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Christian De IuliisWritten by: Forum

L’archintruso. Stadio

L’archintruso. Stadio

Che cos’è uno stadio? A cosa serve? Se ancora serve

 

STADIO ‹stà·dio› – s.m.  (pl.  -di)

In architettura moderna dicesi “Stadio” quella particolare costruzione che sviluppa attorno al campo di gara un’adeguata quantità di spalti e gradinate ad uso degli spettatori ed è dotata di tutti i servizi necessari sia al pubblico che agli atleti. Durante il corso del XX° secolo la tipologia di stadio acquisì caratteri standard; come la chiesa, la scuola, il municipio, assumendo il valore di edificio di utilità pubblica. Tra gli stadi hanno avuto particolare importanza quelli denominati “olimpici”, teatro delle competizioni sportive dette “olimpiadi moderne”, sorte grazie all’intuizione del barone De Coubertin nel 1896. Ma fu, in seguito, la massiccia diffusione del gioco del calcio a renderne popolare la costruzione nelle principali città del mondo. Strutture ugualmente ampie ospitavano l’esercizio di altre discipline come il football americano o il cricket. Nel loro periodo di maggiore popolarità, tali costruzioni arrivarono ad ospitare fino a 150.000 spettatori. All’inizio del XXI° secolo, la necessità di offrire a tutti gli spettatori una migliore visione dello spettacolo suggerì la costruzione di stadi di minore grandezza con una capienza in genere non superiore alle 30.000 unità, ad ognuna delle quali veniva assegnato un posto a sedere numerato.

A seguito delle successive ondate di pandemie avvenute tra il 2020 e il 2060 con i relativi divieti di assembramento, e in concomitanza con lo sviluppo delle nuove tecnologie tramite le quali divenne agevole assistere alle gare sportive tramite i dispositivi di realtà virtuale, gli stadi persero completamente la loro funzione di contenitore. In particolare, dopo il 2060, la tipologia dello stadio s’indirizzò verso una struttura priva di gradinate, con una capienza tra i 200 e i 500 posti, nella quale, oltre agli atleti, potevano accedere solo gli operatori televisivi e i tecnici informatici. Tale costruzione prese il nome di “Stadiolo” o, più volgarmente, “Stadietto”.

Si moltiplicarono, inoltre, gli esempi di stadi interrati o subacquei. Tra questi lo stadio di Genova ribattezzato “L’Acquario”, disegnato nel 2065 dall’architetto Lorenzo Piano, dove il campo da gioco e i 350 posti a disposizione del pubblico sono alloggiati in una scatola trasparente posizionata a 20 metri di profondità nel golfo del capoluogo ligure.

Contestualmente, laddove si decise di conservare le vecchie strutture, le gradinate vennero demolite e sostituite da un’unica tribuna con pochi posti e sufficientemente distanziati. Singolare il caso dello stadio “V. Putin” di Ashgabat, capitale del Turkmenistan, realizzato con un unico posto a sedere, riservato al dittatore in carica.

I rari casi di stadi abbandonati, oggi rappresentano testimonianze storiche oggetto di ricerca per studiosi e, talvolta, meta di turisti. Si pensi alle rovine dello stadio San Paolo di Napoli, recentemente inserito nei tour archeologici della Regione Campania insieme agli scavi di Pompei e al quartiere delle Vele di Scampia.

In altre circostanze, gli stadi sono stati riconvertiti: è il caso dell’innovativo condominio di forma ellissoidale, realizzato nella consistenza dello stadio “Maracanà” di Rio de Janeiro dove, nei 20.000 alloggi realizzati, sono ospitate circa 90.000 persone sottratte all’inferno delle baraccopoli. Significativa anche la riconversione a Londra del Wembley Stadium in lussuoso dispensario antivirale (“Quarantine residence”), avvenuta tra il 2055 e il 2064 e tuttora funzionante con i suoi 14.000 posti letto. Recentemente, stadi che già furono oggetto di ristrutturazione, sono stati riconvertiti in nuove attrezzature pubbliche. Virtuosi i casi degli stadi olimpici di Monaco di Baviera, trasformato in parco cittadino, e di Helsinki, riconvertito in lago artificiale e sede dal 2085 dei tradizionali Campionati del mondo, a numero chiuso, di pesca del salmone (nell’immagine di copertina).

(voce “STADIO” nell’Enciclopedia online di architettura moderna – ultimo aggiornamento: novembre 2093)

 

Autore

  • Christian De Iuliis

    Nasce, cresce e vive in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto nel 1984, rendendolo noto in un tema in quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge “Assessore al Nulla” del suo paese. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”, avanguardia del XXI° secolo che vanta già diversi tentativi, falliti, di imitazione. All’attivo ha cinque mezze maratone corse e altrettanti libri pubblicati: “L’Architemario. Volevo fare l’astronauta” (Overview editore, 2014), “Vamos a la playa. Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens, 2016), "L'Architemario in quarantena. Prigionia oziosa di un architetto" (KDP Amazon, 2020), "L'architetto contro tutti" e "Il Nostromondo - le città invedibili" (2024). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Premio PIDA giornalismo 2020 per la divulgazione dell'architettura. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto: dipende da dove si trova e da chi glielo chiede

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Last modified: 10 Novembre 2020