Artista, designer e imprenditore, ha saputo interpretare il progetto della luce segnando un’epoca
Esistono persone che con la loro opera, il loro pensiero, il loro esempio, costituiscono dei punti di riferimento, non solo di uno specifico ambito della cultura del saper fare, della creatività, ma, in qualche modo, anche di un’epoca. La loro opera è unica ed inimitabile, ma proprio per questo immanente e rassicurante nel costituire il termine di paragone dell’estremo (rispetto alla pratica corrente) e l’esempio in confronto alla ricerca e all’innovazione, carica di talento e visione.
È il caso di Ingo Maurer, la cui figura e la cui opera ci hanno accompagnato negli ultimi decenni, opera sicura e sempre nuova nella sua proposizione, tanto da diventare fatto piacevolmente quasi scontato, dimensione altra rispetto al fare comune, ma sempre limpido pensiero al quale tendere in ogni riflessione sulla professione creativa. Ora che ci ha lasciato improvvisamente – pur ad un’età ragguardevole, ma nel pieno della sua proposizione – ci rendiamo conto, in modo subitaneo ed anche drammatico, di quanto abbia connotato la nostra epoca e di come il suo pensiero abbia plasmato il nostro, di come tutti ne abbiamo consciamente od inconsciamente assimilato l’esempio e di come il progetto sia definitivamente cambiato dopo il passaggio della sua immaginazione.
La sua opera parte dalla luce e arriva alla luce, ma il suo vero obiettivo è lo spazio che la luce costruisce e per il quale la luce diventa quasi il pretesto dell’invenzione, l’occasione della ricerca tesa a materializzare il pensiero luminoso nello spazio della tavola, dell’abitare, della città e del vivere. Per lui gli epiteti si sprecano – poeta della luce, genio della lampadina – così come le sue apodittiche affermazioni – «La luce deve colpire al cuore e da nessuna altra parte», «La lampadina è la perfetta simbiosi tra poesia e tecnologia. Il suo filamento al tungsteno simboleggia il ricordo del fuoco», mentre le sue istruzioni per l’uso non possono che far esclamare “Porca miseria” («Due sollevano il lampadario dal basso tenendolo per il telaio di montaggio e una terza tira il filo fino a raggiungere l’altezza desiderata»). Ma cosa dire, dopo aver imprecato, di una lampada che materializza l’esplosione di ceramiche di Zabriskie Point? E di tre reti in nylon di misure differenti, 385 cristalli e una lampadina da montare a muro, in segno di protesta contro la messa fuorilegge dei bulbi a incandescenza a favore dei LED che nel 2009 danno vita a “Le lacrime del pescatore”? E se “Birds Birds Birds” e “Lucellino” non smettono di volare dal 1992, la poetica di Maurer sta tutta fra l’esordio di “Bulb” del 1966 – lampadina che arriva ai risultati uguali e diversi dei Castiglioni pur partendo da premesse opposte – e “La festa delle farfalle” del 2019, ove trentaquattro farfalle e una libellula in carta, tre lampadine quasi pere appoggiate su un piatto in porcellana con LED integrati nel piatto, giocano con la luce. La formazione grafica del nostro inesauribile eroe della luce si traduce nel memento che una lampada non serve necessariamente solo a fare luce, ma anche a lasciare un messaggio su carte giapponesi uscendo di casa o per scrivere una dedica e una poesia (“Zettel’z 5”, 1997).
Molte altre composizioni sono state scritte dal poeta nativo dell’isola di Reichenau e sempre rimarranno capitoli da leggere e rileggere come fonti d’inesauribili ispirazioni: questo è in qualche modo il suo lascito. Maurer si accomiata da noi dopo una vita luminosa di artista, designer ed imprenditore durante la quale non ha mai mancato di osare e, alzando sempre il livello della sua sfida con la creatività, l’immaginazione, la tecnica, ha tracciato una linea sulla quale la luce non si spegnerà mai.
Itinerari di lettura
Helmut Bauer, Ingo Maurer. Making Light, Nazraeli Press, Portland 1992
Claudia M. Clemente, Ingo Maurer. Percorsi di luce, Testo & Immagine, Torino 2001.
Alexander von Vegesack et al., Ingo Maurer: Light – Reaching for the Moon, Vitra Design Museum, Weil am Rhein 2003
Michael Webb, Jamee Ruth, Marisa Bartolucci (a cura di), Ingo Maurer. Compact Design Portfolio, Chronicle Books, San Francisco 2003
Kim Hastreiter et al., Provoking Magic. Lighting of Ingo Maurer, Cooper-Hewitt Museum, New York 2008
Ingo Maurer (a cura di), The International Design Yearbook 2000, Laurence King Publishing, Londra 2000 (con saggi di Philippe Starck, Ron Arad, Mario Bellini e Jasper Morrison)
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Last modified: 30 Ottobre 2019