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Josephine BuzzoneWritten by: Progetti

Ri_visitati. L’Acros di Ambasz a Fukuoka è sempre più verde

Ri_visitati. L’Acros di Ambasz a Fukuoka è sempre più verde

Pioniere della compatibilità ambientale, dopo 25 anni l’Asian Cross Road Over the Sea di Emilio Ambasz in Giappone conferma il suo ruolo di landmark urbano

 

Il passato

Inaugurato a Fukuoka (Giappone) nell’aprile 1995, il centro Acros (Asian Cross Road Over the Sea) è uno dei risultati più importanti dell’ambiziosa ricerca dell’architetto argentino Emilio Ambasz (1943) sulla relazione tra architettura e natura. Una struttura urbana di oltre 97.000 mq che, secondo la filosofia di “verde sul grigio”, sorge nel centro della città e le riconsegna il 100% del parco su cui è stata edificata venticinque anni fa.

A guidare il progetto sono l’esigenza di nuovi uffici governativi e quella di non sottrarre alla comunità una parte dell’unico lotto libero e verde in questo settore urbano. Il risultato è un complesso polifunzionale dove “la natura governa la creazione architettonica”, come affermato da Tadao Ando, destinato a influenzare globalmente il concetto di green architecture.

Il centro ACROS si presenta verso nord, affacciato su una delle principali vie del distretto finanziario. Qui il fronte ha l’aspetto di una struttura in acciaio e cemento armato di quattordici piani fuori terra con una facciata continua in alluminio e vetro. Protagonista “green” è il fronte sud, dove quattordici giardini terrazzati formano una monumentale scalinata colma di vegetazione – denominata Step Garden – come estensione del Tenjin Central Park.

In totale sono 5.400 i mq riservati alle terrazze-giardino, scandite anche dalla presenza di vasche e flussi d’acqua che coprono il rumore del traffico e creano oasi incontaminate dalla vita frenetica della città. All’ultimo piano un’ulteriore terrazza panoramica permette di godere di una vista sull’area portuale circostante. I giardini aperti al pubblico sono accessibili esclusivamente dal lato sud, dove uno squarcio sulla cascata verde consente anche l’ingresso alle aree interne del centro polifunzionale e la ventilazione dei quattro piani interrati. Ampi lucernari, anche posti tra le vasche e i flussi d’acqua delle terrazze, illuminano l’imponente atrio interno, sul quale affacciano i vari piani dell’edificio.

 

Il presente

Spesso citato come uno dei primi esempi di architettura ecologica, il centro Acros si è sviluppato attraverso una collaborazione tra pubblico e privato con l’obiettivo di ricostituire non solo il rapporto tra natura e artifizio, ma anche di riconciliare quello tra amministrazione e cittadini. È oggi considerato un landmark che promuove la cultura nella Prefettura di Fukuoka in spazi polifunzionali pubblici (38.629 mq) e privati (58.744 mq). Oltre alle aree dedicate allo shopping e alla ristorazione, lo spazio interno accoglie la Takumi Art&Craft Gallery, la Fukuoka Symphony Hall (sala concerti con 1.867 posti distribuiti su tre piani), un centro di informazione culturale e uno turistico, 16 sale per conferenze, 5 sale di prova, e le altri spazi per eventi e congressi internazionali.

La struttura, che tra i riconoscimenti annovera il Business Week/Architectural Record Award (2000) e il primo Japan Institute of Architects Certificate of Environmental Architecture (2001), risponde ad alcune sfide poste dallo sviluppo di un’architettura più sostenibile e consapevole del suo impatto sul mondo naturale. Lo dimostrano le indagini di misurazione condotte da Takenaka Corporation, Kyushu University e Nippon Institute of Technology che attestano come nel centro Acros l’ambiente naturale sovrapposto all’ambiente costruito contribuisca all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, alla riduzione del consumo di energia e a mantenere bassa la temperatura interna della struttura durante la stagione calda. A questi risultati si aggiunge l’importante espansione naturale della materia vegetale impiegata da Ambasz: dalle 76 varietà e 37.000 piante presenti all’inaugurazione, il centro ne conta oggi rispettivamente 120 e 50.000.

 

Il futuro

A pochi mesi di distanza dal venticinquesimo anniversario dell’edificio, Ambasz – che a marzo riceverà anche la laurea honoris causa in Architettura dall’Istituto di studi avanzati di Bologna – ha deciso di dare un’ulteriore prova del suo obbligo etico verso un’architettura “ambientalmente responsabile”. Il 17 novembre scorso, infatti, il Museum of Modern Art di New York ha annunciato l’istituzione dell’Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of Built and Natural Environment, reso possibile dalla donazione di 10 milioni di dollari da parte dell’architetto argentino attraverso la Legacy Emilio Ambasz Foundation. L’istituto avrà sede nel complesso del MoMA di Midtown Manhattan e all’interno del Department of Architecture and Design. L’operazione vuole non solo incoraggiare la ricerca sul rapporto e riequilibrio tra architettura e natura tra i professionisti, ma anche raggiungere e sensibilizzare, attraverso iniziative digitali che coinvolgeranno il museo, una comunità più ampia su un tema cruciale.

 

Autore

  • Josephine Buzzone

    Dottoranda in Architettura, Storia e Progetto presso il Politecnico di Torino, dove ha conseguito la laurea magistrale in Architettura per il Restauro e Valorizzazione del Patrimonio. La sua ricerca indaga la storia e le trasformazioni dell'architettura del dopoguerra in Giappone, con particolare attenzione ai processi di valorizzazione del patrimonio. Vive tra Italia e Giappone, dove ha trascorso un periodo come Visiting Research Associate presso l'Institute of Industrial Science dell'Università di Tokyo

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Last modified: 14 Gennaio 2021