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Silvia MazzaWritten by: Interviste Patrimonio

Il futuro dei musei: accessibilità, digitalizzazione e valorizzazione

Il futuro dei musei: accessibilità, digitalizzazione e valorizzazione

Riprende con l’intervista al direttore generale Musei del MiC Massimo Osanna la rassegna dedicata ai restauri e riallestimenti dei musei statali

 

L’avevamo interrotta nel 2020 con la chiusura dei musei durante la pandemia (ma di musei in tempo di coronavirus abbiamo, comunque, continuato a occuparci), riprendiamo adesso la rassegna dedicata ai principali restauri e riallestimenti dei musei statali (per l’elenco si veda a fine pagina) con un’intervista a Massimo Osanna, direttore generale Musei del Ministero della cultura (MiC). A parte qualche cambiamento organizzativo, il nuovo Governo riceve in consegna l’assetto “rivoluzionato” dal ministro Dario Franceschini a partire dal 2014. Tra i progetti si sta puntando in particolare sulla valorizzazione del patrimonio conservato nei depositi dei musei. E poi, il tema musei gratis sì/no, che ha infiammato lo scontro tra il ministro Gennaro Sangiuliano e il suo sottosegretario Vittorio Sgarbi, Osanna dice la sua. Ma resta senza risposta l’«atipicità» di musei statali interamente gratuiti, come la Galleria nazionale di Cosenza.

 

In questi ultimi due anni la Direzione Musei è stata interessata da nuovi cambiamenti a livello organizzativo? Le Direzioni territoriali delle reti museali, di cui ci parlava il precedente direttore generale Antonio Lampis, dovrebbero corrispondere alle attuali Direzioni regionali musei. Si tratta solo di un mero cambio di denominazione o ha comportato qualche correzione strutturale per quello che è apparso l’anello debole della Riforma 2014?

Le Direzioni territoriali delle reti museali erano state previste dal Regolamento di organizzazione dell’allora Ministero per i beni e le attività culturali nel 2019, modificato in quello stesso anno con l’istituzione delle Direzioni regionali Musei, uffici di livello dirigenziale non generale, articolazioni periferiche della Direzione generale Musei, che assicurano sul territorio l’espletamento del servizio pubblico di fruizione e di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura in consegna allo Stato o allo Stato comunque affidati in gestione. Come noto, inoltre, la riforma del 2014 ha conferito autonomia speciale a venti istituti, numero progressivamente ampliato fino a quaranta, a cui sono stati aggiunti quattro ulteriori l’anno scorso. Tale modifica ha innalzato il numero di Direzioni regionali musei la cui funzione di direttore è svolta da quello del museo autonomo sito nella medesima regione dalle quattro del 2020 (Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche e Umbria) alle cinque del 2021, con l’aggiunta del Molise.

 

Quindi una diversa organizzazione i cui esiti sono tutti ancora da valutare. Può parlarci, invece, dei progetti che si devono alla Sua direzione?

