Conferenza stampa della 17. Mostra Internazionale di Architettura, che conferma le date dell’appuntamento a Venezia
24 minuti. Tanto è bastato alla Biennale di Venezia per confermare date e tema della 17. Mostra Internazionale di Architettura in calendario da sabato 22 maggio (preview a partire dal 19) a domenica 21 novembre 2021. Tempi difficili quelli delle conferenze stampa in streaming dove la sintesi è d’obbligo e, senza la possibilità d’interloquire, tutto si fa asettico, persino la formalità istituzionale.
Ma il dettaglio è trascurabile. La notizia è che dopo un anno di slittamento questa Biennale si farà, con tutti i protocolli cautelativi a cui l’andamento pandemico ci ha oramai abituati.
“Non è stato un anno perso“, dichiara in apertura il presidente dell’istituzione veneziana Roberto Cicutto. “I tempi morti servono meglio a comprendere gli obiettivi del nostro agire“. È quindi con ansia e felicità condivise con il curatore Hashim Sarkis [nella foto di copertina di Jacopo Salvi, courtesy La Biennale di Venezia] che Cicutto ribadisce il compiacimento per lo speciale Leone d’Oro alla memoria a Lina Bo Bardi e ricorda i numeri dei Paesi partecipanti (63 di cui 4 presenti per la prima volta ad una Biennale Architettura: Grenada, Uzbekistan, Azerbaijan e Iraq).
Sarkis s’inserisce ribadendo la rilevanza del tema How will we live together?, sebbene nella situazione contingente possa apparire “Paradossalmente ironico. Tuttavia“, continua Sarkis, “sono proprio le ragioni che inizialmente ci hanno portato a porre questa domanda – l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo e le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche – a condurci verso questa pandemia e a diventare ancora più rilevanti. Non possiamo più aspettare che siano i politici a proporre un percorso verso un futuro migliore”.
Spetta così alla Biennale, con perseveranza e ottimismo, portare avanti la propria mission con un programma sempre più allargato: ai tradizionali Meetings on Architecture (disponibili anche online), alle Biennale Sessions e ai 17 Eventi collaterali in città quest’anno si aggiunge la collaborazione con il 15. Festival Internazionale di Danza contemporanea che dal 23 luglio all’1 agosto porterà all’Arsenale le performance dei danzatori della Biennale College.
Nessun ripasso per sommi capi (immaginiamo per esigenze di tempo) alla struttura portante del concept dell’esposizione, presentato lo scorso anno e suddiviso in cinque macroscale: “Among Diverse Beings”, “As New Households”, “As Emerging Communities” (Arsenale) e “Across Borders”, “As One Planet” (Padiglione centrale ai Giardini) cui è correlato “Stations + Co-Habitats”, speciale progetto di ricerca sviluppato da università di tutto il mondo.
Per supplire però a lacune e curiosità su partecipanti e partecipazioni nazionali, è sempre possibile una full immersion online nel corposo progetto sviluppato dalla Biennale in questi mesi: Sneak Peek. Sbirciandovi (letteralmente) all’interno, è possibile trovare video, immagini, interviste e persino ascoltare un’originale playlist. Una sorta di avvicinamento a tappe dilazionato su social e sito ufficiale.
Da ultimo Christopher Turner, curatore al Victoria and Albert Museum di Londra ricorda la consolidata collaborazione tra il museo londinese e la Biennale che quest’anno porterà nel Padiglione delle arti applicate la mostra “Three British Mosques“. In collaborazione con l’architetto Shahed Saleem, il progetto presenta tre casi studio britannici sul riutilizzo di spazi a luoghi di culto: la moschea di Brick Lane, la moschea di Old Kent Road e quella di Harrow Central.
Infine è Cicutto a chiudere con un scaramantico good luck. Che questa Biennale abbia inizio.
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Biennale Venezia 2021 , Hashim Sarkis , How will we live together , mostre
Last modified: 12 Aprile 2021