I concorsi aiutano gli emergenti e permettono ai più strutturati di sperimentare e cercare nuove commesse. Gli esempi di quattro studi internazionali
In una o in più fasi, con giuria locale o internazionale, indetto da un ente pubblico o privato, il concorso di architettura mette d’accordo architetti emergenti e studi di prestigio che usano questo strumento per testare le proprie idee e cercare nuove commissioni.
Quando parliamo di pratiche emergenti, sorge spontaneo pensare a Europan: pensato per architetti under 40, da tanti anni chiama all’appello alcuni tra gli studi più promettenti. Tra i primi a vincerlo, gli olandesi MVRDV che, quasi sconosciuti, nel 1991 ottennero il primo premio con il progetto “Urban Voids” (Vuoti urbani), a Berlino. Tra gli architetti emergenti di New Generations, tanti sono nati proprio grazie al concorso, che li ha portati a realizzare il loro primo vero intervento.
Presupposto di partenza è sempre più spesso la collaborazione con altri esperti. Un esempio interessante per il suo carattere interdisciplinare è il bando Reinventing Cities, iniziativa ispirata al progetto promosso dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo che, nel 2015, ha lanciato Réinventer Paris, concorso per il riuso di aree urbane attraverso la formulazione di progetti di natura multidisciplinare. Anche il concorso si adatta alle esigenze della contemporaneità, lanciando sfide che necessitano di saperi interconnessi.
Chybik + Kristof (Praga, Brno, Bratislava)
Fondato nel 2010 da Ondřej Chybík e Michal Krištof, lo studio opera tra lo spazio pubblico e privato. I due partner si sono incontrati durante la Biennale di Venezia del 2010 e hanno sviluppato una proposta per un concorso a Bratislava. Pur non avendo vinto, hanno intrapreso insieme un percorso che li ha portati ad essere uno degli studi emergenti più premiati del contesto europeo, con oltre 15 progetti realizzati attraverso la modalità del concorso. Chybik + Kristof conta oggi 50 dipendenti e opere di rilievo, come la Casa del vino realizzata in Moravia nel 2019.
AZAB (Bilbao)
Si sono incontrati nel 2017 partecipando ad un concorso di idee organizzato dal Comune spagnolo di Badajoz. Un intervento pubblico che poneva come condizione di partenza quella di formare un team composto da almeno un architetto “senior” e un under 35. Sono le premesse di AFAB, composto da Cristina Acha, Miguel Zaballa, Ane Arce e Iñigo Berasategui, architetti di diverse generazioni uniti dal concorso. Da quel momento, il gruppo ha lavorato insieme alla realizzazione di numerose proposte che spaziano da case unifamiliari a edifici di rilievo internazionale, come la scuola Zubizarreta, realizzata nel 2019 nei Paesi Baschi.
DROM (Rotterdam)
Con sede a Rotterdam, lo studio DROM è diretto da Timur Karimullin, Sofia Koutsenko e Timur Shabaev. Si definiscono come un collettivo di pensatori dal forte carattere multidisciplinare, con progetti che vengono spesso realizzati attraverso concorsi pubblici che variano dalla piccola scala, come mostre e installazioni urbane, passando per parchi, edifici per abitazioni e masterplan. Tra i progetti di recente realizzazione, che ha portato allo studio grande attenzione internazionale, la piazza Azatlyk, realizzata in Russia nel 2019, un parco lineare multifunzionale con aree per lo sport, il cibo e lo svago.
Parasite 2.0 (Milano, Bruxelles)
Fondato nel 2010 da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo come unità di ricerca indipendente e spazio di espressione parallelo all’ambiente accademico, Parasite 2.0 indaga lo stato degli habitat umani, agendo all’interno di un ibrido di architettura, design, arte e scenografia. Nel 2016 sono stati proclamati vincitori del concorso per architetti emergenti YAP MAXXI, indetto dal museo romano, con il progetto MAXXI Temporary School.
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concorsi , giovani , New Generations
Last modified: 5 Marzo 2021