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Laura CerioloWritten by: Patrimonio

Villa E-1027, capolavoro ritrovato

Villa E-1027, capolavoro ritrovato

Un’analisi delle tecniche di restauro della villa di Eileen Gray in Costa Azzurra, finalmente riaperta al pubblico

 

ROQUEBRUNE-CAP-MARTIN (FRANCIA). L’architetta irlandese Eileen Gray (1878-1976) disegna, insieme al compagno Jean Badovici (1893-1956), Villa E-1027 arroccata sul Mar Mediterraneo, tra il 1926 e il 1929. L’opera rende espliciti i cinque principi dell’architettura teorizzati da Le Corbusier: i pilotis, la pianta libera, il tetto giardino, le finestre a nastro, la facciata libera. Il maestro franco-svizzero visita la villa, se ne innamora e, irriverente, vi lascia il suo segno con 8 murales che Gray non apprezzerà, al punto da non metter più piede nella dimora. Proprio accanto, nel 1951 Corbu costruirà il famoso Cabanon e, nella prospiciente baia, morirà durante uno dei suoi frequenti bagni il 27 agosto 1965. Gray aveva a sua volta ammirato la villa Le Lac, progettata da questi al bordo del lago Lemano per i suoi genitori, e pensa di riprodurne l’atmosfera da piccolo rifugio quasi a filo d’acqua, poi decide di ampliarla per accogliere anche gli amici.

La bianca costruzione avanguardista ha una superficie di 120 mq con pianta a L su due livelli. Il piano terra superiore (90 mq) contiene l’ingresso, il soggiorno, una camera da letto studio, un bagno, un bagno con doccia, un wc e la cucina. Una scala a chiocciola conduce al piano terra inferiore, alla camera degli ospiti e alla zona del personale. Uno spazio coperto (55 mq) è disponibile sotto i pilotis. La struttura a fisarmonica dei bovindi che si aprono sulla terrazza riecheggia i paraventi che Gray aveva disegnato in gioventù durante il suo periodo Art déco. Ogni stanza è autonoma, con accesso diretto all’esterno e una piccola terrazza, ma al tempo stesso i mobili sono versatili e disposti in modo da separare o unire e creare transizioni.

 

Il restauro

Dopo un lungo periodo di abbandono

, tra l’occupazione tedesca, vicissitudini varie e infine la vendita con il saccheggio dei mobili disegnati su misura da Gray, la casa negli anni novanta è stata acquistata dall’agenzia governativa Conservatoire du Littoral.

Ha subito diversi restauri, fino all’ultimo, cominciato nel 2019 e concluso con la riapertura della villa al pubblico a maggio. Una parte importante dell’intervento ha riguardato, oltre ai contenuti, il contenitore, l’architettura in béton, il risanamento della struttura in cemento armato, fortemente danneggiata dall’ambiente aggressivo salino.

Dopo avere effettuato prove non distruttive per valutare lo stato di corrosione delle armature, risultate variamente compromesse, e avere valutato la composizione, le performance meccaniche (piuttosto deboli), la carbonatazione e la durabilità del calcestruzzo, il team di restauro ha optato per un intervento con tecniche miste, una tradizionale con risanamento locale del calcestruzzo ammalorato e una con protezione dei ferri contro la corrosione per corrente imposta. Il principio consiste nell’imporre una corrente tra il metallo da proteggere, il catodo, ed un elettrodo ausiliario, l’anodo. Per fare ciò, è necessario utilizzare una fonte di corrente esterna. Il terminale positivo di questa fonte è collegato all’elettrodo ausiliario, il terminale negativo alla guaina da proteggere. La tecnica è parzialmente invasiva perché necessita di cavi e scatole di derivazione ed è costosa, perché vincolata a manutenzione costante. Essendo la villa vincolata e iscritta nell’elenco dei monumenti nazionali, i dispositivi sono stati integrati nel calcestruzzo per quanto possibile.

Parallelamente al risanamento della struttura, gli arredi interni sono stati rifatti replicando i materiali e i metodi originali, sulla base di foto e documenti del National Museum di Dublino.

Un must del Moderno

Ritorna così accessibile al pubblico un luogo di straordinario valore paesaggistico, per lo stretto connubio tra natura selvaggia e architettura, nella suggestiva cornice della Costa Azzurra. Infatti, oltre alla Villa E-1027 e al Cabanon, il percorso di visita Cap Moderne include anche l’altro capanno per il fine settimana «L’Etoile de mer», fatto costruire nel 1947 da Thomas Rebutato, amico dei due architetti, e trasformato due anni dopo in ristorante.

Immagine di copertina: © Laura Ceriolo

 

Autore

  • Laura Ceriolo

    Insegna all'ULB e al Politecnico di Bruxelles, e all'EPFL di Losanna. Si è laureata in architettura a Venezia (IUAV), poi specializzata all'Ecole normale supérieure di Cachan-Parigi. È dottore di ricerca in Storia delle scienze e delle tecniche costruttive, ha frequentato il master in Ponti dell'ENPC di Parigi, sempre sostenuta da solide fondamenta umanistiche, preziosa eredità della formazione liceale classica. Ha insegnato presso le Università di Architettura di Venezia, Losanna, Mendrisio. Per 10 anni è stata redattrice della rivista svizzera "Archi”, e collabora tra gli altri con “Tracés” e “il Corriere del Ticino”. Ha vinto per due anni consecutivi il Premio giovani ricercatori del Murst. A Venezia ha restaurato - primo esempio al mondo - un ponte in ghisa storico con fibre aramidiche (AFRP). I suoi ambiti di ricerca sono, oltre alla meccanica della frattura dei materiali fragili e il restauro con i materiali compositi, la storia dei materiali, dell'ingegneria e delle tecniche costruttive. Ha compartecipato alla 14. Mostra internazionale di architettura di Venezia con l'evento collaterale: „Gotthard Landscape-the unexpected view“. Ha curato mostre di architettura e strutture a Venezia, Torino e Ginevra. È stata direttrice responsabile della Fondazione Wilmotte di Venezia; perito tecnico d'ufficio del Tribunale civile di Venezia; membro attivo di varie associazioni di ingegneria, per l'arte e la storia dell'ingegneria, è autrice di numerose pubblicazioni. Collabora con la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti

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Last modified: 22 Dicembre 2021