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Antonello AliciWritten by: Progetti

A Helsinki, una macchina per danzare

A Helsinki, una macchina per danzare

JKMM e ILO firmano la Casa della danza, tra opere ex novo e recupero di ex spazi della Nokia, nel polo culturale di Kaapelitehdas

 

HELSINKI. L’avvio del “Novembre nordico. Tracce Nordiche a Roma” – una grande kermesse tra cinema, musica, letteratura, arte, architettura e archeologia promossa dalle istituzioni culturali e le sedi diplomatiche dei Paesi nordici presenti nella capitale (vedi box al fondo) – fa da cornice a questa nota sulla nuova Casa della danza di Helsinki.

Il progetto di un polo per la danza, che sostenesse il crescente interesse dei cittadini della capitale per ogni forma di ballo in un Paese dalla grande tradizione musicale, ha avuto una lunga gestazione e nel 2012 ha trovato sostegno nella costituzione della Helsinki Dance House Organization, affiancata poi da JKMM Architects per elaborare studi di fattibilità e cercare una collocazione appropriata. Tra il 2016 e il 2022 JKMM e ILO Architects, due studi che vantano un significativo curriculum di opere pubbliche e poli culturali, hanno elaborato il progetto e seguito la sua realizzazione.

 

Dal lavoro alla cultura

La Casa della danza prende forma a Kaapelitehdas, un polo culturale nel quartiere di Salmisaari al margine occidentale della città, nato a fine anni ottanta in un’ex fabbrica di cavi elettrici e telefonici, che ospita musei, gallerie d’arte, teatri, scuole d’arte e varie compagnie d’industria creativa.

Il nuovo edificio (6.300 mq su un lotto di 7.000 mq) s’innesta al margine di due padiglioni un tempo occupati dalla Nokia e li unisce con una grande corte vetrata che funge da connessione con i nuovi volumi, il maggiore dei quali ospita “Erkku Sali”, il più grande spazio per spettacoli di danza dei Paesi nordici (una base di 26 x 37 m, per 24 m di altezza) che, dotato di un sistema mobile di sedute, garantisce piena flessibilità e può dividersi in tre spazi autonomi. La seconda sala per spettacoli del complesso occupa la preesistente “Pannu Halli” della fabbrica di cavi, trasformata in una black box con sedute mobili per 235-400 spettatori.

Erkku e Pannu garantiscono una capienza di 1.100 posti. Le altre funzioni – spazi per la formazione e le prove, uffici, servizi e ambienti per il pubblico – sono in ospitate parte nei nuovi volumi e in parte nella vecchia fabbrica. Il dialogo con la preesistenza, all’esterno come negli interni, conferma l’esperienza dei progettisti negli interventi sulla città storica. I nuovi volumi, schermati da facciate metalliche sospese e impenetrabili di dimensioni da record (1.050 mq) e da pareti fasciate di dischi di acciaio cromato (ben 1,500!), fungono da testata d’ingresso alle due maniche della fabbrica, che conservano la caratteristica cortina muraria in mattoni su cui si ritagliano ordinate file di aperture.

 

Dentro, un teatro totale

L’ingresso attraverso il cortile dalla copertura vetrata, dove è collocata la biglietteria, c’introduce allo spazio interno caratterizzato dalla nudità dei grandi setti murari e dei pavimenti in cemento della vecchia struttura, con i segni del tempo lasciati in vista; così come accade per le strutture e impianti dismessi, che fanno da quinta alle nuove apparecchiature sceniche e ai moderni impianti tecnologici.

L’idea di “una grande moderna macchina per la danza” si riflette nella capacità di contaminare tutti gli spazi – anche le scale e gli spazi tecnici – con spettacoli ed eventi. Teemu Kurkela, responsabile del progetto per JKMM insieme a Pia Ilonen per ILO, ha sottolineato il carattere unico di questo nuovo spazio, una macchina “che si avvia quando la danza inizia, quando chi danza e il pubblico prendono il controllo dell’edificio”.

L’entusiasmo con cui la capitale finlandese ha perseguito il progetto di un grande e innovativo polo per la danza spiega un fenomeno in grande crescita nel Paese, anche come forma popolare d’intrattenimento, con un investimento della Municipalità e del Centro finlandese per la promozione delle arti di 34,8 milioni.

La direttrice Niki Matheson non nasconde l’entusiasmo per il coronamento di un sogno a lungo rincorso dalla comunità dei danzatori; un evento storico, che propone al pubblico nell’anno d’inaugurazione un programma ricco di prime nazionali e di ospiti internazionali. La stagione artistica e culturale della capitale finlandese vede così ampliato il già prestigioso cartellone di eventi, che anima Helsinki lungo l’arco dell’anno in una costellazione di spazi che ne hanno gradualmente trasformato l’immagine, favorendo anche un crescente flusso turistico internazionale.

