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Laura MilanWritten by: Professione e Formazione

Ordini professionali 1923-2023: eppur si muovono!

Ordini professionali 1923-2023: eppur si muovono!

A 100 anni dalla nascita, molti movimenti animano oggi un mondo in cerca di un nuovo posizionamento. Il caso dei festival

 

Nel 2023 gli Ordini degli architetti festeggiano il loro primo secolo di vita. Mondo apparentemente immobile, è in realtà attraversato da movimenti che ne stanno gradualmente cambiando ruolo e strategie di posizionamento. I festival di cui gli Ordini sono promotori (vedi box), manifestazioni fortemente sostenute anche dal MiC attraverso le due edizioni del bando Festival Architettura, possono essere una cartina al tornasole tra le cui righe trovare alcune possibili chiavi di lettura di una stagione nuova e vitale. Possono essere di aiuto anche nel tracciare le linee di sviluppo di un futuro dai tratti piuttosto incerti, in cui crisi sempre più ravvicinate rischiano di colpire duramente una professione che per sopravvivere deve necessariamente evolvere.

Così come deve cambiare l’architetto, devono farlo anche le tradizionali forme di organizzazione della professione, regolate da un atto costitutivo che in 100 anni è rimasto ancora sostanzialmente inalterato. Gli Ordini nacquero nel 1923 a valle di tre decenni tormentati e aspramente dibattuti nell’Italia post unitaria e, da allora, poco è cambiato nel loro ruolo giuridico. Molto è invece cambiato nelle richieste che si rivolgono loro che, disattese o meno, spaziano dalla tutela della professione alla sua difesa, alla sempre più centrale, ma dagli esiti ancora poco fortunati, promozione del ruolo dell’architetto. Uno dei ruoli principali dell’oggi, partendo dal livello nazionale, è la difficile educazione dell’opinione pubblica alla comprensione dei valori e delle qualità nelle trasformazioni urbane e territoriali, e, come diretta conseguenza, del ruolo chiave del progetto.

Si richiede un nuovo posizionamento per istituzioni che devono essere sempre più attive verso un doppio fronte: l’esterno, i cittadini e gli attori delle trasformazioni urbane, ma anche l’interno, iscritti spesso sempre più lontani, talvolta avvicinati soltanto dall’obbligo di aggiornamento continuo in vigore da 10 anni.

 

I territori, le reti e le Fondazioni, chiavi di (s)volta

Il territorio è una leva dalle molte valenze per il cambio di un paradigma. Fin dalla loro costituzione, gli Ordini sono organismi fortemente territoriali, espressione diretta d’istanze, ricchezze, comunità, opportunità, approcci culturali e politica ma, anche, nodi critici. I territori diventano il primo ambito di confronto e declinazione di molti temi d’interesse generale che nascono da istanze locali diffuse, creando un movimento circolare dai contenuti sempre diversi. Dalle aree interne all’housing, da sempre cavallo di battaglia di Milano che promuove il premio europeo Baffa Rivolta giunto alla nona edizione, dalla promozione della cultura architettonica al coinvolgimento dei cittadini, in tutte le forme possibili, alla sperimentazione sul campo di molteplici forme di partecipazione.

Guardare verso il proprio territorio significa anche trovare i canali di dialogo con chi lo abita ma, spesso, non lo comprende per le sue molte complessità. I territori sono quindi l’oggetto naturale di programmi che nascono per analizzare, presentare e discutere, diventando sempre più spesso uno dei canali più diretti verso i cittadini. Parte importante dell’offerta è costituita da passeggiate, incontri aperti, processi partecipati, tour guidati alla scoperta dell’architettura e del patrimonio con l’obiettivo di spiegare, educare e rendere i cittadini più consapevoli e coinvolti, cercando di superare una barriera comunicativa finora quasi invalicabile.

Relazionarsi in modo nuovo con il proprio territorio significa necessariamente aprirsi e dialogare sempre di più con i suoi attori, costruendo sulla realizzazione di progetti comuni reti economiche, culturali e anche politiche tra patrocinatori, promotori, sponsor e collaboratori. Perché l’unione fa (quasi) sempre la forza, anche se spesso è di difficile costruzione e mantenimento.

La maggior parte delle esperienze in corso passano attraverso strumenti relativamente recenti, le Fondazioni. Alcune sono nuovissime, come quella dell’Ordine di Bergamo (2021) e, ancora più recente, quella di Brescia (in via di costituzione). Altre sono invece molto rodate, come quelle di Milano e Torino prime città a dotarsene. La costituzione di una Fondazione è elemento ormai imprescindibile di una trasformazione che sembra stia portando verso un sistema che inizia a ibridarsi con il modello anglosassone, di completa deregolamentazione, per avere maggiore flessibilità e spazi di movimento, delegando loro funzioni chiave nella costruzione del nuovo progetto che i fatti stanno da tempo delineando.

Una rondine non fa primavera, ma un gruppo di rondini possono renderla più vicina.

 

 

In primavera un tripudio di festival: ecco dove gli Ordini sono promotori o sostenitori

CARA CASA. Festival Itinerante dell’abitare. È uno dei nove vincitori della seconda edizione del Festival Architettura bandito dalla Direzione generale Creatività contemporanea del MiC per “promuovere la diffusione tra tutti i cittadini dell’importanza del ruolo dell’architettura contemporanea per il progresso civile, sociale ed economico del paese”. Nasce come progetto comune dalle Fondazioni degli Ordini degli architetti di Milano (capofila), Genova, Venezia e dell’Ordine degli architetti di Bologna. Si tiene dal 15 al 30 aprile nelle 4 città con un denso programma di talk, mostre, ciclovisite, laboratori per famiglie, visite guidate e walking lectures che nasce per riflettere sulle condizioni di vita negli spazi urbani, declinandole a scala locale. Vede la collaborazione d’importanti istituzioni, tra cui la Fondazione housing sociale di Milano.

