In mostra a Venezia un’attività lontana dai riflettori: restauro, allestimento, interni, design del vetro e del mobile, misurandosi con la città storica e la società civile
VENEZIA. A volte piccole mostre riportano l’attenzione su grandi idee e momenti storici degni di nota. Nel nostro caso la mostra è “Architettura e impegno civile a Venezia, Nani Valle e Giorgio Bellavitis” (presso SPARC* a cura di Barbara Pastor e Anna Bellavitis). Il momento storico è quello che nel secondo dopoguerra, in un rapido volgere di anni che dalla ricostruzione e dal susseguente boom economico, ha subito visto il corso degli eventi virare alla contestazione e alle lotte purtroppo segnate da eventi drammatici che ancora gravano sul nostro passato. Ma quel periodo ha visto anche brillanti giovani progettisti misurarsi con la città storica, la società civile, l’impegno per la costruzione di spazi di vita migliori in una visione di un futuro positivo che allora animava l’azione e confortava il pensiero.
È il caso di Nani Valle e Giorgio Bellavitis che, inverando la migliore tradizione del progetto italiano, spaziano dal restauro all’allestimento, dagli interni al design del vetro e del mobile, dalla storia all’urbanistica, sempre con un’attenzione al contesto del vivere civile che diventa impegno nella vita professionale e in quella didattica. Docenti all’Università IUAV, operano principalmente a Venezia, ma quando lasciano la laguna è per incarichi importanti e densi di significati, quali la collaborazione con Franco Basaglia per il recupero dell’ospedale psichiatrico di Trieste o il completamento della Sala Ajace di Udine, progetto incompiuto di Raimondo d’Aronco.
La mostra espone, con la freschezza e la semplicità dei fogli appesi con le puntine alle guide in legno delle pareti, un’attività multiforme che padroneggia il disegno, studia il recupero, mette a frutto nelle realizzazioni le capacità degli artigiani che ancora si trovavano in laguna, s’impegna nella riflessione teorica accomunando le due personalità senza possibilità di scinderle e distinguerle. Particolare attenzione viene posta sull’attività di restauro, che per i due progettisti è pratica fondamentale nell’affrontare il “problema Venezia”, con grande attenzione sia per l’architettura cosiddetta minore, sia per i grandi palazzi nobiliari.
Fernanda Valle (1927-87) nasce a Udine in una famiglia di architetti: il padre Provino, il fratello Gino, la sorella Lella (poi moglie e socia di Massimo Vignelli). Si laurea in architettura a Venezia nel 1951 e dallo studio del padre si sposta in laguna dopo aver sposato Bellavitis nel 1958, unendo l’attività professionale a quella accademica, nella quale esordisce come assistente di Ignazio Gardella.
Giorgio Bellavitis (1926-2009), dopo le dure e importanti esperienze della guerra e della resistenza, lavora come illustratore, a Venezia e poi a Londra, collaborando alla famosa rivista italiana di fumetti “Asso di picche”. Nel 1965 si laurea allo IUAV. Lo studio prosegue la sua multiforme attività anche dopo la scomparsa di Nani, per chiudere definitivamente nel 2004.
La mostra ha il pregio di lasciare impressi nella memoria visioni di architettura che si possono fissare nel bel disegno a colori di un angolo dell’isola della Giudecca, così come nella foto in bianco e nero dell’allestimento in tubi innocenti in piazza San Marco, piacevolmente figlio della propria epoca e posto proprio di fronte a quelle Procuratie vecchie da pochi mesi restituite alla città. Immagini che portano un giusto tributo a un’attività lontana dai riflettori, fatta di costanza e passione, vera nell’impegno e nella qualità, tanto da permetterci di apprezzarla anche a decenni di distanza.
Immagine di copertina: Nani Valle e Giorgio Bellavitis in studio, primi anni sessanta (© Archivio Anna Bellavitis)
«Architettura e impegno civile a Venezia. Nani Valle e Giorgio Bellavitis»
a cura di Barbara Pastor e Anna Bellavitis
SPARC*, Venezia
9 dicembre 2022 – 15 gennaio 2023
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allestimenti , Donne , mostre , venezia
Last modified: 14 Dicembre 2022