alto impatto innovativo e strategico per l’attuazione del Green Deal e della Digital Agenda, e sono finanziabili fino a 100 milioni. Si tratta d’interventi da guardare con interesse non solo per le risorse economiche messe in campo, ma per la dimensione e la scala degli interventi, per la potenziale capacità d’innescare trasformazioni virtuose per l’intero contesto urbano a partire da un intervento specifico. Il Programma dimostra una visione inter-scalare al tema dell’abitare, guardando alle politiche della casa pubblica e sociale come potenziale innesco di un più ampio disegno urbano. Di non minor interesse sono gli altri 151 progetti finanziati definiti “ordinari” (articolo 4 del DL 395/2020).
Si noti in particolare il risultato di alcune regioni come la Puglia, che si è aggiudicata 20 progetti e 1 progetto pilota (Comune di Bari), la Lombardia con 14 progetti finanziati e ben 3 progetti pilota (Comuni di Brescia e Milano, Regione Lombardia) e il Lazio con 15 progetti. Il Nord Italia si è aggiudicato complessivamente 4 progetti pilota e 56 progetti ordinari, pari al 37,9% delle risorse disponibili; al Centro spetta 1 progetto pilota e 38 ordinari (22% delle risorse); al Sud 3 progetti pilota e ordinari (40,1% delle risorse). A dimostrazione, da un lato, della capacità progettuale data dalle proposte presentate e, dall’altro, di un investimento politico esplicito da parte dei soggetti istituzionali coinvolti.
Gli impatti e la necessità di monitoraggio
I PINQuA potevano essere presentati da Regioni, Città metropolitane, Comuni sede di Città metropolitana, Comuni capoluogo di Provincia e Comuni con più di 60.000 abitanti. I progetti finanziati che hanno avuto come soggetto proponente il Comune sono 114, la Regione 28 (Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Toscana, Umbria, Puglia, Sicilia, Veneto), di cui la Lombardia con un progetto pilota, e la Città metropolitana 17 (Bari, Bologna, Firenze, Messina, Milano, Roma, Torino, Venezia), di cui Messina con un progetto pilota.
I principali impatti dei progetti finanziati sono evidenziati nel Report del Ministero delle Infrastrutture PINQuA. Progetti e prime evidenze, che mostra come i progetti interessino 16.500 unità abitative, 8.400.000 mq di verde, 1.300.000 mq di superficie residenziale pubblica, 766.000 mq destinati ad attività educative e 788.000 mq destinati ad attività culturali. Si stima che l’attenzione alle caratteristiche prestazionali degli edifici consentirà un risparmio sui consumi di energia primaria annua del 38% e una diminuzione del 31% di emissioni di CO2. Infine, gli spazi pubblici riqualificati si attesteranno su 9.800.000 mq di superficie.
La fase di attuazione è tuttora in corso e sarà importante monitorare la realizzazione degli interventi, la loro qualità architettonica e progettuale complessiva. Tuttavia, alcuni punti di debolezza sono già visibili come, ad esempio, il numero contenuto di unità abitative da riqualificare in un paese che necessita di un intervento sostanziale sul suo patrimonio pubblico.
Immagine di copertina: Comune di Trani, PINQuA costa nord
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abitare , pianificazione urbana , PNRR , rigenerazione urbana
Last modified: 3 Aprile 2023