Ri-genera – Circolare. Continua a godere di ottima salute il festival promosso a Reggio Emilia dalla locale Fondazione dell’Ordine degli architetti sui temi cari alla città del virtuoso recupero delle ex Officine meccaniche. Arrivato alla terza edizione, è uno dei vincitori della seconda edizione del bando Festival Architettura e vede tra i partner anche gli Ordini di tutte le provincie della regione: oltre a Reggio Emilia, Bologna, Modena, Ferrara, Rimini, Piacenza, Ravenna, Parma e Forlì-Cesena. Si tiene quindi dal 15 al 23 aprile, tematizzato sulla circolarità “per immaginare in modo circolare le città, le comunità, i cittadini, i professionisti e le persone”. Si svolge con un programma che toccherà le città di Reggio Emilia, Parma, Modena, Rimini e Cervia portandosi dietro anche la prima edizione del premio Architettura Emilia-Romagna, promosso da tutti gli Ordini della regione per valorizzare l’architettura contemporanea di qualità.

LABB-Love Architettura Bergamo Brescia. È il contributo dell’architettura a Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023, promosso dagli Ordini degli architetti di Bergamo e Brescia e da Fondazione Architetti Bergamo. Cuore del suo programma è un festival che, a giorni alternati tra le due città, dal 22 al 28 maggio, sviluppa un programma d’incontri aperti sulle sue tre direttrici (ereditare, conoscere, curare) e premia con l’apposizione di targhe 36 edifici pubblici del secondo Novecento nelle due città e nei loro territori, 21 a Bergamo e 15 a Brescia. Bergamo il 16 settembre organizza anche la quarta edizione italiana di Velonotte, progetto no profit nato nel 1997 da un’idea dello storico dell’architettura russo Sergey Nikitin-Rimsky che porterà alla scoperta della città e del suo patrimonio attraverso un tour guidato notturno in bicicletta aperto a tutti.

Festival del LuogoCOmune. Si tiene a giugno la prima edizione di Festival del LuogoCOmune, nuovo appuntamento promosso dall’Ordine degli Architetti di Como dal 14 al 24 giugno, che vedrà anche l’assegnazione di un longevo premio d’architettura: i Maestri Comacini, promosso dall’Ordine lariano fin dal 1994 e giunto alla sua 12° edizione.

Bottom Up! Curato da Maurizio Cilli e Stefano Mirti e promosso dalla Fondazione per l’architettura dell’Ordine di Torino, rinnova per la seconda volta il tradizionale festival torinese puntando sui progetti di trasformazione “dal basso” e supportandoli attraverso campagne di crowdfunding. Al centro sono sette progetti di trasformazione di spazi pubblici all’aperto frutto della co-progettazione delle comunità di sette centri civici a Torino e in Piemonte con collettivi di architettura: la “Strada delle opportunità” del Centro giovanile Cartiera a Torino; il percorso di “Eco-Scienza” nelle Valli di Lanzo, “Fiumedentro – Lo spazio pubblico che pensa (con) il fiume!”; il “Salotto urbano di Santa Maria” a Moncalieri; la “Floating Forest – Uno spazio verde per Hydro” a Biella; “#fuoriCentro – Trasformiamo gli spazi esterni della stazione di Ivrea per tutta la comunità”; “Baltea lido: la tua isola pedonale!”. Il festival si tiene a Torino dal 7 al 9 giugno.

A margine, alcune collaborazioni. Alcuni Ordini degli architetti appoggiano e partecipano in qualità di partner ad altri festival e manifestazioni che questa primavera animeranno il panorama culturale nazionale. Il primo è Abitare la vacanza, festival promosso dall’associazione culturale plug_in, è tra i vincitori del bando Festival Architettura. Si tiene con conferenze, workshop, un cantiere di autocostruzione, visite guidate e residenze transdisciplinari dal 15 al 30 aprile su tre siti in altrettante regioni, in omaggio ad altrettanti progettisti (Costa Paradiso in Sardegna sulla figura di Alberto Ponis, Colletta di Castelbianco in Liguria su Giancarlo De Carlo e Baratti in Toscana su Vittorio Giorgini). Vede il supporto degli Ordini degli Architetti di Sassari e di Savona. Il mese di maggio e l’inizio di giugno sono anche il tradizionale periodo dell’ormai storico Mantovarchitettura, manifestazione che il Polo di Mantova del Politecnico di Milano organizza nell’ambito della Cattedra Unesco in Pianificazione e tutela nelle città Patrimonio dell’Umanità e che vede la collaborativa presenza dell’Ordine degli architetti di Mantova.

Autore

  • Laura Milan

    Architetto e dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica, si laurea e si abilita all’esercizio della professione a Torino nel 2001. Iscritta all’Ordine degli architetti di Torino dal 2006, lavora per diversi studi professionali e per il Politecnico di Torino, come borsista e assegnista di ricerca. Ha seguito mostre internazionali e progetti su Carlo Mollino (mostre a Torino nel 2006 e Monaco di Baviera nel 2011 e ricerche per la Camera di Commercio di Torino nel 2008) e dal 2002 collabora con “Il Giornale dell’Architettura”, dove segue il settore dedicato alla formazione e all’esercizio della professione. Dal 2010 partecipa attivamente alle iniziative dell’Ordine degli architetti di Torino, come membro di due focus group (Professione creativa e qualità e promozione del progetto) e giurata nella nona e decima edizione del Premio architetture rivelate. Nel 2014 costituisce lo studio associato Comunicarch con Cristiana Chiorino

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Last modified: 7 Aprile 2023