Considerazioni su Roma, a partire dai commenti di Giancarlo Storto sulle recenti Misure per la rigenerazione urbana
La rigenerazione urbana è una medicina per il degrado urbano e, in quanto tale, va dosata caso per caso. A Roma, città complessa, dove degrado e bellezza convivono, è normale che vi sia una deregolamentazione (leggi l’articolo di Giancarlo Storto). Le principali città italiane ripensano il modello urbano originalmente programmato perché immobili e aree hanno progressivamente perso la funzione originaria. Oggi viviamo accelerazioni così forti, causa Covid, crisi ambientali, sociali ed economiche, che mettono in crisi strumenti ormai consueti. L’aggiornamento di NTA, PRG e PTPR è necessario per la rigenerazione urbana, così come, soprattutto alle scale più piccole, l’intervento privato è fondamentale.
La città è fluida per più motivi e i valori immobiliari in questi ultimi anni sono cambiati di conseguenza: Villaggio Olimpico, Pigneto, San Lorenzo. Le semplificazioni sono necessarie, e trasformare nell’ambito di una normativa attenta alla realtà del quartiere mi sembra coerente. I piani a grande scala a Roma, burocraticamente lenta come un bradipo e da sempre in cronica astinenza finanziaria, non hanno mai funzionato.
Aggiornare le normative di riferimento non significa assimilare il “centro storico” ad altre zone urbane. Il centro storico di Roma è immenso e pieno di vincoli (non ultimo quello Unesco!), che in casi eclatanti a nulla sono serviti (GIL Trastevere, rilascio di condoni su palazzi storici, ecc., incluso il Foro Italico). Tutto è storico, i quartieri limitrofi alla perimetrazione Unesco sono storici e con valenze architettoniche importanti; il Corviale è storico e, aggiungo, patrimonio moderno di qualità del dopoguerra.
Inoltre, il caso della Fonderia Sebastianelli (nella foto dell’articolo di riferimento) porta a una serie di riflessioni. Occorrono piani di conservazione ad hoc nella Carta della qualità quali veri e propri iter metodologici d’intervento né sottoposti e né sovrapposti alle NTA. L’ex Sebastianelli si poteva restaurare filologicamente e poi valutare i cambi di destinazione d’uso. L’imprenditore privato deve avere un guadagno, può avere gli incentivi con piccole cubature aggiuntive ma bisogna farle con occhio attento a quanto già realizzato: si pensi al villino Alatri in via Paisiello, ampliato nel 1952 da Mario Ridolfi, Mario Fiorentino e Wolfgang Frankl (immagine di copertina). I piani di conservazione devono essere partecipativi e professionali, contenere le informazioni sul fabbricato e tutto quello che è realizzabile, nonché le modalità d’intervento. In tal senso sono utili gli incentivi ai proprietari degli immobili e la collaborazione delle Università.
Amate l’architettura…
Il recente Festival dell’Architettura di Roma ha recepito e dibattuto le indicazioni nazionali nei quartieri e con le istituzioni. La rigenerazione urbana è un processo creativo per far immaginare, prima della progettazione, un diverso modo di vivere il quartiere con le sue esigenze rapportato alla città. L’architettura quale espressione civilissima del superfluo è spesso reputata dai cittadini solo superflua, e quella del Festival è stata un’occasione per far comprendere quanto la buona architettura condivisa e realizzata a tutte le scale è parte integrante della qualità nella vita quotidiana. È sulla corrispondenza tra città e cittadini e nell’incontro comprensivo con l’architettura che si fonda il valore civile di quest’arte.
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lettere al Giornale , rigenerazione urbana , roma
Last modified: 28 Giugno 2022