Il restauro di Palazzo Stradiotti per il nuovo Stauffer Center for Strings, casa internazionale d’alta formazione per gli strumenti ad arco
CREMONA. Un progetto costruito come una partitura musicale: verifica della fattibilità funzionale, analisi dello stato di fatto, studio dei materiali, eliminazione delle superfetazioni e realizzazioni di soluzioni armoniche ad hoc. È un intervento a suon di musica, ovvero costruito attraverso una progettazione integrata a misura di singolo spazio, quello che ha interessato il seicentesco Palazzo Stradiotti, oggi Palazzo Stauffer, sede dello Stauffer Center for Strings, il primo centro musicale internazionale per l’alta formazione, la ricerca, la composizione, la produzione, il management e l’innovazione, dedicato agli strumenti ad arco.
Un nuovo aggregatore culturale
Un aggregatore culturale che ingloba gli esistenti Accademia Stauffer e Stauffer Labs, dipartimenti creativi e d’innovazione, oltre a una sala concerti, una serie di sale studio e aule didattiche, uno studio di registrazione, una bibliomediateca, una caffetteria e una foresteria circondata da un giardino romantico. Un organismo vivo e giovane (a dispetto dell’età del palazzo) che punta sui giovani musicisti, grazie ai complessi lavori di recupero e restauro (tre anni di cantiere, tre livelli e una superficie complessiva di oltre 2.000 mq) firmati da Lamberto Rossi Associati e all’interior design di matrice contemporanea di Pininfarina Architecture. Professionisti che in sinergia hanno optato per scelte progettuali in linea con le nuove attività culturali ed educative nel segno del massimo comfort e benessere interno.
Il palazzo, che si presentava in un forte stato di degrado al momento dell’acquisizione da parte della Fondazione Centro di Musicologia Walter Stauffer (marzo 2016), è stato oggetto nel tempo di una serie di stratificazioni, fino alla configurazione neoclassica derivata dall’ampliamento e unificazione di corpi preesistenti, di cui fa parte anche il “giardino segreto” (1843-60). A questo periodo risalgono il corpo porticato e le quattro facciate principali arricchite di trompe l’oeil, il cui restauro rientra nella più ampia operazione di rigenerazione urbana a favore di un campus musicale di livello internazionale, che coinvolge il contiguo palazzo Raimondi, sede della Fondazione Stauffer e del Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia.
Impianto neoclassico preservato
È proprio a partire dalla preservazione dell’impianto neoclassico, tipico delle residenze borghesi ottocentesche, che ha preso forma il progetto di restauro, sia in risposta alle esigenze funzionali della committenza sia nel rispetto dei vincoli di conservazione in accordo con la Soprintendenza. In primo luogo i progettisti hanno affrontato i problemi strutturali di solai e fondazioni, mentre dal punto di vista distributivo hanno eliminato tutte le superfetazioni (tramezzi e controsoffitti realizzati dal dopoguerra in poi per il frazionamento in appartamenti) che impedivano la corretta lettura spaziale dell’organismo edilizio, per restituirgli quel carattere domestico con sale di dimensioni contenute adatte alla musica da camera.
Successivamente ci si è occupati del degrado delle facciate, in un’ottica di conservazione e ricomposizione degli intonaci e degli apparati decorativi del periodo neoclassico, preso a riferimento per impostare il complessivo recupero di interni ed esterni. L’intento dei progettisti “è stato quello di valorizzare la ricchezza tecnologica (solai in legno, in legno decorati, in laterizio, in ferro, volte a botte, volte a padiglione), formale e spaziale dell’edificio, caratterizzato da una sequenza di ambienti molto eterogenei fra loro in soli 1.500 mq: come nel caso dei percorsi di camminamento sull’estradosso della volta lasciata a vista dall’alto, oppure facendola diventare un punto di forza per quanto riguarda l’acustica. L’articolazione di materiali ha fatto sì che ogni spazio avesse una sonorità peculiare con caratteristiche proprie”. Un’opportunità per realizzare sale da musica con sonorità differenti a seconda del repertorio e delle aspettative d’insegnamento.
Due elementi ordinatori
Tenendo conto della ricchezza intrinseca del manufatto storico, il progetto della Lamberto Rossi Associati è stato accordato dal punto di vista linguistico, estetico e funzionale su due elementi cromatico-materici di matrice contemporanea, facilmente riconoscibili all’interno degli spazi. Il primo elemento ordinatore in pannelli MDF (Medium Density Fibreboard) di color grigio antracite (pigmentato in pasta e fresato) ha una doppia funzione: soluzione distributiva della sequenza di stanze (tipica delle residenze borghesi) per l’isolamento acustico degli ingressi (bussole) o la correzione acustica delle stanze (velette sospese, contropareti); contenimento degli apparati tecnologici per minimizzare gli interventi sulla muratura. Si tratta di una pannellatura posata a secco, che è stata ingegnerizzata per mitigare la sonorità delle sale entro i parametri della musica ad arco accompagnata da pianoforte.
A questo è stata affiancata una serie di elementi in metallo (tiranti, pendini e stralli in acciaio) di color brunito, i quali concorrono al consolidamento della scala esistente o alla realizzazione della nuova scala pendinata e delle pensiline, e parimenti all’illuminazione su cavo e alle soluzioni d’interior design, che richiamano le corde degli strumenti ad arco. Due interventi minimali, autoportanti e reversibili, che risolvono distribuzione, correzione e isolamento acustico, climatizzazione, illuminazione e multimedialità. Il risultato è una struttura polifunzionale, flessibile, altamente tecnologica, progettata per garantire le migliori prestazioni in tema di risparmio energetico, contenimento delle emissioni, eco-compatibilità dei materiali, comfort ambientale.
La rivalutazione del “giardino segreto”
Esteso su 1.400 mq, e completato per volontà degli eredi di Monsignor Rossi, l’impianto presenta due zone differenti: quella più vasta in stile romantico all’inglese, e l’altra più ridotta che si rifà ai canoni formali del giardino italiano. Il percorso interno, articolato con curve e dislivelli, alterna condizioni opposte: una vasta zona ombreggiata con movimenti di terra artificiali, e due aree più assolate. La collinetta artificiale ospita una grotta con sedute e nicchie, decorata da pietre calcaree a uso di roccaglia, mentre la sommità è occupata da un tempietto ottagonale con tracce di un ricco apparato decorativo a finte architetture. Fa da sfondo al giardino una piccola coffee-house quadrangolare con decorazioni. In linea con lo spirito dell’epoca di costruzione fra le specie vegetali presenti vi sono gruppi polispecifici, piante caducifoglie e sempreverdi che creano scenari differenti all’alternarsi delle stagioni.
Immagine di copertina: © M. Blaschich Pi-Tre
La carta d’identità del progetto
Committente: Fondazione Centro di Musicologia Walter Stauffer
Progetto e direzione lavori: Lamberto Rossi Associati (Lamberto Rossi e Marco Tarabella)
Consulenti: L. Jurina (strutture), Consult Engineering (impianti), S. Corbari (conservazione), A.Treu (sicurezza), A. Placci (acustica), P. Mainardi (paesaggio)
Impresa: Paolo Beltrami Costruzioni
Interior design: Pininfarina Architecture
Malte e finiture a base di calce: Primat
Correzione acustica: 3F
Illuminazione: iGuzzini. Cini&Nils
Giardino: Idea verde Maschi
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Tag
lombardia , musica , restauro , rigenerazione urbana
Last modified: 4 Novembre 2021