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Christine DesmoulinsWritten by: Progetti

La mediateca di Grasse, opera poetica di rara potenza

La mediateca di Grasse, opera poetica di rara potenza

In Francia, visita al progetto firmato da Emmanuelle Beaudouin, Laurent Beaudouin e Ivry Serres, vincitore dell’Équerre d’Argent 2022

 

GRASSE (FRANCIA). Pietra, ceramica, il colore delle strade strette, qualche tocco di cemento e la bella mineralità delle città del sud. Al di là della fama dei suoi profumi, la cittadina provenzale a nord di Cannes seduce per la stabilità di queste relazioni materiali coronate da tre emergenze: il campanile della cattedrale di Notre-Dame du Puy, la Torre dell’orologio e la Torre Sarrazine.

Recentemente, la mediateca Charles Nègre, progettata dagli architetti Emmanuelle e Laurent Beaudouin con Ivry Serres, ha instaurato un dialogo fertile inscrivendo la quiete di un’architettura contemporanea di rara potenza. Nutrito dalla sostanza della città e da sottili echi vernacolari, l’edificio s’ispira al rapporto tra i monumenti e il tessuto urbano di Grasse per affermarsi come luogo da cui contemplare l’abitato e il suo paesaggio scosceso. Dominata dalla sagoma di una nuova torre belvedere, la mediateca si affaccia sul mare e sulla città vecchia dall’alto della sua terrazza. Attingendo alle fonti della struttura urbana, l’opera crea tensioni, attriti e vicinanze. In contrappunto, rinnova le aperture visive sul quartiere e sul paesaggio più distante.

Una variante su larga scala del claustra provenzale

È un elemento chiave di un progetto urbano più globale che ridisegna le relazioni pedonali e gli spazi pubblici del centro cittadino in un’Area sensibile di rinnovamento urbano (ANRU) e in un Piano di conservazione e valorizzazione (PSMV). In questo contesto, gli architetti hanno sfruttato l’indipendenza degli elementi programmatici per creare diversi livelli di accesso, riappropriandosi di quattro edifici le cui strutture e facciate sono state conservate.

In fondo al sito, dove la hall di rue Droite offre un foyer condiviso dalla sala espositiva e dall’auditorium, l’apertura di un porticato in un edificio esistente migliora il passaggio verso place Vercueil, che si unisce a rue de la Lauwe attraverso un passaggio pedonale che costeggia il serbatoio idrico comunale di fronte alla sala espositiva. Sebbene questo bacino, che doveva essere attraversato, rappresentasse un vincolo importante, era necessario allo scopo del progetto. Ora è parzialmente coperto da uno sbalzo della mediateca, della piazza e del suo specchio d’acqua. Nell’asse, la mensola segnala l’ingresso alla mediateca. I passaggi pedonali sono stati rimodellati. Una rampa sospesa prolunga la rue de Lauwe all’interno della mediateca, invitando a passeggiare lungo i diversi piani.

Sin dall’ingresso, dove un varco di luce attraversa i livelli superiori, la mediateca seduce con la bellezza dei suoi spazi limpidi, permeabili alla luce e freschi d’estate. Il filtro delle colonne scanalate in cemento bianco dell’involucro a sei livelli scherma la luce naturale e questa variante su larga scala del claustra provenzale protegge la facciata in vetro incassata. Sopra la reception, le sale lettura a due piani offrono una panoramica degli spazi interni. La facciata, le opzioni energetiche e i materiali utilizzati nell’edificio fanno parte di un approccio ecocompatibile.

Dalla vittoria del concorso di progettazione nel 2011, i vincoli del sito e le numerose vicende legate agli scavi archeologici, alla stabilità del suolo e degli edifici esistenti, ai vincoli sismici, alla ricostruzione e alla demolizione in conformità al PSMV hanno unito i team, che hanno saputo affrontare i rischi strutturali e i lunghi tempi di esecuzione legati a questa complessità e alla pandemia. Gli scambi tra i progettisti, il project manager, gli utenti e le aziende hanno facilitato l’evoluzione del progetto.

Quest’architettura in calcestruzzo in zona sismica è anche un raffinato esercizio d’ingegneria realizzato con Jean-Marc Weill (BET C&E). La struttura a volta dell’edificio, interamente su pilastri, consente di realizzare l’ampia sporgenza che copre il serbatoio. Le pareti in calcestruzzo, accuratamente dimensionate, sono state gettate in opera e, collegate ai nuclei di circolazione, bilanciano lo sbalzo. Questo sistema omogeneo bilancia le masse e le controventature, mentre i pavimenti in calcestruzzo a vista conferiscono una verità costruttiva ed estetica.

Équerre d’argent: la scelta di una giuria illuminata

In Francia, curiosamente, l’incultura di certe giurie di concorsi e premi porta spesso a laureare progetti di scarsa qualità, che rispondono alle esigenze di una nuova doxa, con una malintesa parvenza di sostenibilità. È quindi straordinariamente gratificante che per questo 40° anniversario dell’Équerre d’argent le riviste “AMC” e “Le Moniteur” abbiano riunito una giuria composta principalmente da architetti praticanti, tutti ex vincitori del premio, sotto la presidenza del professor Jacques Lucan. Nel presentare il progetto – scelto all’unanimità – durante la cerimonia di premiazione, Gilles Perraudin, grande talento dell’architettura francese, ha sottolineato “La strana e pacifica bellezza che emana da quest’opera. Strana nella sua potente presenza in città, ma pacifica nell’armonia luminosa degli spazi interni”. Ha rilevato “I sottili riferimenti storici: Scarpa, Kahn, che vengono letti ma non imposti. Una trasposizione, per così dire, in uno spazio indicibile con una dimensione spirituale emozionante”. Perraudin ha riportato il giudizio complessivo della giuria, che testimonia l’eccellenza di un progetto caratterizzato “dall’intelligenza e dalla finezza dell’inserimento urbano in un quadro normativo rigoroso, nel rispetto dei monumenti caratteristici della storia della città, negoziando con scavi archeologici ed edifici civili intoccabili, in un sito di difficile accesso”. Il premio per l’opera prima è andato invece a un ponte pedonale realizzato da Nu Architecture & Ingénierie a Brides-les-Bains, in Savoia.

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La carta d'identità dell'opera
Committente: Ville de Grasse
Inaugurazione: 2022
Superficie: 4.423 mq
Costo: 13 milioni

 

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 21 Dicembre 2022