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Petra Blaisse a Roma, tra scenografie architettoniche e stanze a cielo aperto

Petra Blaisse a Roma, tra scenografie architettoniche e stanze a cielo aperto

Dopo Zurigo e Milano, arriva al MAXXI la retrospettiva itinerante che espone 70 progetti dello studio olandese Inside Outside

 

ROMA. Approda al MAXXI la terza tappa della retrospettiva itinerante dello studio Inside Outside | Petra Blaisse. A circa tre anni dalla precedente alla Triennale di Milano (12 dicembre 2018 – 20 gennaio 2019), con “Inside Outside | Petra Blaisse. A Retrospective” il museo romano ospita un rinnovato momento di sintesi della produzione architettonica e paesaggistica dello studio olandese, dal 1987 al 2018.

 

70 progetti per 30 anni di attività

Settanta progetti selezionati sono riprodotti tramite immagini stampate su due colossali tendaggi traslucidi – che nel primo allestimento, dal 10 al 19 ottobre 2018 negli spazi dell’ETH di Zurigo progettati dall’architetto tedesco Gottfried Semper, offrivano più di una suggestiva allusione alla riflessione sull’arte tessile dello stesso – e una rete di tracciati bianchi e neri che corrono a terra richiamando i percorsi della “Biblioteca degli alberi” per i Giardini di Porta nuova a Milano.

L’allestimento, a cura di Fredi Fischli e Niels Olsen, si appropria degli spazi esterni del MAXXI, in questa edizione per la prima volta: i tendaggi leggeri producono un artificio prospettico all’aria aperta. Danzano gonfiati dal vento, in una scenografica ballata con la massa dell’edificio di Zaha Hadid, dialogando simultaneamente con i modelli in scala di alcuni progetti esposti all’interno della sala principale. Tra questi anche il modello, donato al museo, della mostra “Una storia per il futuro. Dieci anni di MAXXI”, allestita proprio dallo studio Inside Outside e conclusasi lo scorso agosto.

 

Scenografie architettoniche e stanze a cielo aperto

Il progetto di retrospettiva propone di fatto una narrazione intorno ai temi chiave nella ricerca di Blaisse: la continua definizione di teatrali “scenografie architettoniche” (inside: il suo primo progetto, nel 1987, coincide con il disegno del sipario per il Teatro nazionale per la danza all’Aia) e la definizione di “stanze a cielo aperto” nei progetti a scala urbana (outside), costituiscono i due poli di una riflessione multiscalare che Blaisse e il suo studio, fondato ad Amsterdam nel 1991, portano avanti insieme alla collaborazione con figure internazionali, tra cui la più longeva con OMA/Rem Koolhaas.

Il movimento nello spazio costituisce il principio ordinatore nella riflessione di Blaisse. Il progetto si configura come un invito all’esplorazione di scenari transitori e dinamici, privi di un margine stabile e sempre tangibile. Lo fa tanto nei noti interventi tessili, come il tendaggio per l’auditorium della Kunsthal di Rotterdam (1999) o le più recenti dodici mutevoli configurazioni spaziali di “Re-Set. New Wings for Architecture” alla 13° Biennale di Architettura a Venezia (2012), quanto in quelli a scala urbana. È anche il caso della già citata “Biblioteca degli alberi” o del recente progetto di concorso del 2019, vinto e in fase di realizzazione, per il Parco del Polcevera a Genova: tracciati e aree differenti, lontani da una rigida definizione in pianta affidata di fatto a soli espedienti cromatici, materici e naturalistici, dialogano tra loro in una dinamica coreografia.

In un continuo gioco di trasparenze, quella al MAXXI è quindi una mostra che non ripercorre soltanto i primi trent’anni dell’ampia ed eterogenea produzione di Inside Outside, ma ne esplicita la riflessione progettuale offrendone una diretta, seppur ridotta, comprensione spaziale: scene, vicine e lontane, si compiono al di là dei tendaggi fluttuanti, invitando alla scoperta.

Immagine di copertina: Inside Outside | Petra Blaisse. A Retrospective, MAXXI (RM) / © Giulia Conti

 

Inside Outside | Petra Blaisse. A Retrospective

dal 25 febbraio all’8 maggio
MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo, Roma
A cura di Fredi Fischli e Niels Olsen

maxxi.art/events/inside-outside-petra-blaisse

 

Autore

  • Giulia Conti

    È architetto, laureata con lode, e dottoranda presso la Scuola di dottorato dell’Università Iuav di Venezia (curriculum di Composizione architettonica). Le sue ricerche sono tese a indagare il ruolo del tendaggio come strumento compositivo di definizione spaziale, fino alle più contemporanee sperimentazioni architettonico-allestitive di spazialità tessile. Autrice di articoli e saggi, collabora alla didattica presso l’Università Iuav di Venezia. È ricercatrice a livello nazionale e internazionale e ha pubblicato di recente una breve monografia su Lilly Reich per TabEdizioni.

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Last modified: 1 Marzo 2022