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Ilaria La CorteWritten by: Reviews

Pedrógão Grande, risorgere in Portogallo dopo le macerie

Pedrógão Grande, risorgere in Portogallo dopo le macerie

Una mostra e un libro illustrano la rinascita dopo il devastante incendio del 17 giugno 2017, che ha distrutto 500 abitazioni e ucciso 66 persone

 

17 giugno 2017. In una calda giornata d’inizio estate, il cielo su Lisbona è velato da una leggera caligine. A circa 160 km dalla capitale lusitana, nel cuore del Portogallo, un incendio di vastissime proporzioni distrugge sette municipi tra cui quello di Pedrógão Grande, la località che ha pagato il tributo più alto e il cui nome è rimasto legato a doppio filo a questa tragedia con un bilancio finale terribile: 66 morti e oltre 500 case distrutte (di cui 259 prime abitazioni).

All’indomani di quello che è stato considerato tra i più mortiferi incendi di questo secolo in Europa, che ha sensibilizzato l’opinione pubblica internazionale, iniziò un’importante gara di solidarietà per la ricostruzione. Tra le prime istituzioni a contribuire economicamente la Fundação Calouste Gulbenkian, grazie alla collaborazione di altre imprese e raccolte di solidarietà, costituì il maggior fondo privato per la ricostruzione, affidandosi, per la consulenza tecnica, allo studio ateliermob e alla cooperativa nata al suo interno, Trabalhar com os 99% (Lavorare con il 99%).

A distanza di cinque anni dal tragico incendio, una pubblicazione e una mostra sono per ateliermob l’occasione di riflettere sul processo di progettazione e ricostruzione di 7 abitazioni, realizzato con la partecipazione degli abitanti della zona di Pedrógão Grande, in quello che rappresenta un interessante esempio di architettura in contesti di emergenza e, in un’ottica di aggravamento della crisi climatica, un contributo alla prevenzione e gestione di future situazioni simili.

 

Il libro

Nel libro Pedrógão Grande: O Direito à Arquitetura pós-incêndio (Tigre de Papel, 2022, 244 pp. con traduzione in inglese) gli autori, attraverso un regesto del lavoro svolto e delle metodologie adottate, aprono una riflessione sulla pratica architettonica intesa non solo come disciplina progettuale ma, anche, come motore di processi di riabilitazione psicologica e sociale. Strutturato in 5 sezioni, il volume si apre con una timeline utile a comprendere i fatti di cronaca e i tempi di esecuzione della ricostruzione post-incendio, spesso viziati da una forte pressione mediatica e istituzionale.

Il corpo centrale della pubblicazione è dedicato ai progetti: 7 case disegnate e realizzate partendo dall’ascolto delle esigenze di ciascuna famiglia, alla ricerca di un nuovo spazio domestico e d’intimità che possa, allo stesso tempo, suggerire nuove forme di abitare il paesaggio. Per ogni casa, a corredo di un apparato grafico fatto di foto e disegni, un testo introduttivo racconta la storia dei suoi abitanti e di una quotidianità segnata dal trauma della perdita, nella quale è stato inevitabile immergersi, per progettare e costruire. Due su tutte: la storia della casa di Neil e Catherine, la coppia inglese che, dopo aver perso nell’incendio la casa dove si era trasferita da un paio di anni per godere del clima mite portoghese, è tornata ad abitare spazi più confortevoli, adattati alle limitazioni motorie della moglie; o della casa di Isilda e Aires, i due anziani che dai resti dell’abitazione costruita con i risparmi di una vita, hanno visto rinascere un ambiente più salubre, ridimensionato sulle loro esigenze.

 

La mostra

Già presente tra i progetti presentati, nel 2021, nell’esposizione “In Conflict” – partecipazione del Portogallo alla 17. Biennale di Architettura a Venezia – la piccola mostra, che porta lo stesso nome del libro, si può visitare, durante il mese di febbraio, nello spazio Galeria. Pátio Centro di Largo Residências, a Lisbona. All’interno di un’unica sala vengono esposti i risultati dei quasi due anni di lavoro svolto da ateliermob/Trabalhar com os 99%, in un’equipe multidisciplinare con una grande componente sociale e antropologica, all’interno dell’Ufficio tecnico locale istituito sul luogo della tragedia.

Le foto delle 7 case (quelle che le immortalano dopo la ricostruzione sono di Fernando Guerra) costituiscono la spina dorsale di un allestimento essenziale il cui scopo, più che mettere in mostra i risultati formali dell’architettura, è quello di riflettere sul suo ruolo “terapeutico” che contribuisce a creare un’idea di futuro con condizioni di vita migliori, nonostante il peso della tragedia. Le storie raccontate nel libro, a corredo dei progetti, trovano un volto nelle video interviste proiettate sulla parete di fondo della sala. A parlare sono gli abitanti delle case, alle quali danno il loro nome, in un processo d’immedesimazione in cui riabilitazione architettonica e personale coincidono.

Il 24 febbraio, in chiusura della mostra, è previsto un momento di discussione aperta con la proiezione del documentario Pedrógão Grande. Eis que fazem novas todas as coisas (Pedrógão Grande. Ecco, fanno nuove tutte le cose), realizzato da Liliana Valente e Sibila Lind.

 

Un paese che è abituato a risorgere dopo le macerie

L’esempio

di Pedrógão Grande ci ricorda che il Portogallo è abituato a risorgere dalle proprie macerie dando vita a progetti e interventi a scala urbana e territoriale capaci di riabilitare l’immagine del paese anche a livello internazionale. È il caso della Baixa Pombalina di Lisbona, un’intera porzione di città interamente ricostruita a seguito del catastrofico terremoto del 1755; o degli edifici del quartiere Chiado recuperati a seguito dell’incendio del 1988 dal sapiente intervento di Álvaro Siza.

Al di là degli esiti progettuali dei singoli processi di ricostruzione delle case, l’intervento nelle zone colpite dall’incendio di Pedrógão Grande mette sotto la lente d’ingrandimento tutte le fragilità di una condizione di destrutturazione (che caratterizza gran parte delle aree interne del Portogallo), frutto di una gestione sbagliata delle risorse agricole e forestali, così come di un inarrestabile fenomeno di abbandono da parte della popolazione, con relativo declino produttivo.

In questi territori dove, in risposta all’emergenza, è stato fatto un intervento di pronto soccorso, manca ancora una cura profonda in grado di garantire che tragedie di questo tipo non accadano più.

Immagine di copertina: © Ilaria La Corte

 

Pedrógão Grande: O Direito à Arquitetura pós-incêndio

3-26 febbraio 2023
Galeria. Pátio Centro, Largo Residências, Lisbona
Curatori: ateliermob/Trabalhar com os 99%
ateliermob.com

Autore

  • Ilaria La Corte

    Dopo la laurea in Architettura all’Università di Roma Tre, prosegue la formazione professionale in Portogallo, dove vive e lavora. Dal 2017 svolge attività di ricerca come dottoranda presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Porto (FAUP), in co-tutela con lo IUAV di Venezia, con una tesi sui temi del dibattito architettonico internazionale, tra gli anni cinquanta e settanta, riletti attraverso l’opera di Giancarlo De Carlo e Nuno Portas. Dal 2015 svolge attività di supporto alla didattica presso il Politecnico di Milano nell’ambito della progettazione architettonica e urbana

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Last modified: 8 Febbraio 2023