Serpentine, Dulwich e Antepavilion: i tre padiglioni che ogni anno portano l’architettura al centro dell’estate londinese
LONDRA. Tutti aperti al pubblico gratuitamente, tutti con un programma di eventi estivi serrati tra teatro, musica, yoga, supper club e dibattiti, quasi tutti con un destino stagionale, pronti ad essere venduti in autunno a qualche collezionista privato o museo pubblico. Allora, qual è la differenza tra Serpentine, Dulwich e Antepavilion?
Serpentine Gallery guarda allo star system internazionale, sceglie un architetto che non abbia mai costruito nel Regno Unito e gli dà questa possibilità nel cuore dell’istituzionale Londra Ovest. La Dulwich Picture Gallery insieme con London Festival of Architecture cerca il vincitore tra studi londinesi di media grandezza, che si stanno affermando nell’ambiente e offre loro un palcoscenico a Sud di Londra, in un’atmosfera di understatement ricco di significato. Architecture Foundation e Shiva Ltd fanno scouting tra giovanissimi emergenti, lasciando loro carta bianca e una vetrina ambita sui tetti della vibrante Londra Est, per l’unico dei tre allestimenti che non presenta carattere temporaneo. I risultati di questi cocktail sono ogni anno imprevedibili ma interessantissimi, permettendoci di guardare uno spaccato dello stato dell’architettura e della sua evoluzione. Ishigami, Pricegore e Maich Swift Architects, rispettivamente progettisti dei padiglioni Serpentine, Dulwich e Antepavilion 2019. Se parlassimo di campionato di calcio avremmo davanti i vincitori di diverse leagues, ma in architettura non è così facile tirare le somme. Così, ciò che potrebbe sembrare una vittoria facile per esperienza e saggezza si rivela una risposta troppo prevedibile, mentre ciò che dovrebbe essere sovversivo e fare scintille brilla ma non troppo, e nel mezzo si trova un approccio sperimentale, sebbene maturo in termini teorici. Almeno per quest’anno, perché tutto è temporaneo, e siamo già in attesa dell’estate 2020 anche per questo.
Serpentine Pavilion: comfort zone
Quest’anno è stato Junya Ishigami ad entrare nell’Olimpo degli architetti internazionali che hanno avuto l’onore di costruire in Hyde Park, di fronte alla Serpentine Gallery. Essere in questa lista, inaugurata nel 2000 da Zaha Hadid, non rappresenta la vittoria di un concorso qualsiasi, è una consacrazione nella rosa delle “star” riconosciute a pieno titolo dalla capitale britannica. E come tutti i grandi, Ishigami ha sfoggiato un padiglione elegante, sotto ogni punto di vista: dalla percezione spaziale, alla selezione dei materiali, all’equilibrio della forma, all’interazione col contesto. Un sottilissimo e pesantissimo tetto di scaglie di ardesia su una foresta di pilastrini bianchi. Una montagna che si solleva dal terreno del parco, generando una caverna meditativa. Un padiglione che è essenza stessa dell’architettura: tetto, protezione, e al contempo paesaggio, duna, montagna. Un’opera bella, completa e serena, ma che non stupisce. Anzi, culla il visitatore in territori sicuri e collaudati: una comfort zone tra progettista e pubblico.
Fino al 6 ottobre – Web: serpentinegalleries.org
Dulwich Pavilion: tra ironia e consapevolezza
“The Colour Palace” di Pricegore e Yinka Ilori è un’esplosione iconica di gioia ed entusiasmo estivo in sfacciato contrasto con la serietà della facciata neoclassica della Dulwich Picture Gallery di Sir John Soane. Ma questa è solo una prima impressione: il rigore geometrico, l’equilibrio delle parti, la gerarchia degli elementi e la monumentalità sono tratti distintivi di questo singolare quanto innovativo progetto che spinge la ricerca architettonica un passo oltre tra ironia e consapevolezza. La straordinaria struttura in legno realizzata con migliaia di piccoli pezzi tutti uguali dà vita a una tessitura di molteplici layer ed evidenzia ogni dettaglio utile alla comprensione dell’unità; il pattern geometrico divide e riunisce le parti a seconda del punto di vista, giocando con la percezione del volume puro. Un salto nel futuro di un neo-rigorismo che ormai non è un’eccezione, ma porta un discorso più ampio in evoluzione da anni tra progettisti di tutta Europa al centro della piazzetta estiva londinese.
Fino al 22 settembre – Web: dulwichpicturegallery.org.uk
Antepavilion: il teatro curioso
La terza edizione del concorso Antepavilion lo riconferma come un momento architettonico importante nel calendario della capitale. La progettazione e auto-costruzione del padiglione da parte di giovani architetti emergenti, la prominente posizione sui tetti di alcuni edifici industriali sul Columbia e Brunswick Wharf, la completa libertà del bando in termini di approccio estetico e rispetto della normativa, ne assicura quasi sempre un risultato originale, se non sperimentale. Quest’anno i vincitori, Maich Swift Architects, si sono ispirati alla visionaria casa di Monsieur Hulot nel film Mon Oncle di Jacques Tati (1958). Un teatro a tre piani che è una sottilissima lanterna, una quinta teatrale a scacchi verdi dal lato canale e una sequenza di gallerie aperte nella struttura in legno nel dietro le quinte del lato tetto. Il “Potemkin Theatre”, sicuramente un oggetto curioso che rivela e nasconde, inganna e invita a scoprire, in un affascinante gioco delle parti.
Web: antepavilion.org
About Author
Tag
allestimenti , concorsi , londra
Last modified: 4 Settembre 2019