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Written by: Città e Territorio

Bergamo ritrova il suo salotto buono

Bergamo ritrova il suo salotto buono

Con l’inaugurazione di piazza Dante, si avviano a conclusione i lavori a seguito del concorso per il rinnovamento del Centro piacentiniano

 

BERGAMO. In attesa di diventare insieme a Brescia Capitale italiana della cultura 2023, la città è attraversata da un vento di rinnovamento che interessa diversi comparti urbani, tra cui il Centro piacentiniano e la piazza Dante appena ultimata.

 

Il Centro piacentiniano e piazza Dante

Il concorso promosso nel 2017 dall’amministrazione comunale per la riqualificazione del Centro piacentiniano è uno dei rari casi italiani in cui si è passati dall’esito della gara (vinta dal gruppo Flânerie, composto da progettisti locali) al cantiere in tempi relativamente brevi. Con la procedura concorsuale e gli studi che l’hanno preceduta si sono gettate le basi per avviare un processo complesso che – nelle intenzioni – dovrebbe fornire nuova linfa e vitalità ad un centro cittadino da tempo in crisi. L’operazione non si affida a un superficiale rinnovamento estetico, ma cerca di andare a fondo e coinvolgere la città e le sue componenti urbane, funzionali e relazionali.

Il cantiere iniziato nel 2020 ha visto nei mesi scorsi l’ultimazione dei primi due lotti per la riqualificazione delle zone del Sentierone e di largo Gavazzeni. Con la recente inaugurazione della rinnovata piazza Dante, il programma si avvia alla conclusione prevista entro fine anno. La piazza è il cuore del sistema urbano pianificato da Marcello Piacentini oltre un secolo fa, e il suo restyling dimostra coerenza con il concept prefigurato dalla proposta concorsuale, anche a fronte di qualche immancabile variante.

La geometria della piazza è definita sui quattro lati da pavimentazioni in pietra naturale che si rapportano con gli edifici che la delimitano. L’elemento architettonico che catalizza l’intera composizione è la grande cavità circolare della rampa di scale che porta all’ingresso ipogeo dell’ex albergo diurno, uno spazio sotterraneo quasi dimenticato per decenni e ora pronto ad essere restituito alla città. Il quadrilatero centrale della piazza è inaspettatamente occupato da un variegato “parterre” verde in cui è inglobata anche la fontana del Tritone, reminiscenza della settecentesca Fiera di Sant’Alessandro che ritorna restaurata ad occupare l’originaria posizione baricentrica. Intorno alla fontana il verde diventa pedonale – grazie a cubetti di pietra annegati nel prato – con percorsi delimitati da sedute in pietra e aiuole erbacee dal disegno ondulato. Non mancano alcune presenze arboree e i due volumi vetrati delle uscite di sicurezza dell’ex diurno.

L’intervento è misurato e si affida alla qualità dei materiali, alla cura del dettaglio e al bilanciamento fra zone pavimentate, verde e arredi. Forme, materiali, colori seguono un registro calibrato dal disegno architettonico fedele ai canoni contemporanei ma rispettoso della memoria storica dei luoghi piacentiniani.

Uno sguardo sulla città

Molte altre sono le operazioni di rigenerazione destinate a incidere sul futuro di Bergamo. Fra queste il recupero dell’ex caserma Montelungo-Colleoni, esito di un concorso del 2015, il cui cantiere è fermo dal 2017. Viaggia invece spedito Chorus Life, il quartiere multifunzionale “high tech” in cui troveranno posto residence, attività ricettive, commerciali e servizi per il tempo libero. Nato da un’operazione per la rigenerazione di un’area ex industriale di 80.000 mq, vedrà la conclusione nel 2023. Nello stesso anno dovrebbero iniziare i lavori per la nuova GAMEC, il progetto dello studio C+S che convertirà l’ormai datato palazzetto dello sport in galleria d’arte contemporanea.

Al grande comparto di Porta sud spetterà invece il compito di dare nuova forma e vita all’area strategicamente più importante della città, che include lo scalo della stazione ferroviaria e aree limitrofe. La storia di Porta sud è di quelle complicate, prende le mosse già nei primi anni 2000 e conosce un susseguirsi di proposte e cambi di rotta finora non concretizzati. È stato definito l’accordo di programma che vede il Comune a fianco di enti tra cui Regione, Provincia, Ferrovie dello Stato. E dal nuovo masterplan, che non mancherà di modifiche e varianti, discenderà uno studio di fattibilità che – con investimenti cospicui di varia provenienza – darà forma al primo step che includerà anche la nuova stazione intermodale, su cui si attesterà la futura linea ferroviaria di collegamento con l’aeroporto di Orio al Serio.

 

Autore

  • Marco Adriano Perletti

    Architetto e PhD, svolge attività professionale occupandosi di progettazione architettonica e paesaggistica, pianificazione urbanistica e valutazione ambientale strategica. Ha svolto attività didattica al Politecnico di Milano partecipando a programmi di ricerca. Collabora con «il Corriere della Sera» e ha pubblicato: «Nel riquadro dei finestrini. L'architettura urbana nello spazio cinetico» (Milano 2005); «Novara. Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale» (Milano 2008); con A. Femia e M. Paternostro, «1 e 3 Torri. Palazzo MSC a Genova» (Parigi 2017); «Architettura come Amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini» (Brescia 2018); "Costruire sostenibile con la canapa. Guida all’uso in edilizia di un materiale naturale e innovativo" (Santarcangelo di Romagna, 2020)

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Last modified: 27 Luglio 2022