Dalla centralità dell’abitazione ai principi universali della composizione, in mostra a Mendrisio l’attualità di un silenzioso protagonista del moderno
L’uomo
“Sono nato nel 1876 a Rostock, dove i miei progenitori per parte di madre da secoli erano dediti all’artigianato e all’agricoltura. Dalla parte di mio padre invece i miei avi erano contadini del Meclemburgo”, scrive di sé Heinrich Tessenow nel 1920.
Fiero della sua formazione nel laboratorio paterno di falegnameria che mai dimenticherà, si forma alla Technische Hochschule di Monaco di Baviera e ha una prima esperienza nel campo dell’insegnamento e della progettazione a Treviri (1905-09). Dopo la sua prima pubblicazione Der Wohnhausbau (1909), Tessenow è invitato a partecipare al progetto per la città-giardino di Hellerau, presso Dresda, che gli vale la nomina di professore presso la Kunstgewerbeschule di Vienna nel 1913 e alla Akademie der Künste di Dresda nel 1920. Pubblica Hausbau und dergleichen (1916) e Handwerk und Kleinstadt (1919). Dal 1926 al 1934 è professore presso la Technische Hochschule di Berlino, ove permane con ruolo inattivo anche dopo l’avvento del nazismo e fino al 1941, grazie alla stima del suo ex allievo e assistente Albert Speer, architetto di Adolf Hitler.
Dopo la pausa dovuta alla Seconda guerra mondiale, riprende la sua attività soprattutto nell’ambito della ricostruzione postbellica (alcune città nel Meclemburgo e Lubecca). Dal 1947 Tessenow occupa nuovamente la sua cattedra a Berlino, conferitagli orami dall’amministrazione sovietica, col titolo di professore emerito. Muore l’1 novembre 1950.
Le architetture
“Che Tessenow fosse soltanto l’architetto della piccola casa è mistificazione”, spiega Martin Boesch che ricorda i molti edifici di grandi dimensioni, a partire dal Festspielhaus, Istituto per la ginnastica ritmica a Hellerau (1911), per passare alla Scuola statale (Landesschule) a Klotzsche (Dresda, 1925-27), alla conversione della Neue Wache di Karl Friedrich Schinkel a Berlino in memoriale per le vittime della prima guerra mondiale (1931), al progetto per un centro di vacanze balneari sul litorale di Prora sul Mar Baltico (1936), alla piscina di Stadtbad Mitte a Berlino (1930).
Egli concepisce e realizza anche progetti di respiro territoriale, come il progetto urbano per Mogiskau (1947), dimostrando di poter controllare la grande scala così come i piccoli interventi, tra i quali le case per operai e per la piccola borghesia, ove si mostra sostenitore di un’architettura archetipa radicalmente semplificata ma ancora tradizionalista.
Il delitto
Ampio spazio in mostra è dedicato a un delitto d’architettura, l’abbattimento della casa Casa Böhler costruita in Svizzera nel 1917 sopra Suvretta, nei pressi di St. Moritz, quale rifugio vacanziero engadinese di un ricco industriale austriaco. La pianta è irregolare, a riecheggiare la natura del paesaggio circostante, il tetto richiama due note vette dell’Alta Engadina, il profilo è sagomato secondo la morfologia del terreno. “Non si tratta solo della storia e dell’edificio stesso, ma anche del rapporto con il presente. L’integrazione della casa nel paesaggio, la relazione tra l’esterno e l’interno, l’organizzazione interna sono questioni che preoccupano ancora oggi gli architetti e che quindi aggiornano il concetto di casa e la digressione storica” (René Furer, Heinrich Tessenow im Engadin, in “Werk, Bauen + Wohnen”, 1983). La villa fu demolita per volontà dei nuovi proprietari nel 1989, dopo fervide polemiche e un democratico referendum popolare, purtroppo limitato al livello locale.
La mostra
Nei tre piani del Teatro di Mendrisio, ordinata in tre ambiti tematici (Costruire nel paesaggio, Progetti per la città, La grande casa e la piccola casa) che abbracciano sia il tema dell’abitazione sia i fondamenti teorici della composizione secondo Tessenow, la mostra presenta una serie di rari disegni originali provenienti da collezioni private e pubbliche, oltre a numerosi modelli dei suoi progetti realizzati dagli studenti dell’Accademia, tavole interpretative, rilievi di parti di alcuni edifici realizzati con la tecnica del frottage, campioni di materiali e di elementi costruttivi, pubblicazioni, foto, video ed alcuni elementi di arredo progettati dallo stesso Tessenow.
I video colgono le ricostruzioni delle opere e il frottage realizzati degli studenti, una narrazione su casa Böhler e sulla Landesschule presso Dresda. Il ritrovamento da parte del curatore, nel 1990, delle rovine della Landesschule, ha permesso di approfondire gli studi sull’architetto tedesco e di avere oggi in mostra reperti di materiali ed elementi utilizzati all’epoca, che arricchiscono le conoscenze sulla sua opera.
Immagine di copertina: © Enrico Cano
Heinrich Tessenow. Avvicinamenti e progetti iconici
1 aprile – 17 luglio 2022
Teatro dell’Architettura di Mendrisio
Promossa da: Accademia di architettura dell’USI
Curata da: Martin Boesch
tam.usi.ch/it/node/9187
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mostre , svizzera
Last modified: 25 Aprile 2022