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Gianpiero VenturiniWritten by: Professione e Formazione

New Generations: dal “Do it yourself” al “Do it together”

New Generations: dal “Do it yourself” al “Do it together”

Molto più di una moda, la partecipazione torna attuale e punta ad approcci inclusivi

 

Tanti architetti emergenti sviluppano le proprie idee praticando un’architettura che, qualche anno fa, avremmo definito semplicemente come “partecipata”. L’architetto, più che mero progettista che cala dall’alto le proprie idee, diventa una sorta di mediatore che si fa carico delle molteplici problematiche che caratterizzano un intervento e, di conseguenza, del coinvolgimento delle comunità che operano sul territorio. Quella che fino a qualche tempo fa era definita partecipazione, torna in auge accompagnata da una nuova terminologia che rimette al centro i temi della collaborazione, dell’innovazione sociale, della sostenibilità, passando per un processo di produzione sempre più condiviso e articolato. Il cosiddetto “Do it yourself” (fai da te), si trasforma per tanti professionisti in “Do it together” (fare insieme), dove l’insieme è rappresentato da una vasta comunità che può coinvolgere enti di diverso tipo, pubblici e privati, cittadini, associazioni attive sul territorio, architetti e tanti altri esperti che variano a seconda del progetto.

 

Caukin (New York; Warwickshire, Regno Unito; Jakarta, Indonesia)

Ente no profit fondato nel 2015 con sedi a New York, Warwickshire e Jakarta, Caukin ha lavorato a più di 25 progetti portati a termine in tutto il mondo, coinvolgendo nel processo di progettazione oltre 500 partecipanti internazionali. Tra gli interventi di maggior successo, il progetto “Evergreen School”, per la costruzione di una scuola con quattro aule e un ufficio per gli insegnanti, in Zambia.

 

ON/OFF (Berlino)

Grazie alla diversità di competenze che caratterizza il gruppo di lavoro, ON/OFF promuove progetti trasversali tra diverse discipline. Le realizzazioni riguardano strutture mobili, allestimenti di laboratori e infrastrutture per le arti, come il cinema, la danza, la scrittura. Tra gli esempi recenti, la ricerca “Co-machines: Mobile Disruptive Architecture”, che promuove un’indagine al fine di catalogare e analizzare una selezione d’installazioni mobili che favoriscano usi temporanei dello spazio pubblico.

 

Collectif ETC (Strasburgo)

ONG fondata nel 2009 che opera in diverse città francesi, Collectif Etc è nato da un gruppo di amici riunitisi al termine dell’università, con l’obiettivo d’intraprendere un percorso attento ai temi dello spazio pubblico e delle dinamiche che lo caratterizzano. I progetti sviluppati vengono quasi sempre costruiti direttamente dal collettivo, attraverso workshop di autocostruzione che coinvolgono le comunità operanti sul territorio e che si trasformano in cinema all’aperto, palchi per eventi, playground urbani.

 

Architecture for Refugees Schweiz (Svizzera)

L’associazione concepisce l’architettura come disciplina che può favorire inclusione e integrazione. L’idea che sta alla base dei tanti progetti realizzati è quella di creare uno spazio di lavoro che coinvolge rifugiati e cittadini svizzeri. L’esperienza di costruzione diventa processo per conoscersi e stabilire nuove relazioni, riducendo la distanza tra persone che non trovano opportunità di stare a contatto. L’architettura diventa quindi un supporto per l’organizzazione di eventi, pranzi comunitari, dispositivi per la distribuzione di alimenti e altre funzioni di natura temporanea.

 

Autore

  • Gianpiero Venturini

    Architetto, ha conseguito un master in Scienze dell’Architettura presso il Politecnico di Milano. Fondatore di Itinerant Office, ha lavorato in Olanda, Giappone, Brasile e Spagna, presso studi di architettura di rilevo come FABRICations ad Amsterdam e Kengo Kuma and Associates a Tokyo. Gianpiero. Curatore del Festival New Generations e autore del libro “Atlas of emerging practices: being an architect in the 21st century”, manuale per giovani professionisti e studenti delle università di architettura. Dal 2015 collabora a varie riviste di architettura tra cui “Abitare”, “Domus”, “Interni Magazine” e “UrbanNext”

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Last modified: 8 Febbraio 2021