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Written by: Città e Territorio Professione e Formazione

Qui Piacenza, laboratorio dei paesaggi della post-pandemia

Qui Piacenza, laboratorio dei paesaggi della post-pandemia

I tre progetti della seconda edizione del workshop Landscape Of[f] Limits“Piacenza post-Covid, Towards a more just, green and healthy future”, che ha avuto UN-Habitat come partner d’eccezione, hanno lavorato sul territorio tra Palazzo Farnese e il viadotto della A21

 

Osservare, interpretare e progettare la trasformazione di una media città italiana – come è Piacenza – e del suo territorio, significa affrontare le sfide e le opportunità che questa fase – così complessa – richiede alla cultura architettonica. E di conseguenza ai nostri studenti, che sono i professionisti di domani. Un domani che sarà caratterizzato dalle ingenti risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza metterà a disposizione degli enti territoriali per progetti capaci di modificare in maniera equa e sostenibile (e in un lasso di tempo incredibilmente breve) gli assetti fisco-spaziali consolidati.

 

Politecnico, tra Piacenza e il mondo, tra locale e globale

Possiamo affermare che sia questo lo sfondo all’interno del quale stiamo ridefinendo l’offerta didattica e formativa del nostro Master internazionale in Sustainable Architecture and Landscape Design, attivo presso il Campus di Piacenza del Politecnico di Milano. Da anni ormai il corso, frequentato da circa 250 studenti, ha costruito la propria vocazione e la propria identità su una formazione fortemente orientata ai temi del paesaggio, dell’energia e dell’ambiente come fattori della trasformazione architettonica contemporanea e su una forte spinta all’internazionalizzazione: molti docenti provengono da Scuole estere oppure sono professionisti che lavorano in paesi europei ed extra-europei, così come internazionali, in grande parte, sono gli studenti.

C’è quindi una particolare dinamica tra globale e locale. Da Piacenza, uno dei poli territoriali del Politecnico di Milano, città media in un territorio dalle fortissime specificità locali, si guarda al mondo per interpretare strumenti, metodi e orientamenti della progettazione. Sempre considerando che proprio la realtà locale offre temi di progetto che sono casi-studio esemplari, esportabili in tante altre realtà territoriali, in Italia e nel mondo.

 

Temi esemplari per una società in rapido cambiamento

Così programmi di laboratorio, incontri e conferenze, tesi di laurea e occasioni di ricerche (così come convenzioni con enti e istituzioni) sono orientati ad indagare, sotto diversi e alternativi punti di vista, alcune tematiche di estrema attualità:

  • il rapporto con gli elementi ambientali ed ecosistemici, a partire dal Fiume Po che scorre a poche centinaia di metri dal centro città
  • il processo necessario di progressiva riduzione degli impatti di un sistema infrastrutturale denso e che ha condizionato fortemente lo sviluppo del territorio
  • la rigenerazione di una sequenza di aree militari dismesse che coprono circa il 30% delle superfici urbane
  • l’adattamento del sistema degli spazi pubblici alle esigenze fluide della società contemporanea
  • la costruzione di attrezzature capaci di implementare l’offerta per cittadini e city-users nella direzione di una maggiore qualità urbana e paesaggistica

In particolare nel primo semestre dell’anno accademico 2021-22 abbiamo avuto occasioni di approfondimento su questioni nodali per Piacenza, come il recupero dell’ex Laboratorio Pontieri in un Campus scolastico superiore e la progettazione di un nuovo porto turistico, per fare due esempi. Il tutto all’interno di un indispensabile aggiornamento degli strumenti della professione, così come la conosceranno i nostri studenti nei prossimi anni. Penso ad Agenda 2030 e ai suoi 17 Sustainable Development Goals, alle istanze che l’Unione Europea sta indagando grazie al programma New European Bauhaus, al quadro di investimenti reso possibile dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Siamo in una fase di crisi, intesa come crinale di cambiamento. Saper interpretare uno sfondo normativo e legislativo (oltre che di riferimento culturale) profondamente rinnovato è fondamentale per rendere operative le strategie di trasformazione architettonica e paesaggistica di città e territori, già fortemente sotto pressione per le questioni ambientali e oggi travolte dagli effetti della pandemia. Per questo abbiamo voluto che proprio l’anno accademico 2021-22 si aprisse con un’iniziativa capace di connotare le esperienze didattiche e di ricerca per i prossimi anni.

 

Insieme ad UN-Habitat

La seconda edizione del workshop Landscape Of[f] Limits si è concentrata sulla “Piacenza post-Covid, Towards a more just, green and healthy future”.

Il titolo richiama un recente dossier di UN-Habitat – l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei processi di urbanizzazione – che prefigura modelli per le città e i territori del futuro dopo l’esperienza della pandemia. Proprio UN-Habitat è stato il partner d’eccezione del workshop progettuale con una collaborazione che vorremmo sempre più intensa. Si tratta di un percorso di apertura del Politecnico di Milano ad istituzioni internazionali con l’obiettivo di sviluppare sinergie che sappiano da una parte dare ai nostri studenti occasioni di studi concreti, dall’altra offrire alle istituzioni un contribuito scientifico che un’università come il Politecnico può produrre.