La DG Musei sta portando avanti diversi progetti sull’accessibilità, la digitalizzazione, la valorizzazione dei depositi, oltre che il coordinamento del sistema museale nazionale. Più precisamente, si sta definendo il programma per la trasformazione digitale dei musei, anche attraverso un progetto di Capacity&Capability building dei Luoghi della cultura, finanziato dal Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale 2014-20 a titolarità dell’Agenzia per la coesione territoriale. Le sue finalità sono: garantire il raggiungimento del livello minimo di connettività per tutti i luoghi della cultura; la piena accessibilità dei contenuti per tutti gli utenti; e la sostenibilità del programma di trasformazione digitale nel tempo. Inoltre, si sta procedendo all’elaborazione di Linee guida per il monitoraggio e la manutenzione programmata del sistema museale nazionale. Quanto all’accessibilità dei luoghi della cultura, la Direzione generale Musei ha approvato, con DL 534 del 19 maggio 2022, il Piano strategico per l’eliminazione delle barriere architettoniche, Missione 1, Componente 3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e ha pubblicato due avvisi pubblici per la presentazione di proposte progettuali per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali dei musei e luoghi della cultura privati e pubblici non appartenenti al Ministero della Cultura, da finanziare nell’ambito del PNRR con una dotazione complessiva pari a 130.674.700 euro. La DG Musei promuove infine diverse iniziative volte sia alla valorizzazione del patrimonio conservato nei depositi dei musei, sia alla valorizzazione e fruizione degli spazi stessi, quali luoghi non solo di conservazione delle opere non esposte ma anche come luoghi fondamentali per conoscere a fondo il museo e la storia delle sue collezioni. Il deposito, da luogo comunemente percepito come di sottrazione, attraverso adeguate strategie di valorizzazione, diventa invece non solo sede dell’ampliamento dell’offerta museale, ma anche un luogo dove il museo racconta le sue funzioni e la sua storia, dalle politiche di acquisizioni e a quelle relative all’ordinamento. Ecco allora che il deposito diventa luogo di studio e di ricerca ma anche di riscoperta del gusto, degli interessi scientifici, delle esigenze di conservazione, delle scelte di comunicazione, che non sono assoluti, ma mutano nel tempo, determinando la collocazione delle opere nei diversi spazi – più o meno visibili – del museo. Si ricorda fra tutti il progetto “100 opere svelate. Dai depositi ai musei”: per una valorizzazione diffusa delle opere dei depositi dei musei statali.

 

Tema di grande attualità è la questione della gratuità dei musei sollevata dalle due posizioni (in realtà già ricomposte) del ministro e del suo sottosegretario Sgarbi. Il nostro connazionale Gabriele Finaldi, che l’ha diretta fino allo scorso agosto, ha detto “free admission is in the DNA of the National Gallery” di Londra. La genetica insegna che il DNA può mutare, Lei crede che davvero si tratti di un modello non importabile in Italia, magari con i dovuti adattamenti a un sistema diverso?

Gli introiti dalla bigliettazione costituiscono una fondamentale fonte di finanziamento per i musei, che con quei fondi provvedono a garantire il servizio pubblico essenziale di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale alla collettività. Attualmente, molte sono le occasioni di accesso libero ai musei e luoghi della cultura del MiC: tra queste, le più frequenti sono le prime domeniche del mese, che, come dimostrano i dati sull’affluenza, riscuotono grande successo. Inoltre, è previsto l’accesso gratuito fino a 18 anni e con biglietto ridotto a 2 euro per i giovani fino ai 25 anni. La gratuità, come dimostrano i dati, è un forte incentivo alla visita e, talvolta, è un mezzo per far conoscere luoghi della cultura altrimenti scarsamente frequentati, al quale continuare a ricorrere insieme alle varie forme di riduzione del costo del biglietto di ingresso (carnet, abbonamenti, biglietti integrati), così da avvicinare anche categorie sociali economicamente fragili. Non è ipotizzabile, invece, deprivare totalmente i musei e i luoghi della cultura delle risorse prodotte dai biglietti, necessarie all’espletamento delle loro molteplici funzioni statutarie (lo studio e la ricerca; l’inventariazione e la catalogazione; la conservazione, la prevenzione, la manutenzione e il restauro; l’organizzazione di mostre; la redazione e pubblicazione di cataloghi e guide; la comunicazione e la promozione; le attività laboratoriali e didattiche) altrimenti difficilmente esercitabili, con il concreto rischio del blocco delle attività connaturate all’esistenza delle istituzioni museali. D’altronde, è proprio dell’attività amministrativa prendere le proprie decisioni contemperando gli interessi in gioco e operando un bilanciamento tra le diverse esigenze, così da soddisfare in maniera equilibrata e proporzionata i plurimi bisogni collettivi.

