Per la mostra principale, Hashim Sarkis propone 5 “scale” per rispondere alla domanda “How Will We Live Together?” Accettiamo la sfida e adottiamo altrettante categorie per raccontare i padiglioni nazionali (Italia a parte) di Biennale#17
A catalogo ne sono annunciati 60 (26 ai Giardini, 22 all’Arsenale, 12 in altre location sparse in città). Qualcuno è arrivato “lungo” e nei giorni della vernice Cina, Kuwait, Perù, Canada (che ha però rivestito con una struttura verde la propria casa ai Giardini) e Australia risultavano ancora “non pervenuti”. Li scopriremo (forse) nei prossimi mesi.
Quelli visitabili invece li abbiamo valutati in una classifica (semi-seria naturalmente, aperta a commenti, critiche e discussioni):
1. I padiglioni top, da non perdere
Svizzera, Romania, Austria, Brasile, Israele, Belgio
2. Più o meno belli, comunque decisamente “sul pezzo”
Polonia, Uzbekistan, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Argentina, Lussemburgo, Estonia, Irlanda
3. Esperienze coinvolgenti, ma che c’azzeccano?
Russia, Giappone, Paesi Nordici, Danimarca, Francia, Spagna, Serbia, Turchia, Tailandia
4. Alziamo le braccia, non li abbiamo capiti
Filippine, Slovenia, Bahrain, Cile, Messico, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti, Grecia, Ungheria
5. Nulla di indimenticabile, vivevamo anche senza
Germania, Corea, Finlandia, Uruguay Egitto, Albania, Kosovo, Lettonia, Croazia, Singapore
Non visitati (all’esterno delle location Biennale): Azerbaigian, Armenia, Cipro (commenti raccolti: “Molto interessante, tavola di frammenti di culture che si spezzano e si ricompongono”), Repubblica Dominicana, Grenada, Iraq, Libano (commenti raccolti: “Molto poetico, non centratissimo sul tema”), Lituania, Macedonia del Nord, Pakistan, Portogallo (sulla fiducia, sicuramente elegantissimo), San Marino.
Per approfondire (o prepararsi adeguatamente): il nuovo progetto Biennale Sneak Peek anticipa cosa si trova nei Padiglioni nazionali. Al link https://www.labiennale.org/en/architecture/2021/national-participations-0