P.S. Riccardino sono io e il terremoto è quello dell’Irpinia del 1980
Oggi è il 20 maggio del 2012, Riccardino ha cinque anni e frequenta l’asilo.
Riccardino è un bimbo svelto: sa già contare fino a 100 e conosce l’alfabeto che, a richiesta, recita a memoria includendo anche la “X” e la “Y”. “Che però non sono lettere italiane” gli dice la maestra.
Riccardino è anche capace di leggere. Per adesso non tutte le parole e solo le frasi brevi. Ma Riccardino ha solo 5 anni. Ci vuole pazienza!
Riccardino è anche un bimbo molto curioso. Colpa dei genitori che seminano per casa libri illustrati ed enciclopedie per bambini. Riccardino guarda le figure e decifra quello che c’è scritto sotto.
Sono le quattro di notte e Riccardino dorme beatamente nel suo lettino in mansarda quando all’improvviso la casa inizia a ondeggiare come le margherite nel prato nei giorni di vento.
Riccardino salta in piedi sul letto, ma resta così, come paralizzato, finché i suoi genitori urlano: “E’ il terremoto. Scappiamo!”; e allora Riccardino tenta d’infilarsi le scarpe più veloce che può. Ma non c’è tempo, allora il papà lo solleva di peso e così, insieme, balzano giù per le scale.
In un minuto è in strada. Scalzo.
Riccardino sa cos’è un terremoto. Lo ha letto sull’enciclopedia illustrata. E sa anche perché avviene.
“E’ stata la rana”, dice convinto ai suoi genitori.
E quando gli domandano “Ma quale rana?”, lui risponde: “La rana della Mongolia. Sicuramente si sarà mossa”.
Perché Riccardino è un bimbo curioso e di buona volontà, ma leggere, specie se hai 5 anni, è faticoso e talvolta capita che ti fermi alla prima illustrazione, alla prima pagina.
D’altronde, “Povera rana”, pensa Riccardino. “Dev’essere una gran fatica tenere tutto il tempo il mondo sulle spalle”. Quasi la assolve nonostante gli dicano che il tetto della sua casa ora non c’è più e che la camera da letto e un pezzo della cucina, pure.
Oggi è il 20 maggio 2022. Sono passati giusto dieci anni; oramai Riccardino è Riccardo.
Da un bel po’ di tempo ha scoperto che la rana della Mongolia non c’entra niente coi terremoti. Ha anche imparato che bisogna leggere tutte le pagine e non solo la prima. E soprattutto non fermarsi alle figure. Sa pure che le case possono anche resistere ai terremoti. Anzi, da grande ha deciso che vuole fare l’ingegnere, o forse l’architetto.
Farà case stabilissime. Come casa sua. Ricostruita pezzo per pezzo. Con le camere di nuovo al suo posto. E il tetto nuovo e più bello di prima.
Così, se il movimento delle faglie tettoniche provocasse nuovamente l’accavallamento delle falde appenniniche sepolte, causando un sollevamento del terreno con relativo accorciamento crostale quantificabile nella misura 5.9 di magnitudo, non dovrebbe più scappare di casa.
L’immagine di copertina è tratta dal volume II dell’enciclopedia per ragazzi Vita meravigliosa
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L'archintruso , terremoto
Last modified: 7 Giugno 2022