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Written by: Città e Territorio

Medellín, corridoi verdi contro il cambiamento climatico

Medellín, corridoi verdi contro il cambiamento climatico

La città colombiana, in continua trasformazione, punta sull’ecologia attraverso le connessioni ambientali e pedonali

 

MEDELLIN (COLOMBIA). La seconda città del Paese sta finalmente attuando il Piano strategico, da anni in discussione, per la riqualificazione di alcune aree, puntando sul tema ecologico-ambientale. Il Piano, elaborato a partire dal 2018, reinterpreta alcune idee già plasmate nel “Plan Piloto” redatto negli anni ’50 del Novecento da Paul Lester Wiener e Josep Lluis Sert, maestro dell’architettura moderna spagnola, per vari anni presidente dei CIAM e preside della Facoltà di architettura di Harvard: idee che, finalmente, dopo settant’anni, si stanno cominciando a mettere in pratica.

 

I corridoi verdi

Il progetto generale consiste nella genesi di una rete ambientale che collega i sistemi naturali presenti in città: ruscelli, colline, parchi e strade alberate. Negli ultimi mesi sono infatti stati piantati oltre 8.000 alberi e palme, con un investimento di 49.000 milioni di pesos colombiani. I corridoi ecologici fanno parte della strategia “Medellín Verde”, che definisce una rete ecologica composta da 18 assi stradali, 12 bacini fluviali e le colline Nutibara, El Volador e La Asomadera. L’obiettivo del progetto – selezionato ai britannici Ashden Awards 2019 nella categoria “Cooling for People” per il suo contributo alla riduzione dello stress da calore in città – è offrire un sistema di servizi ecosistemici in grado di ridurre le temperature e l’effetto “isole di calore”, migliorare la qualità dell’aria e le condizioni di conservazione della biodiversità, consolidare la rete di connettività ecologica e definire priorità pedonali grazie all’ampliamento dei marciapiedi e ad attraversamenti facilitati delle aree carrabili che rendano più sicuro il transito a piedi e in bicicletta.

«Medellín è una città che ha superato varie sfide. In questo momento la cura dell’ambiente e la qualità dell’aria sono due questioni cruciali. Soluzioni strutturali come i corridoi verdi sono un fermo impegno per migliorare la vita dei cittadini», afferma il sindaco Federico Gutiérrez Zuluaga. Negli ultimi mesi si sono registrati progressi nelle azioni ecologiche, con la conformazione di corridoi e pareti verdi, oltre alla sostituzione di varie zone pavimentate, con l’introduzione di “pavimenti morbidi” e traspiranti. I primi risultati sono stati presentati lo scorso aprile nel quarto incontro di Urban GreenUP a Bruxelles: l’evento, rientrante nel programma “Horizon 2020” dell’Unione Europea, mira all’applicazione dei piani di rinaturalizzazione urbana in otto diverse città con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, migliorare la qualità dell’aria e la gestione delle risorse idriche, nonché aumentare la sostenibilità delle città attraverso soluzioni innovative basate sul progetto paesaggistico urbano. «I corridoi verdi», scrive Sergio Andrés Orozco Escobar, segretario all’ambiente di Medellin, «sono stati accolti con impressione favorevole: Medellín è stata l’unica città che ha presentato i progetti già in fase di esecuzione».

 

Nel cuore della città

Numerosi i progetti che si stanno attualmente realizzando nel centro antico: arbusti, fiori, alberi, panchine, nuovi marciapiedi e piste ciclabili ne stanno finalmente cambiando il volto, ancora decadente. Si cominciano a vedere i primi frutti derivati dalla strategia generale. A poche settimane dalle elezioni, il sindaco uscente lascia ai cittadini una serie di micro operazioni importanti di riqualificazione urbana all’insegna della pedonalizzazione e della moltiplicazione dei sistemi verdi. A più di un decennio dalla saggia amministrazione di Sergio Fajardo, Medellín si sta finalmente dotando di sistemi connettivi che tendono a migliorare la qualità dell’aria e dei percorsi ciclo-pedonali.

Nel cuore del centro storico, che si sta pian piano risvegliando dalla situazione di estremo degrado degli anni passati, le operazioni sono importanti, sebbene non particolarmente coraggiose. L’Avenida la Playa, per esempio – la Broadway di Medellín – con il suo andamento sensuale e le grandi chiome degli alberi, dovrebbe fare a meno della presenza di mezzi meccanici privati, per trasformarsi in vero e propio salotto ecologico. La situazione attuale di questo asse urbano sinusoidale è certamente migliorata rispetto agli anni passati, quando era invasa dal caos e dallo smog. Oggi presenta un sistema di pavimentazioni omogenee ed abbondante arredo urbano, con aree gioco per i più piccoli e piantumazione di nuovi arbusti e fiori. I marciapiedi sono stati allargati, ma la doppia corsia centrale per le auto non favorisce la quiete urbana e lo sviluppo di un vero, umano ed ecologico parco lineare, come sarebbe auspicabile. Il sistema urbano dell’Avenida include alcune architetture pubbliche di notevole interesse come il Palazzo delle belle arti, il Teatro Pablo Tobon Uribe e il Museo della memoria. Da segnalare la riqualificazione in corso della zona attorno al teatro che, con un sistema di panchine e una rigogliosa vegetazione pensato dal talentoso paesaggista Nicolás Hermelin, ha ridato vita ad un luogo di risulta che adesso ben si collega al Parco della memoria, all’interno del quale il museo attrae centinaia di visitatori al giorno.

