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Simona CanepaWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. Singapore, il fil rouge è verde/2

Ritratti di città. Singapore, il fil rouge è verde/2

Le proposte in ambito residenziale sperimentano da anni l’integrazione con i sistemi vegetali

 

LEGGI LA PRIMA PARTE DEL RITRATTO

 

SINGAPORE. Il settore residenziale negli anni ha sperimentato interessanti soluzioni sia a livello di case unifamiliari che di edifici pluripiano, dove il verde non è solo il paesaggio tropicale in cui i manufatti sono collocati, ma vive in stretta simbiosi con il costruito e i residenti.

 

Nel privato, l’ibridazione con lo spazio pubblico

Il complesso Interlace, uno dei più ampi costruiti a Singapore, più di 1.000 unità suddivise in appartamenti, penthouse e duplex, è stato progettato da OMA e Ole Scheeren. Ciò che colpisce nella sua organizzazione è lo sviluppo prevalentemente orizzontale dei suoi 31 blocchi, disposti in pianta secondo una configurazione esagonale che circonda 8 grandi cortili e che in altezza raggiunge un massimo di 24 piani. Questa strategia formale permette ad ogni blocco di 6 piani di avere il proprio giardino pensile, balconi e sontuose terrazze a cascata, nonché di liberare parte del piano terra fornendo ulteriori spazi verdi che s’insinuano tra le piscine. Inoltre, l’impilamento a più livelli dei volumi, in parte appoggiati in parte sospesi, produce vuoti su larga scala nella massa costruita permettendo alla luce naturale e al flusso d’aria di attraversarne lo sviluppo. La disposizione angolata dei vari blocchi garantisce visuali a tutti gli appartamenti sull’area verde circostante in cui il complesso è ubicato.

The Oliv, progettato da W Architects, è un condominio di 12 piani schermati da pannelli di alluminio perforati che interagisce con la natura grazie alla dimensione delle terrazze sui fronti nord e sud; ospita 20 appartamenti e 3 attici. Ogni unità, due per ogni piano, gode di uno spazio esterno coperto che crea l’illusione di un giardino esteso, fornendo allo stesso tempo riparo dagli scrosci di pioggia e dall’irraggiamento solare. Le terrazze a doppia altezza hanno un profilo irregolare in pianta, mentre in alzato sembrano dotate di un movimento organico, reso ancora più evidente dal materiale di rivestimento, il legno balau. Gli spaziosi appartamenti sono del tipo duplex: al centro lo spazio a giorno con cucina che si apre con ampie vetrate sulle terrazze piantumate e sul verde circostante, di lato 3 camere da letto al piano inferiore e una suite sopra. Dal punto di vista normativo, gli spazi a verde verticale sono esenti dal calcolo della superficie lorda di pavimento solo se progettati a doppia altezza e accessibili a tutti i residenti. Le terrazze sono state quindi immaginate in parte come spazi comuni raggiungibili con un apposito ascensore: nella parte aggettante dal filo facciata la delimitazione tra spazio privato e spazio collettivo è realizzata mediante una sottilissima linea di giunzione nella pavimentazione lignea e da un elemento seduta che affaccia verso l’esterno. In corrispondenza delle camere da letto la terrazza piega in alto o in basso, impedendo il camminamento e quindi l’introspezione visiva di chi non risiede nell’alloggio.

Eden Condominium, disegnato da Thomas Heatherwick, è caratterizzato da una forma a guscio rivestita da pannelli in cemento texturizzati tridimensionalmente che racchiude 20 appartamenti, uno per piano. La configurazione planimetrica prevede un’ampia zona giorno centrale ricca di luce e aria provenienti dalle aperture su tre lati, circondata lateralmente dalle camere da letto e nella parte posteriore dagli spazi distributivi e di servizio comuni. Ogni appartamento si affaccia su giardini pensili, collegando lo spazio abitativo interno con la vegetazione e le viste sull’esterno che diventano sempre più spettacolari man mano che si sale di livello. I terrazzi sono predisposti mediante forme di calcestruzzo lucidato realizzate a mano che, viste dal basso, assomigliano a grandi foglie, ma al crescere della vegetazione tropicale verranno completamente nascoste dal verde a cascata.

 

Green public housing

Anche il settore dell’edilizia pubblica opera ormai da alcuni anni tenendo in forte considerazione l’aspetto green delle composizioni, considerando che oltre l’80% dei residenti di Singapore vive in alloggi pubblici. L’Housing and Development Board ha infatti promosso attraverso il Biophilic Town Framework, istituito nel 2013, la realizzazione di condomini che offrono ai residenti una maggiore interazione con la natura e gli ecosistemi locali.

Il programma è stato applicato per la prima volta nel 2015 con la costruzione del complesso Punggol Waterway Terraces progettato dal team G8A Architecture & Urban Planning e Aedas. Si tratta di un quartiere di 1.876 appartamenti di 4 tipologie diverse, disposti su più livelli che degradano a terrazze fornendo viste sul corso d’acqua che divide il lotto in due parti. L’organizzazione planimetrica ha un andamento per lo più esagonale attorno a cortili piantumati e a giardini condominiali. Dai vani scale e ascensori si dipartono lunghi corridoi di distribuzione agli appartamenti: questi hanno le estremità aperte facilitando la ventilazione incrociata e il raffrescamento verticale dell’intero edificio. I parapetti dei balconi agiscono come dispositivi di protezione dalla pioggia e dall’irraggiamento solare, creando allo stesso tempo un motivo decorativo continuo su tutta la lunghezza delle facciate. Il complesso è dotato di tetti verdi e aree comuni attrezzate in copertura.

 

Prospettive per il futuro

Quali le prospettive di Singapore per il futuro? Il padiglione firmato da WOHA all’Expo Dubai 2020 ha presentato un microcosmo di quello che sarà l’avvenire della città-stato, di come la natura possa essere perfettamente integrata negli ambienti urbani. Il Green Plan 2030, elaborato dal governo in sinergia con il settore privato e lanciato lo scorso anno, ha infatti fissato obiettivi ambiziosi. Tra gli altri: incrementare i mezzi pubblici e le piste ciclabili per disincentivare l’uso dell’auto, favorire la diffusione di veicoli elettrici ricaricabili attraverso una rete di energia prodotta da fonti rinnovabili, rendere green l’80% degli edifici, costruire case ecologiche, realizzare nuovi quartieri in grado di offrire una migliore qualità della vita ai residenti e, soprattutto, piantare 1 milione di alberi in più, con l’idea di trasformare Singapore in una city in nature.

 

Immagine di copertina: Punggol Waterway Terraces, G8A Architecture & Urban Planning e Aedas (2015)

 

Autore

  • Simona Canepa

    Architetto, docente presso il Politecnico di Torino del corso di Design for living nella laurea triennale di Architettura e dell’atelier Progettazione degli spazi abitativi nel Master in Interior Exhibit & Retail Design. Nel 2019 è stata visiting researcher presso la School of Architecture della University of Tehran nell’ambito del progetto di Internazionalizzazione della Ricerca del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, i cui esisti sono stati pubblicati nel volume “Spaces for living, Spaces for sharing” edito da LetteraVentidue.

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Last modified: 3 Maggio 2022