I discutibili esiti del concorso internazionale per il nuovo centro direzionale della Regione Siciliana, vinto dal gruppo guidato da Tekne
PALERMO. Il nuovo centro direzionale della Regione Siciliana è pensato per accogliere nell’area di via Ugo La Malfa tutti gli uffici centrali e periferici regionali attualmente sparsi su tutto il territorio cittadino ed ospitati all’interno di varie sedi in affitto. L’idea di accentrare in un unico polo tutti gli uffici, accogliendo anche spazi pubblici, è stata più volte riproposta dai governi che si sono succeduti in Sicilia e costituisce uno dei principali obiettivi del Governo Musumeci.
L’iter del concorso ha preso forma in un contesto ben diverso da quello delineatosi con la pandemia ed è iniziato a maggio 2018 con una delibera di giunta diventata Legge nel 2019 per volere dell’Assemblea regionale. Successivamente, dopo aver bandito il concorso per la Cittadella giudiziaria di Catania, a fine luglio 2020 è stato lanciato il concorso in due fasi per il nuovo centro direzionale. Il bando è frutto del Protocollo d’intesa sottoscritto dal Dipartimento tecnico regionale con il Cnappc e l’Ordine degli Architetti di Palermo che, come sottolineato dal presidente Franco Miceli, “ha contribuito alla realizzazione del concorso mettendo a disposizione la piattaforma AWN per i concorsi di progettazione, offrendo supporto tecnico al Rup e alla giuria sul piano tecnico e indicando il presidente della commissione, l’architetto francese Marc Mimram”.
In un primo momento il bando prevedeva l’improbabile scadenza del 24 agosto, lasciando un mese esatto per progettare quella che, come sottolineato con (eccessiva) enfasi dal governatore Nello Musumeci “è la più grande opera pubblica, nel settore dell’edilizia, mai varata in Italia”, dal costo previsto di 424,4 milioni. Dopo varie rimostranze, il tiro è stato aggiustato e la consegna della prima fase è stata posticipata a ottobre 2020. Su 34 gruppi partecipanti, nella seconda fase sono state selezionate 5 proposte.
Al primo posto si è classificato il raggruppamento guidato dalla società di ingegneria Tekne SpA con gli architetti Leclercq Associés, Nicolas Laisnè e Clement Blanchet, i paesaggisti Base (già vincitori con Park del waterfront di Catania), il geologo Giuseppe Firemi e l’artista Gianfranco Maranto, con la proposta di una cittadella verticale dalle geometrie variabili che, oltre ad 83.000 mq di uffici, ospita scuole, auditorium, negozi, una biblioteca, un centro medico e 24.000 mq di parcheggi. Previo reperimento delle risorse, oltre al premio di 500.000 euro, al vincitore saranno affidate le successive fasi di progettazione sino all’esecutivo.
Gli altri finalisti, che riceveranno un rimborso di 200.000 euro ciascuno, sono i gruppi guidati rispettivamente da: Rudy Ricciotti (secondo posto), Studio Transit (terzo), Xaveer de Geyter Architects (quarto) e Studio Miralles Tagliabue (quinto). L’iniziativa, che pare finalmente consolidare, anche in Sicilia, la pratica dei concorsi di progettazione come strumento per selezionare le opere pubbliche, ha messo in luce l’assenza di studi professionali che potessero confrontarsi con le complesse richieste del bando superando il ruolo di supporto locale.
Peraltro, anche a causa di un bando che richiedeva logiche insediative superate dal tempo che stiamo vivendo, gli esiti lasciano perplessi e necessiteranno di un sicuro ripensamento nelle fasi successive. Resta inoltre da chiedersi in che modo il nuovo polo direzionale si coniugherà con l’idea di consumo di suolo zero che sta alla base del nuovo PRG di Palermo (il cui stato dell’arte è stato presentato in conferenza stampa proprio il 12 marzo, dopo il parere positivo del Genio civile). Al momento, il sindaco Leoluca Orlando si è dichiarato disponibile a sottoporre il progetto al Consiglio comunale. Intanto, c’è chi si comincia a chiedere quale sarà la compensazione per la città, se vi saranno più aree verdi e servizi per i quartieri, o se invece il nuovo centro direzionale contribuirà a congestionare ulteriormente un’area già densa di traffico. Mentre in centro città si moltiplicano i palazzi vuoti e le saracinesche abbassate, ad un ritmo reso ancor più vertiginoso dal dilagare della pandemia.
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Last modified: 17 Marzo 2021