Visita al “Mondo dei bambini” del Museo Ebraico, museo allestito dagli statunitensi Olson Kundig nella Blumenmarkthalle
BERLINO. Siamo ancora una volta a Kreuzberg, dirimpetto allo Jüdisches Museum di Daniel Libeskind nel quartiere dell’ex mercato dei fiori il cui ridisegno ad opera di sei differenti studi di architettura è stato designato progetto vincitore del Premio tedesco per lo sviluppo urbano 2020: un’area ricca d’innovazione e diversità e perciò dall’altissimo potenziale sociale e umano.
All’interno della brutalista Blumenmarkthalle di Bruno Grimmek (1960), già sede sulla Fromet-und-Moses-Mendelssohn-Platz dell’Accademia del Museo Ebraico secondo il progetto di Daniel Libeskind del 2010, è stata costruita la struttura circolare di ANOHA, dello studio Olson Kundig, vincitore del concorso bandito dal Museo Ebraico nel 2016. Il progetto, da 9 milioni, è il dodicesimo che lo studio di Seattle ha realizzato appositamente per l’età dell’infanzia.
Come una matrioska, inserita nel volume di Grimmek/Libeskind, l’Arca di Kundig è l’interpretazione moderna di quella narrata nella Torah, ispirata però nella forma a due fonti apparentemente disparate: un antico testo sumero scoperto circa 10 anni fa con la descrizione minuziosa di un’arca circolare, la Stazione spaziale V, astronave del film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello spazio.
L’arca di Noè per comprendere il cambiamento climatico
Il concept architettonico utilizza la storia nota pressoché a tutti dell’Arca di Noè e del Diluvio universale, presente in tutte le culture più antiche, come punto di partenza per comprendere le questioni del cambiamento climatico.
L’architettura a ciambella interamente in legno, alta 7 metri e con 20 costole e 40 capriate in legno lamellare piegato, ha un diametro che ne misura 28: il corpo principale è in abete rosso, i pavimenti e gli arredi interni in faggio, la struttura portante usa materie prime locali sostenibili. L’involucro costituito dalla halle in cemento a vista è stato lasciato in gran parte intatto, come racconta Olson Kundig: “L’arca calda e curvilinea offre un contrappunto morbido alla struttura rettilinea brutalista della sala esistente; le nervature strutturali all’interno della prima fanno eco alle nervature di cemento che incorniciano i lucernari posti in alto nella seconda”.
Per potervi entrare si deve attraversare una immersive room, progettata dall’artista Wolfram Spyra, che evoca virtualmente la sensazione di essere sott’acqua offrendo al contempo spunti per ragionamenti sul futuro dell’ambiente terrestre e immagini e video sulla storia del Diluvio. Saremo presto richiamati a doverne affrontare uno? Le recenti terribili alluvioni in Germania, Belgio e Olanda non lasciano spazio a troppi dubbi al riguardo, perciò è meglio preparare le nuove generazioni a riflettervi sopra giocando, toccando, imparando, secondo il metodo dell’hands-on-minds-on.
Un esperimento ludico e paideutico per un futuro migliore
ANOHA (il nome sostituisce l’originale tedesco di Arche Noah) non è propriamente un museo, non nel senso tradizionale del termine, quanto piuttosto un riuscito esperimento ludico e paideutico al contempo – e che i biglietti orari da prenotare online siano perennemente esauriti ne costituisce la più ovvia conferma.
S’impara dal passato e dal presente per poter ridisegnare un futuro migliore, di conoscenza reciproca, rispettoso della natura e di tutti gli esseri viventi. L’anima multi-kulti di Berlino entra nell’Arca insieme ai piccoli visitatori di età tra i 3 e i 10 anni accompagnati da un team di giovani guide/educatrici e ai 150 meravigliosi animali progettati dallo studio berlinese Kubix, fatti con utensili riciclati e secondo un progetto condiviso col Design Museum Holon in Israele.
Storie di creazione, nuovi inizi, diversità, uso sostenibile delle risorse e la domanda: come vogliamo vivere insieme sulla Terra? ANOHA incoraggia i più piccoli a sviluppare le proprie visioni e a pensare a una coesistenza rispettosa di esseri umani, animali e natura, ispirato al concetto ebraico di “Tiqqun ‘olam” (עולם תיקון) che invita ogni individuo a rendere il mondo un po’ migliore: è questo il tema centrale del Kinderwelt dello Jüdisches Museum. Da ultimo, i bambini sono invitati a fine visita a guardare il futuro con un telescopio speciale e a negoziare già oggi le regole di convivenza per esso.
“ANOHA”, dice la direttrice del museo Ane Kleine-Engel, “si basa sulla storia dell’Arca di Noè; noi invitiamo bambine e bambini a tradurla nel loro mondo e a svilupparla ulteriormente, facendola propria e del proprio tempo”; in fondo saranno loro gli attori del tempo che viene, che vorremmo migliore. ANOHA, come l’Arca della Torah, non esclude, non abbandona in mare, ma comprende (contiene, abbraccia e capisce) con rispetto e grande gioia nel farlo.
Architetti: Olson Kundig studio
Team vincitore del concorso: Alan Maskin, Jerome Tryon, Juan Ferreira, Stephen Yamada-Heidner, Katie Miller, Martina Bendel
Team progetto: Alan Maskin, Stephen Yamada-Heidner, Martina Bendel, Jerome Tryon
Committente: Jüdisches Museum, Berlino
Progetto ingegneristico: Rentschler und Riedesser Ingenieurgesellschaft mbH, EiSat GmbH, Ingenieurbüro für Elektrotechnik (IfE) Grothe GmbH
Consulenti: Blieske Architects Lighting Designers, Animal Construction, Transsolar KlimaEngineering, Kubix GmbH
Capo cantiere in loco: Labs von Helmolt, Labs von Helmolt; architetti: Architekturbüro Engelbrecht, Berlino
Design museale: IGLHAUT + von GROTE
Artiste/i: Arie van Riet, Dieter Braun, Andrea Übelacker, Gunilla Jähnichen, Tine Steen, Wolfram Spyra, Martin Böttger, Anne
Metzen, Agnes Kelm, Andreas Edelblut, Annika Statkowski, Armin Benz, Beate Kelm, Conny Helm, Falk Starke, Franz Rodvalt, Gisbert Barmann, Gunnar Zimmer, Heiko Helm, Jan Schroeder, Jens Prockat, Jochen Müller, Jörg Hilbert, Maria Bahra, Matthias Garff, Myriel Kohrs, Nina Schrader, Thomas Raditschnig
About Author
Tag
allestimenti , berlino , interni , musei
Last modified: 30 Agosto 2021