 

I riallestimenti e/o restauri architettonici dei musei statali nel 2022
Egnazia: Museo archeologico nazionale [immagine di copertina]
Firenze: Gallerie dell’Accademia; Museo del Bargello; Museo di Palazzo Davanzati; MUNDI
Isernia: Museo di Santa Maria delle Monache
L’Aquila: Mammut
Matera: Museo nazionale
Napoli: Museo di Capodimonte (collezione Rumma)
Perugia: Galleria nazionale dell’Umbria
Pompei: casa di Cerere al Parco archeologico
Roma: Museo delle Civiltà; Museo dell’arte salvata; Museo nazionale degli strumenti musicali
Ruvo di Puglia: Grottone del Museo Jatta
Sassari: Museo Sanna
Torino: Galleria archeologica dei Musei Reali
Trani: Castello Svevo (collezione della regina Margherita)
Urbino: Palazzo ducale (secondo piano)
Venezia: Gallerie dell’Accademia
Verona: Museo archeologico nazionale

Chi è il direttore generale Musei del MIC
Massimo Osanna, professore ordinario di Archeologia classica dell’Università di Napoli “Federico II”, ha diretto tra il 2014 e il 2020 la Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, divenuto poi il Parco Archeologico di Pompei. Ha insegnato presso l’Università della Basilicata, dove ha diretto la Scuola di specializzazione in Beni archeologici di Matera. Ha insegnato come visiting professor presso l’École pratique des hautes études di Parigi e l’Università di Heidelberg. Ha svolto attività di ricerca finanziate dalla Fondazione Humboldt presso le Università di Berlino e Heidelberg, nonché come borsista presso la Scuola archeologica italiana di Atene. È stato soprintendente per i Beni archeologici della Basilicata. Ha diretto pluriennali attività di ricerca sul campo in Italia (Torre di Satriano, Ascoli Satriano, Pantelleria, Taureana di Palmi, Gabii) e all’estero (Alesia). Attualmente conduce con l’Ephoria delle Cicladi e l’École française d'Athènes ricerche nell’isola di Rheneia. A Pompei, dove ha coordinato la messa in sicurezza dell’intera città e i restauri dei maggiori edifici, insieme a progetti di valorizzazione e fruizione nell’ambito del Grande progetto Pompei, ha promosso vaste ricerche nei santuari e negli spazi pubblici della città in collaborazione con università e istituti di ricerca italiani e stranieri, nonché le nuove ricerche della Regio V. È autore di oltre un centinaio di saggi e monografie dedicati all’archeologia della Grecia e dell’Italia antica, allo studio della ritualità antica, alla ricostruzione dei pattern insediativi e ai fenomeni di mobilità e di contatti culturali, nonché agli aspetti di gestione e conservazione del patrimonio culturale.

Autore

  • Silvia Mazza

    Storica dell’arte e giornalista, scrive su “Il Giornale dell’Arte”, “Il Giornale dell’Architettura” e “The Art Newspaper”. Le sue inchieste sono state citate dal “Corriere della Sera” e dal compianto Folco Quilici nel suo ultimo libro Tutt'attorno la Sicilia: Un'avventura di mare (Utet, Torino 2017). Dal 2019 collabora col MART di Rovereto e dallo stesso anno ha iniziato a scrivere per il quotidiano “La Sicilia”. Dal 2006 al 2012 è stata corrispondente per il quotidiano “America Oggi” (New Jersey), titolare della rubrica di “Arte e Cultura” del magazine domenicale “Oggi 7”. Con un diploma di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna, ha una formazione specifica nel campo della conservazione del patrimonio culturale. Ha collaborato con il Centro regionale per la progettazione e il restauro di Palermo al progetto europeo “Noè” (Carta tematica di rischio vulcanico della Regione Sicilia) e alla “Carta del rischio del patrimonio culturale”. Autrice di saggi, in particolare, sull’arte e l’architettura medievale, e sulla scultura dal Rinascimento al Barocco, ha partecipato a convegni su temi d’arte, sul recupero e la ridestinazione del patrimonio architettonico-urbanistico e ideato conferenze e dibattiti, organizzati con Legambiente e Italia Nostra, sulle criticità dei beni culturali “a statuto speciale”, di cui è profonda conoscitrice.

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Last modified: 21 Dicembre 2022