 

Tutto bene, ma…

Per il loro impatto e per la velocità di realizzazione, le trasformazioni dell’ultimo anno sono sicuramente da apprezzare, anche perché il pedone torna ad essere protagonista dello spazio urbano. La possibilità di camminare con più sicurezza e meno stress sotto le ombre e tra i colori delle nuove piantumazioni si associa alla realizzazione di luoghi democratici più gradevoli, con aria più respirabile e sensazione climatica più fresca. Sembra però ancora mancare un ulteriore sforzo che renda questi interventi di più ampio respiro, che riesca a mettere finalmente a sistema i progetti architettonici realizzati negli ultimi anni, per migliorare il sistema di connessioni pedonali ed ecologiche della metropoli colombiana. «Medellin», come affermava anni fa Sert, «è una città grande, ma non ancora una grande città».

* L’articolo è derivato dalla ricerca “ARQUITECTURA CONTEMPORANEA EN MEDELLIN” condotta da Luca Bullaro presso la Facoltá di Architettura della Universidad Nacional de Colombia, sede Medellín (Gruppo di ricerca: Transepto), con la collaborazione di Emanuele Caporrella

 

Il workshop dell’Universidad nacional

Lo scorso anno la Facoltà di architettura dell’Universidad nacional ha proposto un workshop interdisciplinare organizzato dai docenti Fabian Beethoven Zuleta, Pedro Torres, e dal paesaggista italiano Franco Zagari. Esito del seminario, una serie di progetti attorno all’asse storico – oggi estremamente degradato – dell’Avenida Leon De Greiff, proseguimento dell’Avenida La Playa fino alla sponda del fiume Medellín. Zagari ha coordinato il laboratorio, puntando su una forma poetica di progetto dello spazio urbano. Studenti di varie discipline hanno rievocato la memoria dell’acqua – un torrente scorre al di sotto del manto asfaltato dell’asse urbano -, come già fatto dall’architetto Rogelio Salmona a Bogotà nel suo progetto per l’Avenida Jimenez: si gioca con la rigogliosa vegetazione tropicale per dare uno scenario degno alla vita del centro. Si guarda a Medellín con gli occhi di Goethe che scopre la vivacità e l’improvvisazione tipica della città italiane dell’Ottocento: una fucina di eventi dove il confine tra formale e informale, tra festa e lavoro si sfiorano, convivono e si sovrappongono. Un sistema di specchi d’acqua collega il percorso, ricreando una linearità che dialoga con le curve sinuose della strada. La piazza Botero è l’inizio del percorso, dove uno specchio d’acqua riflette la facciata del Museo de Antioquia e le fontane rinfrescano lo spazio nei caldi giorni di sole: si vuole giocare con il clima tropicale della città trasformando la piazza in un palcoscenico per una natura performativa. Il progetto urbano si conclude nel Mercato centrale, con una collina artificiale che ricopre il nodo autostradale parallelo al fiume: un parco-ponte che collega le due sponde della città creando uno spazio ecologico che potrebbe ospitare le residenze universitarie – oggi inesistenti – dei limitrofi campus universitari. «L’intervento paesaggistico», afferma Zagari, «a volte ha un alto costo, ma non realizzarlo avrebbe un costo ancora più alto».

Autore

  • Luca Bullaro e Emanuele Caporrella

    LUCA BULLARO: Nato a Palermo, dove si laurea in Architettura presso la locale Università degli studi, conseguendo poi il dottorato di ricerca in Progettazione architettonica, in cotutela con la UPC di Barcellona, oltre al master “Arquitectura: Critica y Proyecto” presso la ETSAB di Barcellona. È docente presso l'Universidad Nacional de Colombia a Medellín. Vince numerosi concorsi e premi in Italia e all’estero, fra i quali il concorso internazionale “Misterbianco Città Possibile”, il Premio europeo di architettura sacra della Fondazione Frate Sole, il concorso internazionale “Boa Vision” per la riconfigurazione di piazza Papireto a Palermo, il "Premio Quadranti - Vaccarini", la menzione d'onore "Spazi ed infrastrutture pubbliche" come finalista della Medaglia d'oro all'architettura italiana della Triennale di Milano, il concorso per la realizzazione della "Plaza Fundadores" della UPB di Medellín, Colombia. Ha esposto a Ferrara (“Premio Biagio Rossetti", Museo dell’Architettura, 2003), a Roma e Barcellona ("NIB-ICAR 2004, Esposizione itinerante dei progettisti italiani Under 36"), a Catania e Chicago ("Sicilia Olanda", 2007), a Palermo ("SiciliArchitettura", 2006; "Nuove generazioni di architetti in Sicilia", luglio 2009; "Sicilia Olanda II", gennaio 2010), alla Triennale di Milano (Medaglia d’oro all’architettura italiana", maggio 2009); nell’ambito della Design week di Istanbul (giugno 2009) e alla "VI Bienal Europea de Paisaje" di Barcellona (settembre 2010). EMANUELE CAPORRELLA: Architetto con laurea magistrale in architettura e progetto urbano dell’Università di Roma Tre con una tesi sulle eterotopie del Barrio Sur di Montevideo. Ha collaborato nel Dipartimento di studi urbani, svolgendo attività didattica come assistente del corso di Progettazione architettonica e del Laboratorio di arti civiche. Collabora con il collettivo artistico romano ATISUFFIX, su progetti di arte partecipariva e performance in musei e spazi pubblici. Dal 2011 vive a Medellín dove lavora a una mappatura artistica di venti quartieri marginali della città.

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Last modified: 21 Ottobre 2019