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Maria Celeste ColaWritten by: Reviews

La rivincita di Plautilla Bricci

La rivincita di Plautilla Bricci

Protagonista di un romanzo di Melania Mazzucco, la pittrice e architettrice romana è raccontata da una mostra alla Galleria nazionale d’arte antica di palazzo Corsini

 

ROMA. Ad inaugurare con successo la riapertura della Galleria nazionale d’arte antica di palazzo Corsini, tornata al suo antico splendore grazie al restauro e al riallestimento delle collezioni, è la mostra su Plautilla Bricci (1616-1705) pittrice e architettice romana. Curata da Yuri Primarosa, l’esposizione porta alla ribalta una figura minuta del Seicento romano uscita dall’ombra grazie ai documenti, ai progetti e ai dipinti rintracciati che ne permettono ora la conoscenza.

 

Plautilla Bricci, una rivoluzione silenziosa

È la “rivincita” della bambinetta attenta e curiosa che nel maggio del 1624 suo padre, Giovanni Bricci, accompagna, dopo molto insistenza, a Santa Severa per vedere i resti di quella famosa balena spiaggiata sul litorale del Lazio che attirò medici, curiosi e scienziati. È l’immagine con cui si apre il romanzo di Melania Mazzucco dedicato a Plautilla, riscoperta dal grande pubblico grazie al racconto avvincente della sua biografia.

Le ricerche, già in campo da tempo di Primarosa, e l’uscita del romanzo sono state la spinta per mettere insieme un gruppo di studio affiatato e brillante, capace di restituire, grazie a un’attenta ricerca negli archivi romani, il ritratto di una giovane, appassionata di architettura e pittura, che con coraggio si fa strada nella Roma barocca. Indirizzata dal padre alla pittura devozionale, rappresentata in mostra dalla sua prima opera pubblica – l’icona miracolosa della Vergine del Carmelo dipinta nel 1640 per la chiesa di Santa Maria in Montesanto -, e destinata ad esercitare le sue inclinazioni in tele mariane ed episodi miracolosi, Plautilla darà prova più tardi, anni dopo la scomparsa del padre nel 1645, delle sue qualità.

Sarà Elpidio Benedetti, il celebre agente romano di Giulio Mazzarino, ad offrirle nel sesto decennio del secolo le prime importanti commissioni; il grandioso progetto della villa del Vascello al Gianicolo, la decorazione di un’intera cappella nella chiesa della nazione francese e, più tardi, dalla metà degli anni settanta, una serie di dipinti destinati a Poggio Mirteto, luogo natale dei Benedetti, ottenuti grazie alla sua mediazione.

Ad amare fortemente quel piccolo centro della Sabina era stato in primis Andrea Benedetti, ricamatore di successo nella Roma di Gregorio XV e padre dell’abate Elpidio, che nel 1633 aveva commissionato a Giuseppe Puglia una grande pala con l’Adorazione dei pastori destinata alla cappella di famiglia in San Rocco. Restaurata in occasione dell’esposizione, la tela introduce idealmente il visitatore nella bottega romana del Benedetti ai Banchi nuovi, dove tra pianete e piviali d’oro e d’argento, Plautilla era stata iniziata all’arte del ricamo.

 

Sette sezioni aperte da due dipinti d’eccezione

Divisa in sette sezioni, la mostra si apre con due dipinti d’eccezione, affascinanti ed evocativi entrambi; il penetrante Ritratto di architettrice, oggi a Los Angeles [nell’immagine di copertina, un particolare], in cui è del tutto verosimile riconoscere il volto di Plautilla, e la più sostenuta Ragazza col compasso della Galleria Spada. A fare da guida nelle sale che ospitano per la prima volta le opere di Plautilla, rendendola famosa e rendendole omaggio, è il suo ritratto di giovane architettrice, mite nello sguardo e rigorosa nell’abito, che con fierezza tiene tra le mani un compasso e un disegno.

Siamo agli inizi degli anni sessanta del secolo quando a Plautilla è riservato l’eccezionale incarico di progettare quella grande villa a forma di prua che il Benedetti volle costruire sulla sommità del Gianicolo.

Ai progetti che la resero celebre è destinata una sala tematica in cui sono raccolti incisioni, disegni, dipinti. Tra i molti, le due suggestive vedute del Casino dei quattro venti dopo l’assedio del 1849 di palazzo Barberini, e i sette disegni provenienti dall’Archivio di Stato di Roma, restaurati per l’occasione ed esposti per la prima volta al pubblico, da considerare come i primi progetti architettonici di una donna architetto giunti ai nostri giorni. È l’inizio di un’amicizia profonda e di un sodalizio artistico senza precedenti da cui nacquero una serie di opere eseguite in collaborazione con l’ormai affermato abate romano; dai magnifici progetti per il monumento funebre di Mazzarino che domina la mostra nel penetrante ritratto di Pietro da Cortona, ai disegni per la scalinata di Trinità dei Monti.

L’allestimento, a cura di Dario Aureli e Gabriele Mari, facilita la visita a una mostra di studio e di ricerca, agevolandone il percorso espositivo tra le opere della Corsini e riservando all’intimità della sala di architettura e alla piccola “alcova” di Mazzarino il tempo di riconoscere l’arte della prima architettrice della nostra storia.

 

Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice

fino al 19 aprile
Galleria Nazionale d’arte antica di Palazzo Corsini
A cura di Yuri Primarosa

barberinicorsini.org

 

Autore

  • Maria Celeste Cola

    PhD in Storia dell’arte presso l’Università di Roma “La Sapienza”, dove ha insegnato Storia dell’Arte moderna, si occupa di storia del collezionismo e di committenza artistica, con particolare riferimento a Roma tra Sei e Settecento. Tra i suoi temi di ricerca anche i rapporti artistici e culturali tra l’Italia e l’Inghilterra e il ruolo del mercato dell’arte. È membro del comitato scientifico della rivista “Studi sul Settecento Romano” e incaricato di ricerca del Centro di Studi sulla cultura e l’immagine di Roma. Dal 2007 partecipa all’attività di ricerca dell’Institut européen d’histoire de la République des Lettres-Respublica Literaria. Dal 2010 al 2015 ha partecipato al progetto "Display of Art in Roman Palaces in the long 17th century" del Getty Research Institute. I suoi lavori sono apparsi nelle riviste “Studi sul Settecento Romano”, “Bollettino d’Arte”, “The Burligton Magazine” e nella “Rivista dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte”. Nel 2012 ha pubblicato la monografia "Palazzo Valentini a Roma. La committenza Zambeccari, Boncompagni, Bonelli tra Cinquecento e Settecento" (Gangemi) e nel 2018 "I Ruspoli. L’ascesa di una famiglia a Roma e la creazione artistica tra Barocco e Neoclassico" (De Luca)

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Last modified: 8 Febbraio 2022