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Christian De IuliisWritten by: Forum

L’archintruso. Teorie e tecniche dell’architettura abusiva/2

L’archintruso. Teorie e tecniche dell’architettura abusiva/2

Seconda di tre puntate del mini corso completo

 

LEGGI LA PRIMA PUNTATA

Presupposti tecnici

Il cimento nell’Architettura abusiva presuppone la concorrenza di una serie di requisiti di natura strettamente tecnica.

Verificare preventivamente di essere in possesso di tali prerogative è essenziale.

Innanzitutto, siccome la tipologia prediletta dell’Architettura abusiva è la “casa isolata”, occorre avere la piena disponibilità di un sito sufficientemente appartato.

In alternativa, d’intesa con i confinanti, si può anche realizzare e lasciare che si realizzi Architettura abusiva “in aderenza” sotto forma di addizioni, superfetazioni, sopraelevazioni o scavi; interventi che espandendosi alla scala dimensionale del quartiere sollevano il tema, più complesso, dell’Architettura abusiva “di zona”, anche detta “Urbanistica abusiva” (non oggetto di questo mini corso).

Al luogo va aggiunta la dotazione di un parente sufficientemente anziano da poterne prevedere la scomparsa entro i tempi (ir)ragionevoli di un eventuale processo penale.

L’avo prescelto sarà necessariamente investito, spesso a sua insaputa o controvoglia, del ruolo di esecutore, addestrandolo, se occorre, anche a rivendicarne la paternità ideologica.

Al luogo e al parente attempato va abbinato il contributo della variabile velocità.

Diversamente dall’architettura tradizionale che, coadiuvata dalla burocrazia, predica la lentezza creativa, l’Architettura abusiva riduce al massimo i tempi di esecuzione. Tale frenesia abolisce ogni momento di riflessione per i mandanti e qualsiasi indecisione dei manovali, obbligati a viaggiare almeno alla velocità media di costruzione dell’Architettura abusiva, che è stimata tra gli 8 e i 10 mc/orari.

Secondo le statistiche, l’insufficiente rapidità è la principale causa dell’Architettura abusiva incompiuta.

L’Architettura abusiva è anche sensibile alle problematiche del cambiamento climatico, e assolutamente a favore del verde urbano.

La piantumazione preventiva di vegetazione a folto cespuglio risponde alle esigenze di mimetismo e clandestinità dell’Architettura abusiva.

Diffuso è l’uso della siepe, tra le quali viene preferita quella del cipresso di Layland (Cupressocyparis leylandii) per la capacità di crescita molto rapida, densità, altezza e colore che lo rendono perfetto a qualsiasi tipo di schermatura.

Infine, prima d’iniziare la realizzazione di una qualsiasi Architettura abusiva, è indispensabile assicurarsi una solida rete di buoni rapporti con vicini di casa, istituzioni, fornitori di servizi primari e forze dell’ordine. Anche detta connivenza.

Solo se verificati tali presupposti si può procedere alla realizzazione dell’Architettura abusiva.

(continua)

 

Autore

  • Christian De Iuliis

    Nasce, cresce e vive in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto nel 1984, rendendolo noto in un tema in quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge “Assessore al Nulla” del suo paese. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”, avanguardia del XXI° secolo che vanta già diversi tentativi, falliti, di imitazione. All’attivo ha cinque mezze maratone corse e altrettanti libri pubblicati: “L’Architemario. Volevo fare l’astronauta” (Overview editore, 2014), “Vamos a la playa. Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens, 2016), "L'Architemario in quarantena. Prigionia oziosa di un architetto" (KDP Amazon, 2020), "L'architetto contro tutti" e "Il Nostromondo - le città invedibili" (2024). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Premio PIDA giornalismo 2020 per la divulgazione dell'architettura. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto: dipende da dove si trova e da chi glielo chiede

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Last modified: 8 Dicembre 2021