Dopo la prima edizione 2020 (nella quale si è lavorato sugli spazi di transizione tra le aree fluviali del Po e la città storica e consolidata: ilgiornaledellarchitettura.com/2020/09/07/landscape-off-limits-i-confini-per-la-costruzione-di-un-nuovo-paesaggio/) abbiamo selezionato alcuni luoghi del possibile cambiamento. Siamo convinti infatti che nella fascia di territorio collocata tra Palazzo Farnese e il viadotto della A21 si sviluppano tante delle potenzialità di Piacenza. Dobbiamo occuparcene se vogliamo implementare significativamente la qualità dei suoi paesaggi, cogliendo anche le opportunità dei fondi PNRR. Tra i suoi tanti impatti la pandemia ci ha infatti ricordato l’importanza della continuità tra spazi verdi e percorsi, così come ci ha sollecitato rispetto alla comoda accessibilità ad attrezzature collettive, sportive e per il tempo libero.

Piacenza ha la possibilità di vincere questa sfida, coinvolgendo in un ambizioso progetto di trasformazione alcuni dei luoghi che le conferiscono maggiore identità in quel quadrante nord in cui valori ambientali e storici si sovrappongono ad un sistema infrastrutturale e della mobilità fortemente impattante: proponendo idee e scenari dal Campo Daturi al Torrione Fodesta, dal Parco delle Mura al Laboratorio Pontieri, il workshop è stato un laboratorio di idee e di visioni per la città del futuro. E così lo sono anche le tante iniziative che si svolgono nel Master in Sustainable Architecture and Landscape Design, in un momento storico in cui ragionare di prospettive a medio e lungo termine è una necessità sempre più impellente.

Tre progetti che guardano al futuro

Gli studenti del workshop LOL hanno lavorato in 3 Atelier di Progetto, rispettivamente guidati da docenti/progettisti esterni di alto profilo: Lina Malfona (professoressa romana con cattedra a Pisa), Pedro Campos Costa (progettista portoghese di Lisbona) e Karim Nader (architetto libanese). La scelta di collaborare con docenti ospiti è un elemento consolidato per la Scuola. Da una parte perché offrono un’interpretazione dei luoghi di progetto alternativa, forse più fresca e originale, non mediata da anni di ricerca, dall’altra perché l’interazione e il confronto continuo sono opportunità che arricchiscono moltissimo il percorso formativo dei nostri studenti.

Atelier 1: Cosa è una Comunità?
Il progetto interpreta la complessità del settore urbano, fortemente condizionato dalle infrastrutture, disegnando un futuro possibile attraverso un sistema organico di interventi puntuali: percorsi, piccole attrezzature di servizio, nuove percorrenze costruiscono una dimensione alternativa per una rinnovata permeabilità tra città e Fiume. La proposta guarda ai temi di Agenda 2030 e del PNRR individuando opportunità negli assetti consolidati, con una modificazione progressiva che metta al centro la qualità di vita di comunità sempre più alla ricerca di spazi di condivisione comodamente raggiungibili con mezzi sostenibili, a stretto contatto con natura e paesaggio. Si tratta di operazioni flessibili, poco impattanti e fortemente orientate alla dimensione collettiva.

Atelier 2: Piacenza Invisibile (Omaggio ad Italo Calvino)
La dimensione nascosta della città è oggetto di una visione imperniata sulla figura di una studentessa immaginaria: storica e archeologa, progettista a tempo pieno, utilizza vecchie mappe e antichi documenti per ricostruire l’immagine di una città a mezza via tra realtà e finzione. Nasce da questo lavoro di scavo un futuro ideale in cui la natura ritrova la sua presenza primordiale e nuove connessioni e ampi spazi pubblici tra città e Fiume vanno oltre i limiti, fisici e mentali: delle vecchie mura, delle infrastrutture, delle sequenze di soglie difficilmente attraversabili. La proposta suggestiona nella direzione di un rapporto intenso con l’identità storica: l’urgente processo di innovazione non può prescindere dalla ricerca di interazioni, pur rinnovate, con la memoria.

Atelier 3: PO-COVID
La città è un racconto, fatto di esperienze anche contraddittorie. La pandemia è un “accidente” capace di riempire di significati i luoghi dove queste esperienze accadono. La dimensione principale del progetto è quella narrativa: la città della post-pandemia è letta come una proiezione di aspettative. Raccontare storie è quanto gli studenti (i protagonisti di questa fase storica) hanno fatto, con una sequenza di disegni che muove dai paesaggi attuali per definire nuovi orizzonti di uso: percorsi pedonali invece di strade, parchi tematici invece di aree abbandonate, spazi collettivi invece di recinti chiusi. La rinnovata progettualità sa andare oltre una dimensione specialistica, mettendosi in ascolto delle aspettative di chi quegli spazi dovrà viverli, per una società in forte cambiamento.

Sito web con immagini dei progetti e registrazioni delle lezioni del workshop LOL: landscapeofflimits.com

 

 

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Last modified: 13 Gennaio 2022