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Christian De IuliisWritten by: Forum

L’archintruso. Teorie e tecniche dell’architettura abusiva/3

L’archintruso. Teorie e tecniche dell’architettura abusiva/3

Ultima puntata del mini corso completo

 

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Realizzazione dell’abuso edilizio

Dopo aver appreso le basi teoriche e i presupposti tecnici, adesso siete pronti a realizzare il vostro abuso edilizio.

Per semplicità faremo riferimento alla tipologia classica, quella della “Casa abusiva” per 4 persone di dimensione standard: 15 m di lunghezza e 5 di larghezza. Coperta da un tetto a falda unica con altezza interna compresa tra i 2,5 e i 3 m.

Occorrente:

60 quintali di blocchi autoportanti in lapillo-cemento 25 x 50 cm

2 quintali di sabbia e ghiaia

200 mq di mattoni forati da 12 cm di spessore

250 m di ferri in armatura zigrinati da 14 mm di spessore

30 travetti prefabbricati in c.a. precompresso

75 mq di rete elettrosaldata zincata 10 x 10

85 mq di tegole “marsigliesi”

Cemento q.b.

Tempo: circa 36 ore suddivise in tre giornate lavorative

Livello di difficoltà: facile

Esecuzione:

Dopo aver scavato una trincea di fondazione profonda circa 60 cm e larga perlomeno altrettanto, riempitela sovrapponendo i blocchi autoportanti in lapillo-cemento e posizionando tra di essi, in verticale, dei ferri di armatura fino a farli emergere dal piano di calpestio. Nel frattempo, a parte, versate il cemento in un grosso contenitore e mescolate con ghiaia e sabbia, aggiungendo mano a mano l’acqua. Quando pensate di aver raggiunto la giusta consistenza, versate il composto sui blocchi e lasciate riposare per circa 12 ore.

Prima di procedere, controllate che il cemento sia sufficientemente condensato. A questo punto sovrapponete i blocchi, avendo cura di far passare i ferri tra i vuoti; sfalsateli in modo da conferir loro maggiore resistenza. Ricordatevi di lasciare delle aperture per le finestre e soprattutto per la porta d’ingresso sul lato corto. In questa fase utilizzate un cemento meno liquido come legante spalmandolo bene sulle superfici. Quando avrete raggiunto l’altezza prevista, unite i ferri emergenti con altre barre posizionate in orizzontale. Coprite il tutto con uno strato di cemento e lasciate riposare per le canoniche 12 ore.

Infine procedete alla realizzazione del tetto: poggiate i travetti sui bordi delle pareti a circa 50 cm di distanza e utilizzate i forati rimasti per riempire i vuoti. Sovrapponete la rete elettrosaldata e condite con un leggero strato di cemento che consoliderà il tutto. A cemento ancora fresco incollate le tegole.

Ora potete proseguire con la divisione degli ambienti. Ricordatevi la sequenza: soggiorno-cucina, camera, bagno, camera; o, in alternativa, soggiorno-cucina, bagno, camera, camera. Ma potete anche preferire il doppio bagno o l’ulteriore suddivisione del soggiorno e la cucina. Questa è la fase in cui potete lavorare di fantasia: sbizzarritevi come meglio vi piace. In scarsità di materiale o di spazio potete ripiegare sulla versione “mini” della “Casa abusiva”, cioè quella con una camera in meno.

Terminata la costruzione principale, per le rifiniture e le decorazioni (pavimenti, servizi igienici, infissi) affidatevi ai tradizionali consigli degli immancabili parenti.

Ricordate che ogni “Casa abusiva” per abbandonare la sua generica clandestinità e difendersi da un’eventuale ordinanza di demolizione, ha bisogno di ospitare stabilmente esseri umani, quindi va anche arredata. In tal senso si può adoperare anche materiale “di spoglio” sottratto da altre abitazioni, mentre per il carico antropico si può ricorrere, come nel rinvenimento del mandante, all’uso di anziani, meglio se non deambulanti.

 

Grazie per aver seguito questo corso. Ora non vi resta che mettere in pratica quanto imparato: se vi fa piacere, potete condividere le foto dei vostri abusi edilizi con l’hashtag #casaabusiva.

Autore

  • Christian De Iuliis

    Nasce, cresce e vive in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto nel 1984, rendendolo noto in un tema in quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge “Assessore al Nulla” del suo paese. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”, avanguardia del XXI° secolo che vanta già diversi tentativi, falliti, di imitazione. All’attivo ha cinque mezze maratone corse e altrettanti libri pubblicati: “L’Architemario. Volevo fare l’astronauta” (Overview editore, 2014), “Vamos a la playa. Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens, 2016), "L'Architemario in quarantena. Prigionia oziosa di un architetto" (KDP Amazon, 2020), "L'architetto contro tutti" e "Il Nostromondo - le città invedibili" (2024). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Premio PIDA giornalismo 2020 per la divulgazione dell'architettura. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto: dipende da dove si trova e da chi glielo chiede

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Last modified: 21 Dicembre 2021