 

Sullo sfondo, la densificazione del centro città

Tuttavia, allargando lo sguardo sulla città e sulla sua recente gestione politico-urbanistica, se da un lato gli investimenti per la cultura ne fanno ancora un luogo di eccellenza, sono ormai evidenti (e preoccupanti) gli effetti di una crescente pressione speculativa dei grandi investitori e dei costruttori che hanno forzato l’orientamento democratico della pianificazione urbana e favorito, con il Piano regolatore del 2016, un processo di “densificazione” delle aree centrali.

Un recente pamphlet, dal titolo esplicito (Di chi è la città), ha denunciato la pratica di erosione di parchi, aree ricreative, strade e piazze per lasciar posto a terreni edificabili, così come lo smantellamento del sistema di tutela del patrimonio vincolato per favorire l’affiancamento di nuove costruzioni a luoghi simbolo della città, come la stazione ferroviaria di Eliel Saarinen.

Immagine di copertina: © Hannu Rytky

 

A Roma, il Novembre nordico

Si è aperto con un omaggio a Sigurd Lewerentz (“Architect Sigurd Lewerentz’ Italian journey 1922”, mostra curata da Erik Törnqvist e Malin Belfrage presso l’Istituto Svedese di studi classici a Roma, fino al 30 novembre) il Novembre nordico, che vede per la prima volta alleate tutte le istituzioni culturali dei Paesi nordici nella capitale: le ambasciate di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, il Circolo scandinavo, l’Accademia di Danimarca a Roma, l’Istituto di Norvegia in Roma, l’Institutum Romanum Finlandiae, l’Istituto Svedese di studi classici.

L’obiettivo è riscoprire le tracce nordiche a Roma e offrire nuove occasioni di scambio attraverso un ricco programma di mostre, incontri e dibattiti, concerti, apertura straordinaria delle residenze di personaggi illustri e delle stesse sedi accademiche. Nel programma è incluso il Nordic Film Fest, appuntamento giunto all’undicesima stagione.

Al centro del programma sono dunque le tracce del Grand Tour che ha favorito la costituzione a Roma di una grande comunità di artisti nordici fin dal primo Ottocento, aggregati intorno alla figura carismatica di Bertel Thorvaldsen. Busti e ritratti dello scultore sono presenti nella galleria di opere nella nuova sede del Circolo Scandinavo sull’Aventino, che ha ospitato la serata inaugurale lo scorso 8 novembre.

Tra gli appuntamenti del ricco programma segnaliamo, oltre alla già citata mostra sul viaggio in Italia di Lewerentz, l’apertura di Villa Lante, sede dell’Institutum Romanum Finlandiae dal 14 al 30 novembre, che ospita la mostra “Un salotto famoso in tutta Europa. Nadine Helbig a Villa Lante”, che raccoglie acquerelli e disegni dei viaggi attraverso la penisola dell’artista di origine russa che ha abitato la residenza per trent’anni.

Altra traccia è la lunga presenza a Roma di Sigrid Undset, la scrittrice più famosa della Norvegia, premio Nobel nel 1928, la cui opera sarà presentata il 22 novembre a Palazzo Altemps. Il 24 novembre l’Accademia di Danimarca apre i suoi spazi per una serata dedicata all’opera e all’eredità di Thorvaldsen. Infine, il programma del Nordic Film Fest: Tove, Directors’ Cut, Any Day Now e Girl Picture (Finlandia); Tigers (Svezia); That Time of Year (Danimarca); The White Swan, The War Sailor (Norvegia).

Autore

  • Antonello Alici

    Architetto, laureato nel 1986 alla Facoltà di Architettura di Firenze, è professore associato di Storia dell’architettura all’Università Politecnica delle Marche. Le sue ricerche, oltre la tesi di dottorato sulle chiese a pianta centrale del Rinascimento in Umbria, privilegiano i Paesi Nordici, in particolare Finlandia e Svezia, seguendo le traiettorie di viaggio degli architetti tra Baltico e Mediterraneo. Nel 2017 e 2020 è stato Visiting Scholar presso il Martin Centre for Architectural and Urban Studies e il St John’s College (Università di Cambridge). Dal 2015 è Visiting Professor presso la Silpakorn University di Bangkok. Ha promosso il Comitato scientifico per il Centenario di Giancarlo De Carlo presso l’Accademia Nazionale di San Luca, oltre a essere membro del Comitato scientifico del Centro Studi Vitruviani di Fano, fondatore e direttore della summer school "The Culture of the City. Understanding the Urban Landscape", dal 2017 impegnata nei paesaggi della ricostruzione del terremoto. Tra le pubblicazioni recenti: "The Journey to the North. The Italian Cultural Institute in Stockholm in the context of the relationships between Swedish and Italian Architects", in "Enchanting Architecture" (Five Continents, 2021); "Franco Albini and Leslie Martin: a parallel working life", in "Postwar Architecture Between Italy and the UK. Exchanges and transcultural influences" (UCL Press, 2021)

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Last modified: 16 Novembre 2022