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Cecilia RosaWritten by: Progetti

L’«edificio-cervello» verde di LAN per il “Grande MAXXI”

L’«edificio-cervello» verde di LAN per il “Grande MAXXI”

Gli esiti del concorso d’idee per l’ampliamento del museo di Zaha Hadid Architects a Roma

 

ROMA. A poco più di un mese dalla data di consegna del concorso internazionale di idee per il progetto “Grande MAXXI”“Grande MAXXI”, che ha registrato la partecipazione di oltre cento gruppi di progettazione da tutto il mondo, sono stati presentati nell’auditorium del Museo i primi cinque classificati.

Ha vinto la proposta elaborata dal raggruppamento guidato dallo studio italo-francese LAN (Local Architecture Network, fondato nel 2002 da Benoit Jallon e Umberto Napolitano), in associazione con SCAPE Architecture, SNA Susanna Nobili Architettura, Bollinger + Grohmann Ingegneria, Franck Boutté Consultants, Bureau Bas Smets, Folia Consulenze.

Seguono nella graduatoria i raggruppamenti guidati da Vacuum Atelier (Italia), Resell + Nicca (Norvegia), Arquivio Architects (Spagna) e Galar-Velaz-Gil (Spagna). Due le menzioni speciali: a studio 4051, studio Ortus, Edoardo Cappella e Giorgio Azzariti, e a Gustav Düsing & Max Hacke. In autunno è prevista una mostra che ne ospiterà gli elaborati, mentre tutti i progetti partecipanti verranno successivamente pubblicati online.

Il bando di concorso, pubblicato a inizio febbraio, prevedeva, nell’ambito del progetto “Grande MAXXI”, due interventi principali: il MAXXI Hub, un nuovo edificio sostenibile e multifunzionale nel lotto tra piazza Alighiero Boetti e via Masaccio, e il MAXXI Green, una fascia di verde attrezzato lungo l’asse di via Masaccio.

La giuria, composta da Giovanna Melandri (presidente della Fondazione MAXXI), Petra Blaisse, Maria Claudia Clemente, Mario Cucinella, Lorenzo Mariotti, con Pippo Ciorra e Simone Gobbo come membri supplenti, ha scelto all’unanimità il progetto di LAN soprattutto per “il rapporto con il contesto urbano, la presenza di un giardino pensile generoso e accessibile e allo stesso tempo di forte valore architettonico, come una specie di ordine gigante verde che domina e caratterizza l’edificio a grande distanza. Il progetto costruisce inoltre un rapporto virtuoso sia con la piazza Boetti che con l’affaccio su via Masaccio e prevede una buona flessibilità nell’organizzazione delle funzioni e degli spazi a loro destinate”.

I render svelano un edificio dalla volumetria concisa che instaura un rapporto di consonanza, anche cromatica, con il tessuto urbano circostante. È lo stesso Umberto Napolitano ad affermare durante la presentazione che il processo progettuale è come un “procedimento archeologico alla ricerca delle forme mancanti, è come trovare il pezzo smarrito di un puzzle”. Ludovica di Falco, fondatrice dello studio italo-francese SCAPE, ha sottolineato, inoltre, durante la conferenza, il grande interesse verso le trasformazioni urbane che sempre più riguardano l’inserimento all’interno di tessuti consolidati di “edifici-cervello” multifunzionali che un tempo erano progettati per essere realizzati fuori dai centri urbani.

Aspetto, questo della multifunzionalità e della flessibilità degli spazi, sottolineato anche da Margherita Guccione, direttore scientifico del progetto “Grande MAXXI”, che ha posto l’accento sulla mutazione del ruolo del museo come nuovo collettore di esperienze culturali. Il MAXXI, infatti, grazie a questa pluralità di usi e funzioni, mira ad aprirsi ulteriormente alla città e alle reti sociali in maniera inclusiva, espandendosi al di fuori dei propri confini.

La realizzazione del progetto sarà sostenuta economicamente dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile con un finanziamento di 20 milioni; la realizzazione dell’opera è previsto entro il 2026.

Autore

  • Cecilia Rosa

    Nata a Roma (1990), dove vive e lavora, studia Architettura tra Roma, Milano e Porto, laureandosi con lode nel 2016 presso il Politecnico di Milano. Nel 2019 consegue un Master di II livello presso lo IUAV di Venezia in “Architettura digitale”. Dopo diverse collaborazioni tra Roma e Bologna, dal 2016 porta avanti la professione collaborando con lo studio romano STARTT (studio di architettura e trasformazioni territoriali) su diversi progetti a varie scale, seguendo principalmente progetti museografici. Dal 2019 è assistente alla docenza presso il Dipartimento di Architettura all'Università degli Studi “Roma Tre” e dal 2023 è dottoranda presso il medesimo Dipartimento

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Last modified: 7 Luglio 2022