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Tommaso MagnificoWritten by: Patrimonio

Dalla GIL alla Casa delle armi, Moretti è sparito

Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ritorna sul restauro dell’opera di Luigi Moretti

 

Dando seguito agli articoli sul “restauro” della GIL a Trastevere di Rosalia Vittorini, di Milena Farina e Sergio Martin Blas, e di Paolo Verdeschi, vorrei evidenziare un’altra alterazione dei prospetti, oltre a quelle già segnalate. Il pilone in ferro a sostegno della nuova vetrata d’angolo fa sì che la partitura architettonica pensata da Luigi Moretti, per la prima volta su questa scala, come “trasfigurazione materica” derivante dagli studi su Michelangelo architetto, venga ad essere completamente negata. Ciò pone un problema di metodo, già evidenziato dai succitati scritti, di approccio al restauro e recupero di questa tipologia di edifici, al fine di comprendere non solo il progetto stesso ma, soprattutto, il significato “ideale”, che sostanzia la cultura architettonica che lo genera.

L’annunciato contributo di 80 milioni alla società “Sport e Salute” per il restauro del Foro Italico dovrebbe richiamare l’attenzione sui progetti originali, conservati presso l’Archivio privato Moretti Magnifico e presso l’Archivio centrale dello Stato. La demolizione del vecchio stadio e la costruzione del nuovo, totalmente fuori scala, hanno profondamente alterato la composizione originale di Moretti, basata su rapporti scalari e spazio-visuali con il contesto naturale ed antropico. Tuttavia il punto più delicato e complesso dell’intero Foro Italico è la Casa delle armi, assurta a livello mondiale come tra le più significative opere del “razionalismo” italiano. La storia del suo abbandono e dei pesantissimi danneggiamenti è nota a tutti. È bene metterne in luce gli aspetti negativi salienti, quali l’occlusione e distruzione nell’ala della biblioteca dei sistemi di luce nascosta e indiretta studiati da Moretti e ripresi dalla “luministica” di Bernini nella cappella Cornaro, e dal Borromini nelle cappelle laterali di San Giovanni in Laterano, concepite come “camere di luce”. L’occlusione totale degli spogliatoi degli accademisti alle spalle della sala della scherma, con la realizzazione di box ad uso ufficio, fa sì che la lettura della campata strutturale, lasciata a vista da Moretti, viene ad essere completamente tagliata e impedita.

Altri danni riguardano la realizzazione nell’ala della biblioteca medesima, svuotata al di sotto, di un insieme di “cubicoli” sorretti da una struttura in ferro appoggiata all’originaria in cemento armato; o la distruzione del soffitto con le sculture a stucco di Oddo Aliventi, anch’esso fonte di luce nascosta, sostituito da cupole in plexiglass. Sono questi i principi architettonici studiati da Moretti che costituiscono proprio il significato ideale e culturale metastorico del suo pensiero, quale ad ulteriore esempio lo svuotamento spaziale della materia superflua, ripreso da Michelangelo. Drammatico è lo stato di conservazione del rivestimento marmoreo esterno e del pavimento musivo, disegnato da Moretti nello snodo angolare.

La Casa delle armi, quindi, necessita di un attento studio filologico, propedeutico al restauro artistico, architettonico e statico dell’edificio, tale da restituire una “rappresentazione” della “civiltà estetica”, italiana e non solo, che costituirebbe già di per sé un’emblematica funzione. Pensare ad un museo multimediale dello sport in questo luogo equivale a cancellare per sempre l’architettura di Moretti.

 

Immagine di copertina: la Casa delle armi, lato biblioteca

 

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Last modified: 7 Marzo 2022