Un’occasione per ripensare il modello di uso del territorio, in equilibrio con le aree montane. La rassegna degli interventi nei tre cluster
PECHINO. Chiusi in una blindatissima bolla Covid-free, dal 4 febbraio si aprono ufficialmente i XXIV Giochi olimpici invernali a Pechino, facendo della capitale cinese la prima città nella storia ad ospitare sia l’edizione estiva sia quella invernale. Pechino 2008 ha lasciato un’eredità importante: dalle iconiche strutture sportive al miglioramento delle infrastrutture – rete metropolitana, treni ad alta velocità, ampliamento dell’aeroporto – oltre a un radicale restyling dell’immagine del Paese e della capitale, più moderna e internazionale.
Dopo quasi 14 anni, Pechino 2022 è l’occasione per riorientare la narrazione urbana su un piano totalmente green, più attento alla sostenibilità economica, ambientale e sociale sul lungo periodo. Così diversi impianti, realizzati per i Giochi del 2008, sono nuovamente utilizzati per gli eventi sportivi; mentre altre competizioni sono ospitate all’interno dei nuovi siti approntati ad hoc, riconvertendo l’ex acciaieria di Shougang e urbanizzando le vicine località montane di Yanqing e Zhangjiakou.
Le Olimpiadi 2022 rappresentano soprattutto un banco di prova per una serie di strumenti di sviluppo culturale e socio-economico che utilizzano la cultura degli sport invernali – rilanciata dal leader politico cinese sin dal decennio scorso – per promuovere un nuovo modello di consumo interno e di urbanizzazione sostenibile e per incentivare uno sviluppo sinergico tra i grandi centri urbani e le aree montane meno sviluppate. Quest’ultime, infatti, sono state spesso dimenticate nelle ondate di forte industrializzazione degli ultimi decenni, nonostante coprano un terzo del territorio nazionale.
Per questa ragione, alla base delle opere per le nuove sedi olimpiche, vi è un enorme sforzo d’infrastrutturazione per meglio collegare una regione vasta come quella Jing-Jin-Ji (217.156 kmq), in cui Pechino è al centro. Parallelamente, per salvaguardare l’ambiente naturale montano, gli interventi sono ridotti al minimo, facendo leva sul riutilizzo e la conversione delle strutture esistenti piuttosto che, nel caso di nuove costruzioni, sulla messa a punto di funzioni e attività in grado di permanere una volta spente le luci dei Giochi. A Zhangjiakou, ad esempio, la conservazione di alcuni siti archeologici, rinvenuti durante le fasi di scavo, ha modificato profondamente il progetto. Il programma è stato integrato con nuove funzioni e spazi, che valorizzano la tradizione culturale dell’area – elemento cardine della progettazione di tutti i nuovi interventi. Non ci resta allora che attendere la fine dei Giochi per esplorare l’impatto della manifestazione sulla struttura economica e sociale locale, e per comprendere più in profondità il processo di trasformazione delle aree montane sul lungo periodo.
I Giochi sono divisi in tre cluster: l’area di Pechino e le due località montane di Yanqing e Zhangjiakou.
Pechino
Lo stadio nazionale, noto come Bird’s Nest (“nido d’uccello”) e ideato da Herzog & de Meuron con Ai Weiwei, sarà nuovamente il palcoscenico delle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi. Un altro luogo emblematico di Beijing 2008, il Centro acquatico nazionale o Water Cube, è stato trasformato in un “cubo di ghiaccio” per le gare di curling. Il centro sportivo Wukesong ospiterà le sfide di hockey su ghiaccio, mentre lo stadio indoor sarà la sede delle gare di pattinaggio di figura e di short track.
L’Ovale nazionale, progettato da Populous e già ribattezzato “Nastro di ghiaccio”, è l’unica nuova costruzione inserita nel Parco olimpico, in vista delle gare di pattinaggio di velocità. Infine, il primo impianto permanente al mondo dedicato alla disciplina del Big Air (snowboard e sci freestyle) riqualifica l’area industriale dismessa di Shougang, nel distretto di Shijingshan. Il sito olimpico è parte di un ampio progetto di rigenerazione urbana, firmato dalla Tsinghua University di Pechino con il suo Design Institute (THAD, TeamMinus), che ha visto anche la collaborazione del Politecnico di Torino per la progettazione del Visitor Center. Dopo i Giochi, l’area sarà utilizzata per allenamenti e competizioni sportive, oltre che per ospitare eventi e un parco per industrie creative e startup.
Yanqing
A 20 minuti dalla stazione di Pechino Nord, il sito olimpico di Yanqing si trova sul Monte Xiaohaituo (a quota 2198 metri). Il centro nazionale di sci alpino, con una pendenza massima di 68°, è una delle piste più ripide al mondo.
L’impianto per le gare di bob, skeleton e slittino, già soprannominato “drago innevato”, rappresenta una delle nuove opere più complesse per la dimensione e il sistema di refrigerazione incorporato nella struttura della pista. La copertura, attentamente calcolata per aumentare la performance energetica e la protezione dai raggi solari, avvolge l’intera struttura, rendendone possibile l’esposizione a sud. Una scelta progettuale che minimizza l’intervento, conformando il più possibile la pista alla morfologia del terreno.
La pianificazione del villaggio olimpico, situato a circa un chilometro di distanza, ha incluso anche il vicino villaggio agricolo Xidazhuangke. Il sito è stato conservato e valorizzato nel suo impianto originale, con l’obiettivo di offrire agli abitanti locali una prospettiva di lavoro nella nuova industria turistica del ghiaccio anche dopo la chiusura dei Giochi, allestendo così un museo vivo della cultura popolare montana della Cina settentrionale.
Zhangjiakou
Il complesso di Zhangjiakou comprende il Genting Snow Park, il Guyangshu Cluster e il Villaggio olimpico Taizicheng Snow Town. Collegato a Pechino con due linee ferroviarie ad alta velocità, il sito si trova a meno di un’ora dalla capitale.
Il centro nazionale di salto con gli sci s’ispira alla forma dell’antico scettro cinese “Ruyi”, con in cima un club panoramico, da dove è possibile osservare la partenza degli atleti, mentre l’area al fondo della pista potrà essere poi utilizzata come campo da calcio o palcoscenico per grandi eventi. Al contrario, il National Cross-Country Ski Centre si basa sull’idea di minimizzare al massimo l’impatto dell’intervento, puntando il più possibile sull’uso di strutture temporanee.
Le sedi delle gare e gli edifici principali sono collegati attraverso un percorso sopraelevato soprannominato “Anello di giada”, che a fine Giochi sarà aperto al pubblico come luogo di svago e di fitness. Il Genting Snow Park è l’unica sede collocata in un comprensorio sciistico preesistente, dove la maggioranza degli edifici sono provvisori, composti da container e tende. Una strategia attenta di protezione e valorizzazione del sito archeologico integra il progetto del Villaggio olimpico che, oltre ad adottare l’asse dell’antica città rinvenuta, sviluppa la piazza principale proprio sulle rovine archeologiche.
Immagine di copertina: il Big Air Shougang nell’Shougang Industrial Park (© Bu Lei)