Visit Sponsor

Roberta IngaramoWritten by: Forum

Le molte sfide per la nostra comunità creativa

Le molte sfide per la nostra comunità creativa
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione in occasione del rinnovo degli organi di rappresentanza provinciali della categoria

 

Le sfide per le figure professionali del campo dell’architettura sono sotto gli occhi di tutti: ambiente, paesaggio, territorio, città ed edifici necessitano di uno sguardo più ampio che metta al primo posto il benessere e la salute dei suoi cittadini, andando oltre approcci autoreferenziali.

La solitudine degli edifici di Rafael Moneo (fresco Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Architettura di Venezia, ndr) deve essere ben presente nella mente degli architetti, perché solo superandone la dimensione di unicità è possibile immaginare un rinnovato approccio al fare architettura.

Green Deal, Next Generation Eu, Piano nazionale di ripresa e resilienza ci indicano una strada che non deve rimanere solo una chimera, ma deve diventare una vera occasione per individuare nuove modalità di azione, nuove professionalità o sistemi di aggregazione disciplinari e multidisciplinari, in un processo di modernizzazione al passo con il cambiamento. Nella rincorsa verso la città più sostenibile ci siamo accorti che, di fronte a problematiche globali – come la contingente pandemia e il cambiamento climatico -, le discipline legate all’architettura mostrano un grado di adattabilità ancora insufficiente. Il cigno nero del Covid-19 deve essere metabolizzato e acquisito come sfondo per accelerare la riflessione critica e propositiva sullo spazio abitato e naturale, elementi complementari di un approccio basato su un equilibrio tra costruito e natura, per ridisegnare, con logica incrementale multi-scalare, i luoghi della società e dell’abitare, ma anche tutelare e valorizzare i nostri paesaggi e territori tutti.

La pandemia ha accelerato la consapevolezza che dobbiamo modificare la nostra visione dello sviluppo urbano, attraverso progetti innovativi, inclusivi, incrementali, e che mettono al centro il problema ambientale – public green and blue infrastructure, urban forestry – per ristabilire l’indebolita relazione con il mondo della natura, ridefinendo la mobilità nelle città con interventi come quello delle Superillas di Barcellona. Le scorie del Covid ci costringono a ripensare, oltre agli spazi dell’abitare, la forma e l’occupazione degli spazi pubblici, semi pubblici e di condivisione, quale espressione dell’essere comunità. Un New Bauhaus “per progettare futuri modi di vivere, situato al crocevia tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia”.

Si parla molto di fare sistema, ma una comunità creativa, Richard Florida docet (quella degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori) è la prima a doversi presentare compatta, trasparente, competitiva, inclusiva, ma soprattutto adattiva, più che resiliente.

Comunicare chi siamo e le nostre competenze è parte integrante di un processo di innovazione che vede tutti un po’ imprenditori di se stessi, con l’auspicato sostegno di una vera legge sulla qualità dell’architettura, come espressione della cultura, dopo le linee guida approvate nel 2020 – in Francia esiste già dagli anni settanta – per promuovere un New Deal della professione. Una legge che aspettiamo dagli anni novanta, promossa dall’allora ministro Veltroni, potrà consentire anche ai giovani di contribuire alla rinascita del paese post-Covid. Se connessa ed inclusiva, questa comunità, supportata da istituzioni ordinistiche capaci di cogliere i segnali del cambiamento, potrà collaborare con le altre diverse istituzioni, facendo da collettore e tramite a istanze locali, sovra locali e internazionali, per proporre soluzioni in concertazione con il sistema imprenditoriale, promuovendo partenariati pubblico-privati e diventando luogo virtuale e fisico di interfaccia con i cittadini.

È tempo di grandi finanziamenti a cui dovremo essere capaci di accedere, per non sprecare occasioni; solo un’alta formazione sarà in grado di supportare chi dovrà essere regista del cambiamento, consulente qualificato di enti pubblici, referente per processi decisionali, ma anche esperto di tecniche e sistemi, metodologie e processi, perché questo è il variegato mondo di chi si occupa di architettura, pianificazione, paesaggio, patrimonio e molto altro…

 

Immagine di copertina: foto di Andreas Gücklhorn on Unsplash

Autore

  • Roberta Ingaramo

    Architetto, PhD, Master in Conservation of Historic Towns and Buildings, Katolieke Universiteit, Leuven, Belgio, ricercatore in Composizione architettonica e urbana (DAD, Politecnico di Torino), nel 2016-2017 Researcher e invited reviewer alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Usa. Autore di diverse pubblicazioni tre le quali: Rust Remix, Letteraventidue, 2017; Topics and Methods for Urban and Landscape Design, Springer, 2016; Planning and Architecture, Alinea International, 2012; Dall’immagine del costruito alla costruzione del progetto, Celid, 2009.

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 530 times, 1 visits today)
Share

Tag


,
Last modified: 12 Maggio 2021